Gettonopoli: respinta la revoca dell’obbligo di firma, intanto si indaga anche sugli oneri riflessi

Rigettata dal giudice Maria Militello la richiesta di revoca dell’obbligo di firma per i dodici consiglieri comunali indagati nell’ambito dell’inchiesta “gettonopoli” a Palazzo Zanca.

Dunque per il Gip sussistono i pericoli di reiterazione dei reati contestati nell’indagine, in cui è emersa la “sistematicità delle condotte illecite” e di un sistema “ben radicato, tanto da essere diventato una ‘prassi’ e che ben difficilmente potra’ sradicarsi” (scriveva il giudice nell’ordinanza).

L’obbligo di firmare la presenza a presidio municipale, prima e dopo ogni seduta, resta per Carlo Abbate, Piero Adamo, Pio Amadeo, Angelo Burrascano, Giovanna Crifò, Nicola Crisafi,, Nicola Cucinotta, Carmelina David, Paolo David, Fabrizio Sottile, Benedetto Vaccarino e Santi Daniele Zuccarello.

Ricordiamo che solo in tre hanno risposto agli interrogatori di garanzia.
Intanto l’inchiesta si allarga ai cosiddetti “oneri riflessi”, ovvero quelle somme corrisposte dal Comune per i compensi professionali ai datori di lavoro dei consiglieri. Bastava infatti partecipare anche solo un minuto (il tempo di una firma, appunto) in commissione o al consiglio, per ottenere il rimborso di una intera giornata di lavoro. Questo filone dell’indagine era stato preannunciato nella stessa ordinanza sui gettoni di presenza, quando si legge che il consigliere che non partecipa alla seduta non solo “ha l’esclusivo scopo di percepire l’indennità”, ma “qualora sia anche lavoratore dipendente, è esonerato per quel giorno dal recarsi sul posto di lavoro, con un ulteriore aggravio per l’ente locale”.

Se questa indennità vale ancora per le sedute consiliari, da settembre l’indennità riconosciuta per le commissioni si calcola in base al tempo realmente impiegato, con margini di un’ora prima e dopo le sedute per gli spostamenti dal luogo di lavoro.

Sebastiano Caspanello, in un articolo su Gazzetta del Sud,  del marzo 2015 ci dava un quadro dei consiglieri lavoratori dipendenti: ” Due i consiglieri assunti in organizzazioni sindacali. Uno è Claudio Cardile (Felice per Messina), assunto il 24 aprile 2013 (era consigliere di Circoscrizione) dalla Camera sindacale terriloriale Uil. Per lui circa 1.400 euro di oneri mensili, in relazione alle assenze. A dicembre, ad esempio, anche Cardile è stato tutti i giorni al Comune, ma gli oneri sono stati calcolati su base oraria (da 4 a 8 ore). Pippo De Leo del Megafono, invece, lavora per la Confsal Fna (Confederazione nazionale agricoltura): in media manca una ventina di giorni al mese, con oneri di circa 1.800 euro. Nina Lo Presti è assunta nell’ente di formazione Ismerfo (circa 2 mila euro al mese di rimborsi). Poi c’è Nora Scuderi, del Megafono, che è dipendente della cooperativa sociale milazzese Cesim (che ha gestito anche alcuni servizi sociali del Comune, anche se va precisato che la Scuderi è responsabile dell’area formazione): oltre 120 ore di permesso al mese, per importi che ruotano intorno ai 2000 euro. Nino Interdonato, dei Dr, è dipendente dell’agente assicurativo plurimandatario, Giovanni Amante (responsabile commerciale dal 4 giugno 2013), anche lui assente da lavoro quasi tutti i giorni, con oneri mensili per circa 1.300 euro. I rimborsi pagati alla Banca Antonello per Simona Contestabile si fermano al 30 aprile scorso e si limitano alle sole ore di assenza, 712 euro per quattro mesi. Lavora in banca anche Paolo David (Pd): per il periodo luglio-dicembre 2013, ad esempio, il rimborso al Banco Popolare è stato di 22.934 euro. Gli ultimi tre consiglieri per i quali il Comune paga gli oneri: Mario Rizzo, dipendente Telecom, circa 3 mila euro al mese di oneri riflessi; Nino Carreri, dipendente Trenitalia, quasi 2 mila euro mensili (che era pure intervenuto sulla questione); Libero Gioveni, dipendente Rfi, quasi 2.800 euro al mese di oneri riflessi.

Emblematico il caso del consigliere Pio Amadeo, che era stato assunto a novembre del 2014 da un’azienda palermitana, la Linking srl, come impiegato amministrativo, per dimettersi a febbraio/marzo del 2015. Secondo quanto emerso da una inchiesta giornalistica pubblicata da Gazzetta del Sud, il Comune ha rimborsato l’azienda dal giorno prima della sua assunzione. Una delibera di pagamento risulta attualmente annullata in autotutela da Palazzo Zanca.

 

 

 

 

 

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