Controlli fiscali “addomesticati”: scarcerato a Treviso il messinese Biagio Freni

Il sostituto procuratore  di Treviso Giulio Caprarola presenterà ricorso contro la decisione del giudice delle indagini preliminari Angelo Mascolo di scarcerare i due finanzieri, il capitano Stefano Arrighi e il luogotenente Biagio Freni, e l’imprenditore Andrea Ongetta di Ponte di Piave che li avrebbe corrotti con due orologi da 5.650 euro l’uno in cambio di una verifica fiscale “addomesticata”.

Dopo aver accusato il colpo della scarcerazione dei tre indagati per corruzione per mancanza “dei gravi indizi di colpevolezza” ha deciso di impugnare la decisione del gip Mascolo. Resta da decidere se il ricorso sarà presentato direttamente al tribunale del Riesame di Venezia (cosa più probabile) o ai giudici della Suprema Corte. Nonostante il contraccolpo della scarcerazione dei finanzieri e dell’imprenditore sia stato piuttosto pesante, ora la procura è decisa ad andare fino in fondo, percorrendo tutte le strade possibili per ribadire la bontà dell’indagine.

L’indagine. E’ partita da una segnalazione interna alla guardia di Finanza dopo che, durante un controllo in un’azienda vitivinicola del coneglianese, oggetto di verifica fiscale da parte dei due finanzieri nel giugno scorso, era stata rinvenuta la copia di una relazione informativa del nucleo della polizia tributaria di Treviso in cui veniva annunciata l’imminente verifica fiscale. Un appunto che avrebbe dovuto avere natura strettamente riservata e che per questo aveva fatto scattare l’acquisizione dei tabulati delle utenze telefoniche dell’imprenditore da cui erano emersi anomali contatti con il capitano Arrighi, prima del controllo. Dai tabulati telefonici è emerso che l’ufficiale delle Fiamme Gialle aveva avuto anche contatti sospetti con Andrea Ongetta, legale rappresentante dell’omonima azienda di Ponte di Piave, anch’essa sottoposta ad una verifica fiscale conclusa il 21 aprile scorso.

Gli orologi. Nello sviluppo dell’analisi sui legami tra Ongetta ed i due finanzieri, gli investigatori hanno scoperto che l’imprenditore, il 13 maggio scorso, al termine di un pranzo in un ristorante trevigiano, aveva donato a Freni e Arrighi due orologi “Iwc pilot’s Watch Cronograph” da 5.650 euro l’uno. Regali che, secondo gli inquirenti, avevano lo scopo di «ricompensare i pubblici ufficiali per le modalità con le quali l’operazione ispettiva era stata condotta e per le contestazioni effettuate». Una condotta che secondo la procura configura chiaramente il reato di corruzione.

La decisione del gip. Di diverso avviso è stato invece il giudice Mascolo che non ha ravvisato nel comportamento assunto il reato di corruzione. Secondo il gip, non vi sono indizi, a parte il semplice sospetto, che faccia ritenere che il controllo fiscale all’Ongetta srl sia stato alleggerito dietro la corresponsione dei due orologi.Nella motivazione con la quale ha deciso di scarcerare i tre protagonisti dell’indagine della procura della Repubblica, il giudice sottolinea come non vi sia alcuna dichiarazione da parte dei finanzieri che hanno eseguito la verifica che possa far ritenere che il loro superiore abbia abusato della sua qualità per costringerli a non vedere cose che avrebbero dovute vedere. Meri sospetti, secondo il gip, ma nessun grave indizio di colpevolezza. (@G.Pensavalli)

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