Punto nascita Barcellona, il “conto” lo pagano i cittadini: a Magistri 32 mila euro di risarcimento dall’Asp5

Inchiesta di Michele Schinella – A licenziarlo in tronco il 21 gennaio del 2014, quattro giorni dopo che il presidente del Tar di Catania con decreto (senza alcuna attività istruttoria) aveva sospeso l’accorpamento del punto nascita di Barcellona a quello di Milazzo e il Governatore Rosario Crocetta l’aveva pubblicamente attaccato, era stato l’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino.

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Manlio Magistri

Ad annullare la revoca dell’incarico, rimettendo Manlio Magistri (l’11 aprile del 2014) alla guida dell’Azienda sanitaria provinciale 5 di Messina, è stato (con ordinanza cautelare) il medesimo organo di giustizia amministrativa etneo.  Che, in un separato giudizio, nato dal ricorso del sindaco della città del Longano, Maria Teresa Collica contro l’accorpamento, nel frattempo aveva ricevuto una relazione dei Nucleo antisofisticazioni di carabinieri (Nas) i quali hanno ritenuto l’accorpamento “necessario per la migliore tutela della salute di nascituri e mamme nonché conforme al decreto assessoriale sul riordino dei punti nascita”.

Ma a pagare, adesso, sono le casse pubbliche. Trentaduemila euro: è questo il conto che ha presentato all’Asp 5 dall’ex commissario straordinario Magistri, forte della sentenza del Tar del 9 ottobre del 2014 che, confermando il provvedimento dell’ 11 aprile 2014 ed entrando nel merito, boccia l’operato dell’assessore Borsellino. Si tratta della retribuzione lorda che l’ex manager non ha percepito per il periodo in cui ha dovuto abbandonare (ingiustamente, secondo i giudici) gli uffici di via La farina di Messina sostituito da Giovanni Migliore, a sua volta retribuito. Sulla scorta del parere dell’Ufficio legale, i 32mila euro sono stati liquidati dai vertici dell’asp 5 guidati da Gaetano Sirna, dall’estate del 2014 successore di Magistri.

Il Tribunale amministrativo ha sottolineato come “la revoca dell’incarico che si è atteggiato come un provvedimento sanzionatorio rispetto alla soppressione del punto nascita dell’ospedale di Barcellona la cui legittimità è stata confermata da questo Tribunale, è stata adottata senza alcun rispetto dei diritti di difesa e senza che vi fosse alcuna urgenza”.

L’imbarazzo del direttore generale Sirna

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Gaetano Sirna

Ma perché deve essere l’Asp 5 a pagare se la condotta illegittima l’ha tenuta l’assessore Borsellino? “Il datore di  lavoro di Magistri era l’Asp e quindi dev’essere l’Asp a pagare. L’ufficio legale ha attestato che è opportuno pagare per evitare un contenzioso con Magistri sicuramente vincente e il danno aggravato da spese legali interessi e quant’altro. La delibera ad ogni modo è stata trasmessa all’assessorato regionale alla Salute”, precisa Sirna.

Ma la delibera non andrebbe trasmessa pure alla Procura della Corte dei conti perché accerti la responsabilità erariale dell’assessore? “Io dovrei fare una cosa contro chi mi ha nominato? Non so. Forse c’è conflitto di interessi. La vicenda in effetti è imbarazzante”, dice il direttore. “Magari sarà lo stesso assessore a inviarla alla Procura”, conclude Gaetano Sirna.

Immagine rovinata

Il danno per le casse pubbliche potrebbe essere maggiore dei 32mila euro.

Il manager milazzese, infatti, aveva chiesto 500mila euro di risarcimento per i danni all’immagine subiti in conseguenza del licenziamento e del messaggio di “manager incapace” che era stato veicolato. Il Tar, invece, ha ritenuto che “il pronto ristoro ottenuto con il giudizio cautelare e la massima diffusione che ha avuto la notizia del reintegro giustifica il rigetto della domanda di risarcimento”. Magistri, però, di questo non è molto convinto e, sempre assistito dall’avvocato Silvano Martella, si è rivolto al Consiglio di giustizia amministrativa. In caso di vittoria a pagare sarà, almeno in prima battuta, la regione Sicilia (Presidenza e assessorato) nei cui confronti ha orientato l’azione l’ex commissario.

La battaglia… contro la salute

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MariaTeresa Collica

L’amministrazione comunale di Barcellona assistita dal legale Rosaria Natalia Imbesi (con parcella sul groppone del Comune) aveva impugnato la delibera che accorpava il punto nascita di Barcellona a quello di Milazzo. Tuttavia, dopo il deposito della relazione dei Nas che dava ragione a Magistri, ha rinunciato a chiedere la pronuncia dei giudici ed è stata condannata a pagare mille euro a favore del manager.

I duri attacchi di Crocetta e la decisione della Borsellino di esautorare Magistri erano stati preceduti da una campagna politica e mediatica che aveva visto impegnati in prima linea il sindaco Collica e l’assessore Davide Bongiovanni. Il primo cittadino aveva presentato un esposto alla Procura sulla scorta di un’ispezione effettuata a sorpresa al reparto di Ostetricia di Milazzo proprio dall’assessore. Quest’ultimo nell’occasione ha girato un  filmato e scattato fotografie. Allegate all’esposto – a suo dire – descrivevano “la condizione del reparto di Milazzo privo dei più elementari sistemi di sicurezza per le pazienti, partorienti e donne in attesa di interventi operatori”. L’ esposto, però, è stato smentito dai Nas. Bongiovanni, responsabile de Il Megafono (la formazione politica del Governatore) di Milazzo è uomo politicamente molto vicino all’onorevole Beppe Lumia, principale sostenitore e ispiratore della politica di Crocetta. (www.micheleschinella.it)

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