Emergenza abitativa: occupata da dieci famiglie ex caserma abbandonata, “il Comune faccia la sua parte”

Da sabato mattina “c’è vita” nello stabile un tempo adibito a sede della caserma carabinieri in via Gesù e Maria in San Leone, sopra Piazza San Vincenzo, occupato da 10 famiglie, 15 bambini e due donne incinte.

Si tratta di famiglie sfrattate, senza casa, costrette a sistemazioni di fortuna (baracche, dormitori, camper, auto o ospiti da parenti ), che con l’arrivo dell’inverno, spinte dalla disperazione, ma anche un profondo senso di ribellione,  hanno deciso di compiere questo gesto, trovando sostegno nella nostra organizzazione sindacale “Unione degli Inquilini”, in singoli cittadini, in alcuni consiglieri di quartiere e nei militanti di Rifondazione Comunista.

A dare un valore aggiunto all’occupazione è proprio la scelta della data: dal 10 al 18 Ottobre, infatti, ricorre la settimana mondiale “sfratti zero”. In tante città del mondo i movimenti ed i sindacati per il diritto alla casa stanno costruendo iniziative per denunciare il fenomeno allarmante degli sfratti che ogni anno colpisce migliaia di famiglie.

“In Italia gli sfratti nel 2014 (ultimo dato ufficiale a disposizione) – ricorda la segreteria dell’Unione Inquilini di Messina –  sfiorano ormai le 80.000 sentenze all’anno, 150.000 sono le richieste di esecuzione forzosa degli sfratti e circa 35.000 sono gli sfratti eseguiti ogni anno con la forza pubblica. In Sicilia dal 2007 (inizio della crisi) sino al 2014 sono state emesse 29887 sentenze di sfratto, di cui 23195 per morosità incolpevole, il 78%. Nel 2014  in Sicilia ci sono state circa 8120 richieste di sfratto. Di queste ne sono state esitate quasi 2000 e la situazione è preoccupante perché il trend è in continua crescita (i dati del 2014 sono incompleti).

A Messina nonostante i dati 2014 siano incompleti ( mancano quelli del secondo semestre ) registriamo 364 provvedimenti di sfratto,  in tutto il 2013 gli sfratti furono 413. Dati allarmanti che ci dicono come le politiche intraprese dal governo siano insufficienti e facciano sprofondare sempre più persone nell’esclusione sociale.

emergenza_abitativaInoltre le misure messe in atto dal Comune di Messina inerenti le politiche della casa restano ancora insufficienti, pur riconoscendo una certa sensibilità al problema. Infatti, la gestione delle assegnazioni delle case popolari ancora rimane ingessata tra pastoie burocratiche e poca chiarezza degli Istituti di competenza. La questione del risanamento resta una partita ancora aperta e mancano misure straordinarie per cercare di soddisfare i bisogni di chi soffre questo disagio. A chiudere il quadro, la gestione inefficace della “morosità incolpevole” che non si è saputa interpretare nel modo giusto, infatti pensiamo che questo istituto abbia delle grosse potenzialità: il DM 202 del 14/05/2014 aveva disegnato la cornice dentro cui dovevano agire Regione e Comuni per destinare le risorse ai morosi e favorire percorsi di accompagnamento sociale, tuttavia, non comprendendone bene le finalità, hanno azzoppato tutto il processo”.

“Pensiamo che dal gesto di queste famiglie possa nascere un ragionamento di acquisizione/gestione da parte del Comune, di strutture, alloggi, anche privati, da destinare ai senza casa – conclude l’Unione degli Inquilini –  Pertanto consideriamo improcrastinabile l’ipotesi che il Comune rediga strumenti di intesa con la “piccola e grande proprietà”, per reperire abitazioni ed edifici per lo più vuoti ed inutilizzati da concedere in locazione a canone concordato e offrire garanzie per la stipula dei contratti.

In tanti Comuni, con l’ausilio e la collaborazione della prefettura si sono aperti tavoli di lavoro con soggetti pubblici (Poste, Fs, Asl, IPAB,ANAS) e privati, disponibili alla messa a disposizione di edifici del loro patrimonio, al momento inutilizzati ,  che possono essere dedicati in modo immediato a forme di protezione abitativa per le famiglie in estremo disagio”.

 

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