Telejato è salva, il sottosegretario Giacomelli rassicura Pino Maniaci

“Mi ha appena contattato il Sottosegretario Antonello Giacomelli per rassicurarci che i trasmettitori di Monte Bonifato della nostra emittente televisiva non verranno spenti perché non rientrano tra gli impianti che disturbano Malta”: cosi’ Pino Maniaci, direttore di Telejato, ha comunicato nella tarda serata di ieri la buona notizia per quanti in questi giorni hanno sostenuto la sua battaglia contro l’ imminente chiusura prevista il 2 dicembre.

Nel comunicato stampa del ministero dello Sviluppo economico si legge:  “Premesso che spegnere le frequenze interferenti assegnate ad altri Paesi è un atto di legalità, Telejato non dovrà chiudere perché non è direttamente interessata dalla procedura di rottamazione delle frequenze in quanto trasmette da un impianto nella parte Nord della Sicilia che non interferisce con Malta”.

Una battaglia vinta anche per gli oltre 10 mila firmatari di una petizione su change.org  per salvare la tv simbolo della lotta alla mafia in Sicilia.

“Nei prossimi giorni Giacomelli mi incontrerà a Roma per esprimere a me e a tutta la redazione di Telejato Notizie e Telejunior le sue congratulazioni. La battaglia è vinta. ‪#‎Telejato‬ non si tocca!” ha dichiarato soddisfatto Maniaci.

Il rischio chiusura dell’emittente antimafia di Partinico era legato alla delibera dell’Agcom, l’Autorità garante delle comunicazioni, che imponeva ad una serie di televisioni locali italiane lo spegnimento perché trasmettevano su frequenze che interferivano con quelle già occupate da emittenti estere. Nel caso delle tv siciliane, a spegnersi dovevano essere i canali 28, 31, 43 e 45. E il canale 28 è proprio quello occupato da Telejato, dopo che con lo switch off, e cioè il passaggio dall’analogico al digitale, aveva trovato posto nel gruppo Telemed, appartenente alla famiglia Rappa, poi colpita da un sequestro antimafia nel 2015. La gestione dei beni sequestrati ai Rappa occupa un intero capitolo dell’inchiesta della procura di Caltanissetta, che indaga sull’ex presidente della sezione di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto. A far scoppiare lo scandalo sul business dei beni sequestrati erano state proprio le inchieste giornalistiche di Telejato. Il decreto del ministero, però, prevede che il canale 28 debba essere oscurato soltanto “nell’area di territorio ubicata a Sud della linea spezzata riportata in allegato”.

 

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