Bilancio. Operazione trasparenza: “non siamo in dissesto ma per un parametro rischiamo tutto”

Il Comune non è in dissesto ma se si blocca la macchina in dissesto ci andiamo”, così l’assessore al ramo finanziario Luca Eller Vainicher, durante la conferenza stampa convocata in extremis per oggi, dalla sera alla mattina, è proprio il caso di dire -visto che la nota a riguardo è stata inoltrata dopo le 22 ieri e in cui si legge- : “Operazione bilancio trasparenza” è il tema che, ovviamente, tiene banco. Obiettivo, già annunciato via comunicato: “ rendere noto, alla città intera, la grave situazione che sta mettendo in ginocchio Messina e che coinvolge cittadini, lavoratori e lavoratrici comunali, delle società partecipate e delle cooperative sociali. L’incontro, si terrà per fare chiarezza sulle fasi che hanno visto coinvolta l’amministrazione nella predisposizione del bilancio di previsione 2015/2017, in questi giorni al vaglio dei Revisori dei Conti”. A questi viene riconosciuto il merito di un ottimo lavoro e anche una ragione: “prima andava eseguito il riaccertamento che si fa ogni vent’anni”. Ma non basta applaudirne l’operato per imbonirli, dopo gli ennesimi ritardi. Accertare e programmare, due operazioni che si sarebbero dovute compiere parallelamente.E’ emerso un debito di 100 milioni mai visto prima che va spalmato in trent’anni”, spiega il membro della giunta, neoresponsabile del comparto economico. “Ho trovato un’amministrazione per bene, persone pulite, lontane dalle logiche della vecchia politica. Non vogliono cancellare i partiti ma il vecchiume”, prosegue. Il colpo di spugna non si può dare da un istante all’altro, si sa: “per cambiare tutto ci vuole uno sforzo di tre anni almeno –ce ne vorrebbero circa cinque nel caso specifico di Messina – ma evidentemente fino ad ora, il tempo non è stato sufficiente”, colpa anche dei ritardi accumulati, ma plausibili -secondo Eller- per via dei nuovi parametri di legge sui bilanci armonizzati. “Il piano di risanamento, non a caso, prevedere dieci anni. A Roma addirittura si discute di prolungarlo a vent’anni proprio per non ammazzare gli Enti Locali”. Enti che ovunque nel Paese vivono particolari difficoltà. Fermo restando che se si fosse iniziato a “focalizzare bene il tema” già nel 2014 “si sarebbero evidenziati tutti i problemi”, viene ammesso. E invece, anche in quell’occasione, i bilanci arrivarono tardi e con non poche polemiche prima e dopo. Certo, il caso messinese fa storia a sé e, nonostante si parli di trasparenza, il dito puntato contro ideali responsabili senza nome o subdoli uomini neri che agiscono nell’ombra, non rassicura né riconquista la fiducia dei cittadini. “Qualcuno sta generando il disastro”, tuona Eller che però, si scorda di dire a chi allude e, sollecitato, dribla la domanda limitandosi ad un incitamento al sindaco “vai avanti”. E se per i revisori il nodo sta nello sforamento, il membro dell’esecutivo risponde che per un parametro non si può fermare tutto, perdere 70 milioni di euro e paralizzare un comune del quale, a quel punto, si reciterebbe il de profundis. “In fondo, per un parametro che si sfora che fai? Perdi finanziamenti? No! Fai le cose per bene ma vai avanti anche con lo sforamento”, prosegue, ribadendo di aver consegnato tutto a Dario Zaccone e co. “Tutto è trasparente. Mi assumo la responsabilità di dirvi che ragionevolezza e veridicità sono garantiti. Per andare a cercare il pelo nell’uovo si rischia di mandare a disastro la città”. Quindi niente “sceneggiate napoletane” (citazione testuale) e basta polemiche da parte della stampa: questo il messaggio di Eller che siede accanto ai colleghi di giunta (tutti tranne Perna, al cui posto si presenta già la Ursino) e, rubando il ruolo di retore solitamente proprio del sindaco, prende tutta la scena, finanche con frasi ad effetto impattante: “non temo mi sparino. Non ho paura della mafia, neppure quella dei colletti bianchi – messaggio chiaro e diretto o sparata vaga Crocettastyle?-. Se il bilancio fa il suo percorso rimettiamo in moto l’economia”, e qui, chi ha voluto capire ha capito. In messinese esiste un detto “parrimi soggira ntennimi nora”: ossia parli ad uno perché l’altro capisca che il contenuto delle tue parole sono rivolte a lui. La situazione non è troppo diversa e l’assessore ha detto a chiare lettere a “qualcuno”: se lasciate che muoia la città responsabilità sarà solo vostra e non avremo timore a dirlo. Certo, semplicistico come concetto, ma d’effetto: va ricordato che chi vota un atto in consiglio se ne assume ogni responsabilità davanti alla legge e questo, specie dopo i recenti fatti che hanno interessato anche membri dell’Aula riconfermati per il quinquennio in corso, è molto chiaro a tutti e quaranta – due dei quali (Interdonato e Faranda) hanno assistito alla conferenza stampa domenicale- . “Chiediamo ai revisori -la nuora di cui sopra- di permettere che la delibera arrivi in consiglio”, chiede sommessamente Renato Accorinti che si scusa “per aver saltato la data del 31 dicembre”, e anche tutte quelle successive sarebbe il caso di dire. “Abbiamo fatto tutto in regola, ma se pensano abbiamo commesso qualche abuso, vadano in Tribunale”. Touchè!

@eleonoraurzimondo

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