EMERGENZA RIFIUTI ALLE PORTE, PRESIDENTE TIRRENOAMBIENTE: “NE’ TEMPI NE’ SOLDI PER SURROGARE DISCARICA MAZZARRA'”

Sarà, questa volta più che mai, un’emergenza rifiuti annunciata. Messina e buona parte della sua provincia sono condannate. È solo questione di tempo, di mesi. Tre, secondo le previsioni più ottimistiche, fatte con il contributo del presidente di Tirrenoambiente Spa, Antonello Crisafulli. A meno che non si corra ai ripari, reperendo valide alternative in tempi a dir poco ristretti.

Antonello Crisafulli
Antonello Crisafulli

Lo scorso 2 settembre, la conferenza dei servizi nel corso della quale è stata negata la proroga dell’autorizzazione al funzionamento della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, nella quale attualmente conferisce una settantina di Comuni della costa tirrenica siciliana, ha sancito la chiusura dell’impianto.

Impianto che, come evidenzia proprio Crisafulli, è al limite della capienza: «Non è un problema di autorizzazioni – afferma – semmai siamo prossimi alla saturazione». Nelle more di eseguire lo studio propedeutico al progetto di chiusura, che richiede dai due ai quattro mesi, in vista della gestione trentennale post mortem, Tirrenoambiente sta cercando degli «spazi» per allontanare il momento in cui i centri abitati avranno le strade disseminate di sacchi dell’immondizia. Il presidente stima di poter andare avanti altri tre mesi, a meno che non dovessero incidere le osservazioni negative emerse proprio il 2 settembre. I tecnici – come confermato dai verbali – fanno registrare un’anomalia, essendo stato “approvato un progetto che non aveva i requisiti per poter essere realizzato ed è stata realizzata un’opera difforme dal progetto approvato”. Il sindaco di Furnari, Mario Foti, a sua volta, denuncia che la discarica “insiste in una riserva idrica protetta, oltre che in un’area di dissesto idrogeologico”. Fa notare anche altre violazioni come il fatto che sarebbero stati sbancati “27 metri in più rispetto al consentito”. Non tralascia nemmeno di tacciare di “superficialità gli organi di controllo Arpa e Provincia”.

Impianto di biostabilizzazione
Impianto di biostabilizzazione

L’Arpa a sua volta precisa che “in base ai controlli non emergono problematiche ambientali”. Ma non ha ancora ultimato gli accertamenti richiesti. Al pari degli altri enti chiamati in causa, non ha presentato alcun parere scritto, né le osservazioni del caso alle controdeduzioni prodotte dalla ditta.

In altre parole, bisogna attendere per capire se i tre mesi di ulteriore prorogatio sono reali – la struttura avrebbe potuto e dovuto chiudere il 21 maggio – o se d’un tratto verrà decretata la morte istantanea. In ogni caso, l’emergenza sarebbe solo rimandata. Infatti, in armonia con la normativa comunitaria, la discarica va chiusa in ogni caso. Per passare alla biostabilizzazione, così come previsto dal piano regionale dei rifiuti. Peccato che l’impianto di biostabilizzazione di Mazzarrà Sant’Andrea sia incompleto: «La sua ultimazione – spiega Crisafulli – anche se ipotizzassimo per assurdo di partire domani con i lavori, richiederebbe non meno di 8 mesi ma ci sono due problemi. Anche in questo caso attendiamo il rinnovo dell’autorizzazione quinquennale concessa a suo tempo col Drs 391/09. Tuttavia, dopo 5 anni, alla Regione si sono accorti che manca un documento, la Valutazione di impatto ambientale. E’ un provvedimento che attiene alla loro competenza. Pertanto, che provvedano».

Da notare che il rinnovo dovrebbe intercorrere entro 6 mesi dalla scadenza «ma è già trascorso un anno senza avere risposte».

E non finisce qui. Per l’ultimazione mancano all’appello 10 milioni di euro. Tirrenoambiente ne ha già spesi 5 e, sebbene vanti 60 milioni di crediti verso i propri “clienti”, 28 dei quali con l’Ato 2 (comprendente l’area tra Brolo e Villafranca Tirrena), ha noti problemi di liquidità legati alle difficoltà nella riscossione: «Con il Comune di Messina – rileva il presidente – stiamo pian piano rientrando. Anche gli altri Comuni, dopo lo scioglimento degli Ambiti territoriali, stanno diventando più efficienti nel versamento dei canoni». Rimane il fatto che le somme non ci sono ancora: «Mi sono insediato pochi giorni prima che Rosario Crocetta diventasse governatore, nell’ottobre 2012. Ma non ci ha mai voluto aiutare. Gli avevo sottoposto un piano affinché la Regione ci anticipasse i 10 milioni, garantito da una fidejussione. Non si sarebbe trattato né di un prestito, né di un finanziamento ma non ne ha voluto sapere».

21 agosto 2014 Zafferia, i rifiuti invadono il torrente a ridosso di villa Cianciafara (5)Per tentare di mettere una pezza, il presidente di Tirrenoambiente – Spa che al 51% è a capitale pubblico, con il Comune di Mazzarrà Sant’Andrea a farla da padrone (45,481%) – sta tentando di farsi aiutare da alcuni sponsor privati. Ma non se ne farà niente senza l’autorizzazione a rinnovare la concessione.

Senza trascurare che gli investimenti necessari a sostituire appieno la discarica sarebbero ben altri: «Mazzarrà Sant’Andrea – fa notare Crisafulli – è l’unico sito in Sicilia a disporre di 4 impianti. Uno di questi è la discarica. L’altro quello di biostabilizzazione. Poi c’è l’impianto di biogas, in funzione da anni, e quello per il percolato, in fase di collaudo. Sarà attivo tra qualche mese. Inoltre, servono altri 15 milioni per costruire l’impianto di biodigestione che, in presenza di una raccolta differenziata spinta, permetterebbe la produzione di un compost di qualità capace di rifornire gratuitamente l’agricoltura. Per chiudere perfettamente il ciclo sarebbe ideale pure un termovalorizzatore ma qui nessuno vuole farlo».
Tirando le somme, nella migliore delle ipotesi, l’emergenza rifiuti potrebbe scatenarsi tra circa tre mesi e durare per almeno altri 5, considerando i tempi necessari a ultimare il biostabilizzatore, sempre che arrivino autorizzazione e soldi. E per avere un’idea di cosa possa attendere Messina e gli altri 70 comuni circa che conferiscono a Mazzarrà, basti pensare che dal 2003 a oggi in discarica sono finite 2 milioni 800mila tonnellate di immondizia. Troppe perfino da immaginare. Ma ne basterebbero quantità infinitamente minori, in giro per le strade, per mettere in ginocchio un’intera comunità. (@FabioBonasera)

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