Condannato Gesualdo Castorina, uccise un uomo durante una rapina

I fatti risalgono al luglio 2015: oggi la condanna con il rito abbreviato per Gesualdo Castorina, 29 anni, che dovrà scontare 30 anni di carcere per omicidio volontario. Vittima il 62enne messinese Lorenzo Di Bella, morto esattamente due mesi dopo l’aggressione subita all’interno del suo appartamento di via Maddalena, preso di mira dal rapinatore.

Il pubblico Ministero Stefania La Rosa per il giovane accusato di omicidio ha chiesto il massimo della pena che si può applicare con il giudizio abbreviato, richiesta accolta dal gup Daniela Urbani.

La vittima fu colpita violentemente alla testa, e fu ritrovata la mattina del 10 luglio 2015 nel bagno di casa, dal fratello. Di Bella era ancora vivo, ma sanguinante e in stato confusionale: trasportato al Policlinico fu sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per una frattura pluriframmentaria alla corteccia celebrale. Morì il 9 settembre al Centro Neurolesi, dove era stato trasferito.

All’epoca Castorina fu incastrato dal RIS dei Carabinieri, che in quella casa recuperarono gli indizi della sua presenza.

L’uomo inizialmente confessò di aver conosciuto casualmente la vittima il pomeriggio del 9 luglio e di essersi recato nella sua abitazione, su suo invito, proprio con l’intento di derubarlo. A suo dire, approfittando di un attimo in cui era rimasto solo nel soggiorno, aveva iniziato a rovistare nei mobili e, sorpreso dal proprietario, lo aveva spintonato causandone la caduta. Allarmato dal volto insanguinato dell’uomo, temendo di averlo ucciso, si era dato alla fuga portando con se un vassoietto in silver che, sempre secondo la sua versione, sarebbe servito a colpire chiunque avesse potuto ostacolare la sua fuga.

Nonostante avesse ammesso le proprie responsabilità, è apparso evidente agli inquirenti che la versione del malvivente, era stata accuratamene edulcorata. Infatti, attraverso lo studio delle tracce ematiche effettuato nell’abitazione dai militari del RIS, è apparso evidente che la vittima era stata colpita ripetutamente con particolare efferatezza, molto probabilmente con l’ausilio di un corpo contundente, oltre che a più riprese ed in diversi punti della casa.

 

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