Riforma Portuale: Cantali chiede ad Accorinti un confronto con il consiglio prima di parlare a nome di Messina

Carlo Cantali

Nel tamtam sulla riforma portuale che vede coinvolte voci autorevoli e bisbiglii, in un dibattito che sembra a senso unico -quale che sia il pulpito da cui le dichiarazioni giungono-, si unisce al coro il consigliere Carlo Cantali. Il consigliere del gruppo Felice per Messina, dopo più di un anno dall’inizio di questo confronto (!) tra le parti -a mezzo stampa e social-, sembra essersi accorto delle dichiarazioni rilasciate da Accorinti già da tanto di quel tempo che non si ha neppure più memoria di quando, per la prima volta, il primo cittadino messinese ha pronunciato un convinto “sì” all’accorpamento con Gioia Tauro (probabilmente, non rendendosi neanche conto di cosa vorrebbe significare, concretamente, una simile situazione per il distretto Messina-Milazzo).

Come lo stesso scrivente infatti evidenzia, lo scorso anno il sindaco palesava la propria posizione in merito. Nel mese di agosto, ricorderete tutti, il principale quotidiano cittadino riportava le diverse considerazioni degli amministratori e addetti ai lavori rispetto alla possibilità che l’AP della città venisse, di fatto, inglobata dalla realtà calabrese o quella etnea. E tra le tante, spiccava proprio quella di Accorinti che mostrava entusiasmo verso questa chance che, reputava (o reputa?) un’occasione ottimale per la costituzione di quell’area integrata dello Stretto che dovrebbe unire Sicilia e Calabria. Favolette a parte, sappiamo bene che non starebbero così le cose. E, da par suo, Cantali va oltre e, guardando al quadro attualmente in discussione, specifica nel proprio documento che “le problematiche dei porti di Messina, Villa S. Giovanni e Reggio Calabria sono assolutamente analoghe e che è semplicemente ridicolo il solo immaginare che scali così simili, distanti meno di 5 km siano gestiti da enti diversi solo perché appartenenti a differenti realtà amministrative”.

In effetti, la tempistica con cui il membro del consesso interviene nella faccenda trova ragione nell’agenda romana di Consiglio dei Ministri e delle commissioni Trasporti di Camera e Senato che, proprio in queste settimane, hanno dato il proprio placet al Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica.

A Cantali non va proprio giù che l’ospite di Palazzo Zanca si pronunci senza prima esser passato da una consultazione con i 40 del consiglio poiché, si sa, quando parla un sindaco, è come se parlasse la città. Chapeau!

Pertanto, in un’interrogazione urgente rivolta al leader di CMdB, si chiede di “informare il Consiglio Comunale sugli intendimenti politico amministrativi che la S.V. vorrà porre in essere in riferimento al tema suddetto ritenuto di importanza vitale per il futuro della città, esporre le sue convinzioni, tenere nel dovuto conto le eventuali opinioni dei Consiglieri e, solo in conseguenza ad un democratico confronto, comunicare al signor Ministro le richieste della città, supportandole con le ragioni tecnico economiche, geografiche e politiche che emergeranno col contributo di tutti”.

Il consigliere di FpM chiarisce in tale occasione la propria posizione ritenendo che appaia “molto più rispondente alle esigenze della nostra città la conversione dell’attuale Authority in Autorità di Sistema Portuale dello Stretto che estenda la sua giurisdizione sui porti di Messina, Milazzo, Tremestieri, Reggio Calabria e Villa S. Giovanni, da considerare geograficamente, economicamente, trasportisticamente e logicamente come un’unica e indissolubile entità, indispensabile raccordo fra la più grande isola del Mediterraneo e il continente europeo”. Per Cantali “non seguire questa strada porta a conseguenze paradossali, paragonabili a quelle che si avrebbero attribuendo a due diversi organi la gestione delle due estremità dell’attraversamento pedonale di una strada molto trafficata”. Ma, nel caso in cui la via della creazione di un’ Autorità di Sistema Portuale dello Stretto non risultasse percorribile, “qualsiasi sia il tipo di accorpamento che il Ministro Delrio deciderà, è evidente l’importanza che avrebbe il mantenimento della sede nella nostra città, già privata di una serie interminabile di uffici”.

Insomma un’altra parola di leva in favore del mantenimento necessario del mantenimento della governance entro i confini messinesi.

 (@Eleonora.Urzì)

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