Ingroia su D’Amico: “dichiarazioni importanti ed interessanti”. Sul “tempismo” dei pentiti, “anche Buscetta parlò di Andreotti dopo 10 anni”

“E’ chiaro che non avendo letto nientr’altro che un articolo di stampa, una valutazione completa e compiuta non la posso dare, però da quello che leggo sono dichiarazioni che io considero nel loro contenuto di straordinaria importanza e rilevanza, perchè si inseriscono perfettamente in un quadro probatorio sulla ricostruzione, come dire, “alternativa” rispetto a quella proposta dalla procura di Viterbo che noi con i familiari abbiamo sempre sostenuto e che si incastrano e si riscontrano perfettamente con queste dichiarazioni di D’amico”.

Questo un primo commento alle recenti dichiarazioni del pentito barcellonese da parte dell’ex pm Antonio Ingroia, ora avvocato della famiglia Manca, che da oggi ha una speranza in più di vedere affermare processualmente quella che da oltre dieci anni è una verità da molti condivisa: cioè che la morte di Attilio sia maturata nell’oscura trama della latitanza di Bernardo Provenzano.

Abbiamo chiesto a Ingroia se non diffida di un pentito che solo dopo due anni dall’inizio della collaborazione ha rilasciato dichiarazioni così clamorose rispetto al caso Manca e al ruolo di Saro Cattafi.

“La questione del ritardo con il quale lui ha riferito, certo è un dato di fatto. Ma non nascondiamoci dietro un dito: non esistono pentiti nella storia, anche i più attendibili, persino Tommaso Buscetta e i pentiti storici che le cose più pesanti ed importanti le hanno dette subito, appena hanno iniziato a collaborare. Ricordiamoci  le dichiarazioni di Buscetta su Andreotti e Contrada che sono state rese da Buscetta quasi dieci anni dopo l’inizio della sua collaborazione. E’ un tema, un problema che suscita sempre grandi polemiche, sulle cosiddette “dichiarazioni a rate dei pentiti”, ma bisogna anche capire la psicologia di questi criminali che quando decidono di saltare il fosso hanno gravi difficoltà a rendere dichiarazioni sui temi più delicati”.

Quali sono le vostre prossime azioni, alla luce di quanto dichiarato da D’Amico?

“Valuto molto importanti e interessanti queste anticipazioni tanto che oggi stesso nella mia qualità  di avvocato della famiglia Manca ho preso contatti sia col Procuratore di Messina Dott. Lo Forte preannunciando una nostra richiesta di acquisizione copie di questi verbali, per averne noi contezza e utilizzarle nelle sedi più opportune. Ho contattato anche il procuratore di Roma Pignatone perchè è competente nell’ipotesi in questione, peraltro già sollecitata da noi con una denuncia contro ignoti che abbiamo presentato qualche mese fa. Riteniamo che la Procura di Roma debba acquisire questi verbali e chiaramente approfondire le indagini, quelle che la Procura di Viterbo non ha mai voluto fare”.

A proposito di procura di Viterbo, si è sparsa la voce di un suo rinvio a giudizio per calunnia, a seguito delle dichiarazioni rilasciate nel corso del Processo Manca, ma la notizia ha raggiunto prima i giornali di lei.

“Assolutamente si, non ho avuto nessuna notifica di nessuno atto, neanche il mio difensore ha saputo nulla fino ad oggi”.

E da dove crede si arrivata la notizia?

“E’ probabile che sia vero, è probabile che ci sarà una richiesta di rinvio a giudizio che è stata trasmessa dall’ufficio di procura all’ufficio del giudice dell’udienza preliminare per fissare una richiesta di fissazione dell’udienza, e l’udienza non è stata ancora fissata”.

Dunque le dichiarazioni di D’Amico potrebbero servire anche per la sua difesa…

“Non ne avrei bisogno – dice sarcasticamente –  ma ovviamente si aggiungono a tutti gli altri elementi che già sono stati acquisiti”. (@PalmiraMancuso)

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