Michele Barresi, dall’Orsa alla Uil: “basta con la lotta fine a se stessa, ricomincio dai confederali”

Ha messo “la testa sulle spalle” Michele Barresi, che dal sindacato autonomo Orsa dove si è reso animatore di diverse lotte, è approdato nel mondo dei confederali. Il commissario straordinario della Uiltrasporti Sicilia Agostino Falanga ha infatti determinato con delibera del 11 novembre la designazione di Barresi, responsabile regionale Mobilità della Uiltrasporti Sicilia.
“La designazione ad un incarico di grande responsabilità di un giovane sindacalista – si legge nel comunicato ufficiale –  che ha tuttavia maturato negli anni una grande esperienza nel settore dei trasporti, è finalizzata ad un rilancio dell’azione sindacale della Uil trasporti sul territorio e un rinnovamento generazionale a più ampio respiro regionale per costruire un sindacato che guarda al futuro e sempre più rappresentativo delle istanze dei lavoratori che rappresenta”.
“E’ un percorso iniziato qualche tempo fa, mi dispiace perchè lascio tante persone con cui ho lavorato bene, ma c’erano troppe diversità di vedute nella linea politico-sindacale, e vista la possibilità di lavorare ricostruendo molto, ho accettato la sfida di un ricambio generazionale all’interno di un sindacato confederale”.
Dichiara così Michele Barresi, che rispondendo a Messinaora, ribadisce che “l’Orsa è un sindacato autonomo, rappresentativo solo in alcune realtà, più di contestazione che di costruzione: io ho cercato nei miei quattro anni al sindacato di unire la giusta lotta e contestazione alla costruzione di un percorso per ottenere cose concrete per i lavoratori. Un sindacato questo deve fare”.
“Si è fatto un percorso positivo, ma alla fine si è deteriorato a mio avviso perchè si è ceduto un pò troppo all’impronta politica, alla lotta fine a se stessa, questa cosa mi ha scoraggiato” continua Barresi.
La seguiranno in molti alla Uil?
“Ci sono amici che condividono la mia scelta e mi seguiranno, ma non intendo fare guerra all’Orsa: sono due percorsi che si dividono.”
Il pensiero è rivolto a Mariano Massaro, con il quale facevate uno “storico tandem” e che immaginiamo non ha certo dato la sua benedizione nè accolto con piacere questa decisione. 
“Lui ha quel modo di intendere il sindacato e per carità, è legittimissimo sia così: gli auguro buona fortuna…io sono forse più concreto, lui dirà “meno rivoluzionario”. Ma a me quello che importa è fare quello che penso sia meglio per i lavoratori. E secondo me ultimamente nell’Orsa si è costruito molto meno.”
Individuiamo nella vicenda Atm il momento in cui la diversità di vedute si è definitivamente delineata. E’ così?
“In quel momento si è concretizzata. Io sono dell’idea che il sindacato fa politica ma deve mantenersi distinto dalla politica. In Atm c’erano ancora tante cose da fare e da migliorare, però sicuramente c’era stato un cambio epocale rispetto a quella che era stata ventanni di gestione precedente di Claudio Conte che l’Orsa ha assolutamente contrastato in ogni modo, prima che venissi io e mentre c’ero. L’avvento di Foti che nei fatti ha portato più mezzi in città, nei fatti ha portato all’approvazione del bilancio dell’Atm, nei fatti ha portato all’approvazione di un contratto di servizio che non c’era mai stato, che nei fatti insieme all’Amministrazione ha portato a pareggio da subito gli stipendi che erano perennemente indietro…su questo bisognava dare atto e credito, pur restando un sindacato naturalmente di lotta e pur andando a contestare le cose che non vanno. Ma fare la guerra a 360 gradi, non guardando anche i miglioramenti che ci sono stati nell’azienda, per il lavoro e per i lavoratori, attaccando per ogni cosa può anche essere legittimo, ma secondo me non è esattamente il ruolo del sindacato, del “mio” sindacato.” (@PalmiraMancuso)

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