Sequestrati beni per circa 135 milioni di euro all’imprenditore messinese Pietro Mollica

Beni mobili ed immobili, partecipazioni e numerose società, per un valore complessivo di stima di circa 135 milioni di euro, sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma nei confronti di Pietro Tindaro Mollica, l’imprenditore gioiosano arrestato lo scorso marzo per bancarotta fraudolenta, nell’ambito dell’operazione “Variante inattesa”.
Attivo nel settore degli appalti delle opere pubbliche su scala nazionale, Mollica secondo le accuse era dedito alla commissione di reati fallimentari e trasferimento fraudolento di valori.

L’odierno sequestro riguarda il  patrimonio aziendale e i relativi beni di 10 societa’, con sedi a Roma e Venezia; quote societarie di 3 societa’, con sedi legali ad Anzio (LT), Mesagne (BR) e nel Regno Unito; 40 unita’ immobiliari ( 11 fabbricati e 29 terreni), site in Roma, provincia di Messina e Varese; 11 auto/motoveicoli; rapporti bancari-postali-assicurativi-azioni, per un valore complessivo di stima dei beni sottoposti a sequestro di circa 135 milioni di euro.

In particolare, sono state accuratamente ricostruite le vicende di mala gestio che hanno, tra l’altro, condotto al crack del consorzio romano denominato Aedars scarl, dichiarato fallito con sentenza del Tribunale di Roma il recente 12 maggio 2015, appurando, tra l’altro, come, nel corso del decennio 2003-2013, tale ente si fosse aggiudicato una serie di importanti appalti pubblici, su scala nazionale, tra cui spiccano le commesse, allo stato in fase di esecuzione, indette dall’Ufficio del Commissario Straordinario Delegato per il rischio idrogeologico nella Regione Calabria, dall’Adr – Aeroporti di Roma spa, dall’Anas spa – Sicilia, dalla Regione Sardegna, dalla Provincia di Reggio Calabria, dalla Provincia di Siracusa, dal Comune di Sessa Aurunca (CE), dal Comune di Rosarno (RC) e dal Comune di Ciampino (RM), con un valore attuale degli appalti gia’ vinti pari a complessivi euro 118.339.716,00.

Il provvedimento, disposto dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, eseguito dagli specialisti del G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, giunge al termine di complesse indagini di polizia economico-finanziaria, avviate nello scorso 2014 su delega della Procura della Repubblica di Roma, nel cui ambito sono state confermate e rafforzate evidenze investigative, in precedenza acquisite in altra indagine di polizia giudiziaria, in ordine alla esistenza di una struttura delinquenziale, gerarchicamente organizzata, capeggiata da Pietro Mollica, che, utilizzando il paravento di numerose società formalmente amministrate da una vasta pletora di “prestanome”, è riuscito, nel corso dell’ultimo ventennio, ad assicurarsi un elevato numero di commesse pubbliche su tutto il territorio italiano.
“Nel presente ambito  – si legge nel comunicato delle fiamme gialle –  particolare rilevanza è stata attribuita, altresì, ai documentati stretti rapporti – personali e d’affari – intercorsi, nel tempo, tra Pietro Mollica  ed alcuni soggetti legati a diverse consorterie malavitose, anche di matrice mafiosa, tra i quali, in particolare, spiccano gli imprenditori: Francesco SCIROCCO Francesco (classe 1965), ritenuto intraneo al clan messinese di Cosa Nostra detto dei Barcellonesi, tra i soci fondatori dello stesso CONSORZIO AEDARS, e Vincenzo D’ORIANO (classe 1965), pregiudicato mafioso e presunto affiliato al clan camorristico dei Cesarano, amministratore di fatto di una delle consorziate dell’ente.
Quanto al CONSORZIO AEDARS, va rammentato come, precedentemente alla declaratoria fallimentare, tale Ente consortile avesse subito le interdittive antimafia emesse dalla Prefettura di Roma, tuttavia annullate prima dalla sentenza del TAR Lazio e, successivamente al ricorso proposto dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Roma, dalla sentenza del dicembre 2014 del Consiglio di Stato.”

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it