Nobel Quasimodo: la medaglia accaparrata da un collezionista per 100 mila euro. Il figlio “chi si mi giudica non sa”

Un collezionista di Firenze si è aggiudicato, con un’offerta di centomila euro, la medaglia del Premio Nobel per la letteratura vinta da Salvatore Quasimodo nel 1959. L’asta si è tenuta nel pomeriggio del 2 dicembre a Torino presso la casa d’aste Bolaffi, che ha battuto il premio per conto del figlio del poeta.

“Sono un numismatico. Non avrei comunque rilanciato, sono stato fortunato”, ha dichiarato l’acquirente.

Il prezzo del premio è rimasto relativamente basso perché l’oggetto, sottoposto a procedura di interesse culturale da parte del ministero dei Beni Culturali, non può essere portato fuori dall’Italia.

Giulio Filippo Bolaffi, presidente e amministratore delegato ha definito la medaglia “un simbolo assoluto di immortalità culturale” e ha ammesso di aver ricevuto alcune offerte dall’estero che superavano del doppio quella a cui il premio è stato aggiudicato “ma la decisione del ministero ha tagliato fuori tutti i potenziali compratori stranieri”.

Il prezzo base dell’asta era di 50mila euro. Per l’acquirente della medaglia si tratta dunque di un’ottima acquisizione. “C’è chi mette i soldi in banca e chi, come me, compra monete da Bolaffi. E’ un investimento” ha detto il collezionista che a Firenze ha un negozio di numismatica.

L’asta era stata annunciata a fine novembre dal figlio del letterato, Alessandro Quasimodo che aveva confessato di essere in difficoltà economiche e per questo aveva deciso di “vendere tutto”.

Ma c’è chi parla di una vera e propria “vendetta” da parte del figlio, nei confronti di un padre con cui i rapporti sono sempre stati difficili.

Ecco cosa dichiara al quotidiano Il Centro: Alessandro confessa di aver preso questa decisione per motivi molto personali: «Chi si permette di giudicarmi perché ho deciso di sbarazzarmi di una medaglia e un diploma non sa quello che ho passato». Il riferimento è soprattutto a sua madre. Nella raccolta di poesie di Maria Cumani “Lontana da gesti inutili”, la poetessa moglie del Nobel scrive: «Così a lui a me per ben sei volte meno uno». Quelle «sei volte meno uno» sono gli aborti della donna: «L’ultima volta avevo 11 anni e ricordo quel giorno quando mio padre disse a mia madre: devi scegliere o me o il bambino. Cosa volete che rappresenti per me oggi questa medaglia?».

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