Aborti clandestini: il manager Vullo, “tutti sapevano e per questo abbiamo lottato per il punto nascita, sfidando l’ipocrisia della città”

“Gli arresti di oggi non ci sorprendono, ma certo ci amareggiano. Credo che possa essere solo l’inizio, anche se mi auguro di no”. Michele Vullo, il direttore generale dell’Azienda Papardo, ha convocato una conferenza stampa (vedi video) a seguito dei clamorosi arresti che hanno portato alla luce un triste scenario di cui l’attuale dirigente era al corrente, sebbene il suo coinvolgimento nell’inchiesta è stato solo nel fornire consulenze su aspetti tecnici legati alla pratica degli aborti. Ad esempio sulla inesistenza di una “lista d’attesa”, dal momento che le pratiche abortive hanno precedenza sul resto.

Intanto nella mattinata Giovanni Cocivera, dirigente del Reparto di Ginecologia ed Ostetricia del Piemonte-Papardo (ex consigliere comunale) e per Giuseppe Luppino, primario del Reparto Anestesia e Rianimazione della stessa Azienda sono stati trasferiti al carcere di Gazzi: arresto a cui seguirà la delibera di sospensione da parte dei vertici dell’azienda sanitaria, pronti a dichiararsi parte civile nell’eventuale processo.

Appena arrivato a Messina ricevetti la visita di un esponente importante della sanità cittadina che mi mise in guardia su quanto accadeva di notte al Piemonte, e cominciai a verificare i dati: picchi elevatissimi di parti cesarei, uso eccessivo di morfina, elementi che segnalammo alla Procura. Fino a stabilire con l’assessore Borsellino una strategia per interrompere un meccanismo consolidato, che difatti subì uno stop con l’arrivo il 1 novembre del 2015 del nuovo primario” – ha raccontato ai giornalisti il manager, che non esita a denunciare le forti resistenze che ha incontrato quando ha indetto il concorso per il primario del Punto Nascita. “Mi trovai contro la città, così come una forte resistenza dell’apparato buricratico regionale, che spesso agiva contro il volere dell’assessore, attraverso meccanismi ricattatori che però non hanno fermato la volontà di interrompere lo status quo e iniziare un nuovo percorso”.

Le “anomalie” riscontrate da Vullo non sono al centro dell’attuale inchiesta, tant’è che ginecologo e anestesista sono accusati per delle interruzioni di gravidanza avvenute fuori dall’ospedale, dove ormai i controlli erano maggiori rispetto all'”anarchia” del Piemonte: Vullo infatti, fa riferimento alla situazione che ha preceduto l’inchiesta di oggi, e che certamente avrà un peso sulla vicenda giudiziaria.

Il dirigente va oltre, dichiarando che “dietro la battaglia contro il Polo Materno al Piemonte c’era molta malafede, di chi sperava che le cose restassero come erano”.

Difatti il manager si dice “amareggiato per non essere riuscito a impedire che questi eventi accadessero. Uno dei miei più grandi rimpianti è non essere riuscito a chiudere il Piemonte: li ci sono i morti, e lo sanno tutti. Per primi gli operatori. Ma nessuno parla”.

L’arresto di Cocivera e Luppino apre una finestra sulla situazione delle pratiche abortive a Messina, dove ogni settimana si praticano dai 4 ai sei aborti e dove 18 medici su 20 sono obiettori di coscienza (uno dei due non obiettori era per l’appunto Cocivera). (@Pal.Ma)

 

 

 

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