Ritratto Trivulzio di Antonello, “un atteso rientro” (Fotogallery)

Un’iniziativa di tale prestigio non può che compensare le enormi difficoltà di chi opera nell’Amministrazione dei Beni Culturali in una fase così critica come quella attuale”, così l’assessore regionale Carlo Vermiglio.

È arrivato a Messina nella serata di domenica e, ieri, ne è stata inaugurata l’esposizione al pubblico che, dal pomeriggio, è accorso in gran numero per dare il benvenuto in riva allo Stretto al ritratto Trivulzio.

Dipinto da Antonello in un lontanissimo 1476, in realtà, a ben guardare, questo ritratto d’uomo sembra un’opera nuova ,giovane,realizzata con grafica digitale più che con l’arte dei pennelli tanto è pulita, luminosa l’immagine, nonostante quello sfondo scuro, tipico dello stile fiammingo. E questa dicotomia conferisce al suggestivo dipinto un’ulteriore caratteristica di attrazione. Sguardo penetrante che quasi rimanda ad una sfida per questo personaggio che sembra osservare fisso lo spettatore che sta in piedi a godere della sua perfezione. L’opera rientra nella rosa dei più noti e meglio riusciti lavori dell’artista messinese e, fino al 10 luglio sarà in mostra al Museo di Messina.

“Lo straordinario confronto tra capolavori di Antonello da Messina, pianificato in assoluta convergenza d’intenti con il Presidente della Fondazione Torino Musei Civici, Patrizia Asproni, e già posto in essere , a Palazzo Madama, oggi viene riproposto nella sede siciliana coinvolgendo altri importanti interlocutori quali il Polittico di S. Gregorio firmato e datato soltanto tre anni prima del dipinto ospite, nonché le opere afferibili alla migliore produzione post antonellesca, non vanto ed una prerogativa della collezione messinese”, spiega Caterina Di Giacomo, direttore del Museo Interdisciplinare Regionale di Messina. Il riferimento all’opera, compare per la prima volta in una incisione della Storia della Pittura italiana di Rosini, nel 1841, come parte della collezione Rinuccini. Non è dato sapere quale sia stato il percorso del dipinto nei quasi quattrocento anni che vanno dalla sua realizzazione a XIX secolo. Dopo un passaggio a Milano, nel 1935la tela giunge a Torino, al museo civico che, con grande abilità dell’allora direttore della struttura, concluse un’importante accordo e acquistò l’intera collezione Trivulzio. Operazione frenata da numerose polemiche al termine delle quali il ritratto, insieme al manoscritto Très Belles Heures de Jean de Berry passò comunque a Torino come indennizzo per la mancata conclusione della transazione.

La logica che sottostà alla mostra inaugurata ieri è quella di fare sistema come spiega la presidente della Fondazione Musei Civici di Torino, Patrizia Asproni: “La collaborazione di Palazzo Madama con il Museo regionale di Messina, conferma la mission del museo volta sempre di piu all’art sharing, alla condivisione fra musei, nper valorizzare il nostro straordinario patrimonio artistico e di competenze. Il doppio scambio che ha visto prima a Torino e ora a Messina dialogare tra loro il celebre ritratto d’uomo e la preziosa tavoletta bifronte del grande maestro siciliano costrutuisce una buona pratica di diplomazia culturale per mostrare unito il nostro Paese da nord a sud nel nome dell’arte e della cultura”.

Il ritratto d’uomo, ieri è stato accolto da una folla di curiosi, amanti dell’arte, messinesi accorsi per rendere omaggio al grande artista la cui tela è rientrata grazie alla fruttuosa interlocuzione, avviata lo scorso anno da Caterina Di Giacomo, direttrice della struttura che, dal 2015, ha avviato un dialogo con il presidente della Fondazione Musei Civici di Torino Patrizia Asproni. L’esito è stato realizzare una iniziativa di art-sharing: un doppio prestito per esporre tavole di Antonello tra Messina e Torino. Il ritratto Trivulsio da una parte e la tavoletta bifronte del nostro Museo Regionale, che a Torino è stata ammirata da oltre 22.000 visitatori.

Un ringraziamento a Palazzo Madama viene rivolto dall’assessore ai Beni Culturali Vermiglio che aggiunge: “Si confermano con questa mostra le potenzialità della Filanda ottocentesca, deputata all’accoglienza di eventi temporanei di respiro internazionale, in un contesto di grande suggestione che, con il nuovo Museo, si avvia a costituire una polarità culturale di assoluta eccellenza per la porta della Sicilia”.

fotogallery di @LilloLoCascio

 

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