Riforma delle province: i liberi consorzi costeranno 800 posti di lavoro? Germanà (Ncd): “voglio vederci chiaro”.

Sarebbero a rischio circa 800 posti di lavoro, per via della riforma delle province, punto cardine dell’azione governativa di Rosario Crocetta “il riformatore”.

Una delle priorità del presidente della regione è risultata essere, sin dall’inizio, proprio la manovra di cancellazione degli enti trait d’union tra i comuni e Palermo. Non sono mancate le polemiche legate a questa scelta, più che altro tese a contestare il modus operandi di Palazzo D’Orleans che non avrebbe tenuto conto ne reso ragione da subito circa la linea che avrebbe adottato per rendere effettiva la trasformazione di queste realtà. Oggi che il discorso si è ampiamente spostato dai salotti tv all’Ars, emergono le criticità di questa iniziativa lodevole nella forma ma evidentemente ostica nella sostanza. Notizia di qualche giorno fa sarebbe la possibilità di veder perdere il lavoro a centinaia di siciliani che operano in aziende a partecipazione provinciale. La denuncia arriva da Uiltucs che porta all’attenzione quanto sarebbe emerso in commissione affari istituzionali all’ars in merito al futuro di alcune società partecipate. I commenti in proposito non si fanno attendere e, dalla classe politica, si leva subito il primo moto di indignazione. E’ il deputato regionale Ncd, Nino Germanà, a commentare aspramente la notizia: “Voglio vederci chiaro. La riforma deve tradursi in opportunità, non essere un bluff ai danni dei cittadini. Il solo ipotizzare di lasciare sul lastrico 800 famiglie, in un momento come questo, oltretutto, mi sembra folle”. Il parlamentare alfaniano precisa il proprio sostegno alla riforma senza tralasciare i “se” e i “ma” :”andava fatta, per carità, ma bisognava potenziare, migliorare, accrescere la qualità dei servizi, sburocratizzare, operare una seria spending review e rivedere i costi di spesa di enti e “controenti”, rendere tutto più conforme alle esigenze la qualità della vita dei siciliani e garantire un’ adeguata erogazione dei servizi. Di certo una buona riforma non passa dal licenziamento di 800 dipendenti i quali, non soltanto forniscono dei servizi essenziali (pulizia stradale, manutenzione immobili, spazzaneve, ecc) ma per di più, negli ultimi 3 anni sono già stati penalizzati, stando a quanto denunciato da Uiltucs, non ricevendo gli adeguamenti loro dovuti”. In realtà, sembrerebbe che la questione fosse tutta nazionale, giacchè questa possibilità (che poi è una certezza, in verità) sarebbe  conseguenza non del disegno crocettiano ma del disegno di Graziano Del Rio.

“Posso garantire -si legge nella nota diramata dall’ufficio stampa del deputato brolese- che vedremo, nei prossimi giorni, di fare chiarezza circa quanto sarebbe emerso in commissione affari istituzionali in proposito e, come ho sempre fatto, anche in questo caso, se verrà confermato quanto denunciato dalla sigla sindacale, sarò il primo a portare avanti la battaglia in difesa di questi posti di lavoro. Perché la priorità che non va trascurata è quella di difendere i diritti e gli interessi dei cittadini onesti e non si può venir meno a questo impegno che è politico e morale prima di tutto”.

 

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