Favorivano gli amici imprenditori durante i controlli fiscali: quattro finanzieri arrestati a Messina dai colleghi

Sono accusati di violazione del segreto d’ufficio, abuso d’ufficio e falso quattro finanzieri in servizio a Messina, agli arresti domiciliari da ieri. Si tratta di un maresciallo e tre sovrintendenti, che secondo le accuse formulate dalla Procura di Messina, hanno favorito amici imprenditori durante i controlli fiscali.

Ad eseguire gli arresti sono stati gli stessi colleghi del Nucleo di Polizia tributaria del comando provinciale che hanno indagato.

I quattro, di cui uno in servizio al nucleo di polizia tributaria, durante i controlli fiscali del 2014 e del 2015 avrebbero  agevolato i proprietari di alcuni bar locali e negozi avvertendoli dei controlli imminenti. La concussione però è esclusa, poichè avrebbero favorito i proprietari degli esercizi commerciali senza trarne profitto per sè ma solo per rapporti personali.

I reati ipotizzati dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Fabrizio Monaco sono rivelazione di segreto istruttorio e di falso in atto pubblico. Sono ipotizzati anche la falsità ideologica e truffa.

Secondo l’accusa i finanzieri informavano in anticipo l’imprenditore gestore del lido del ”controllo preventivato nei suoi confronti, al fine di evitare a costui gli esiti pregiudizievoli correlati ad un controllo con esito irregolare”. In cambio il militare riceveva tessere per l’accesso allo stabilimento balneare e ai servizi. In altri casi – dice la procura – gli indagati programmavano, a priori, nei confronti di quali imprese i controlli avrebbero avuto esito regolare e quali no. In altre occasioni, i pubblici ufficiali inducevano l’imprenditore, sottoposto a controllo, ad emettere uno scontrino fiscale per la somma di pochi euro, e il controllo, in tal modo pilotato, veniva falsamente attestato con esito regolare.

DSC_0300In una circostanza – dicono gli inquirenti – il controllo di regolarita’ fiscale, in un attivita’ di impresa rispetto alla quale uno dei finanzieri mostrava interesse diretto, era integralmente pilotato; i funzioni pubblici avvisavano in anticipo il destinatario del controllo dell’appostamento all’esterno del locale; l’imprenditore segnalava l’uscita dal locale del primo avventore, cui ovviamente era stato rilasciato lo scontrino, in modo che il controllo potesse concludersi con esito regolare”. Secondo l’accusa agli indagati piu’ volte avrebbero mangiato nei locali controllati senza pagare. Dalle intercettazioni e’ emerso come alcuni indagati volessero attuare ritorsioni nei confronti degli imprenditori che non si erano mostrati disponibili a dare pasti gratis. E ancora durante le indagini e’ stato accertato che alcuni degli indagati risultassero, durante il turno di servizio, impegnati in attivita’ personali (come la disputa di partite di calcetto). Nel procedimento e’ indagato anche un imprenditore.

 

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