Cuba a Capo Peloro: ospite dell’Horcynus Fest 2016 Maysel Bello Cruz della Fábrica de Arte Cubano

Nel giorno dell’ultimo saluto a Fidel Castro, a Capo Peloro un “pezzetto” di Cuba ha preso posto tra le memorie della Fondazione Horcynus Horca, dove il pomeriggio si è aperto con la presentazione del nuovo archivio visivo di cinematografia e video arte cubana acquisito dalla Fondazione, con la partecipazione di Maysel Bello Cruz, che ha curato la selezione delle opere e ha spiegato l’unicità della Fábrica de Arte Cubano: «La F.A.C. è diventato il centro culturale più importante del paese. Tante personalità internazionali, primi ministri, first ladies, artisti sono venuti a visitarla. E’ un’isola dentro l’isola, epicentro e luogo d’incontro di artisti cubani, che si ritrovano in questo centro culturale del Ministero della Cultura, molto diverso da musei e gallerie, dove si respira arte in ogni forma. Ci autososteniamo con il costo dei biglietti d’ingresso ma caffè e bar interni sono gestiti da privati, secondo un modello economico misto innovativo per Cuba. Un’altra novità è che tutta l’amministrazione della fabbrica è in mano agli artisti, non affidata a burocrati. All’Horcynus Festival ho portato un archivio audiovisivo di opere di giovani artisti cubani, che entrerà a far parte della collezione della Fondazione Horcynus Orca».

Da sinistra Giunta, Marino, Bello Cruz e BarillaLa Fábrica de Arte Cubano,  è un centro multiculturale del Ministero della Cultura che sperimenta dal 2010 a Cuba forme miste di finanziamento pubblico-privato. Ed è dedicata a Cuba e all’evoluzione internazionale della Fondazione di Comunità di Messina la sessione autunnale dell’Horcynus Festival 2016 “Isole – Non isole”, in programma tra Capo Peloro e Reggio Calabria fino a martedì.

Attraverso il peculiare angolo d’osservazione fornito dalle arti performative, pomeriggio al Parco Horcynus Orca si è cominciato a riflettere sugli scenari che si aprono per l’isola dopo il voto delle Nazioni Unite a sostegno del superamento dell’embargo e la recentissima morte di Fidel Castro.

«L’Horcynus Festival 2016 finora ha lavorato prevalentemente sul Mediterraneo – sottolinea in apertura Massimo Barilla, dopo i saluti istituzionali affidati al presidente della Fondazione Horcynus Orca, Tommaso Marino – adesso si apre al mondo, coinvolgendo Cuba e la Fábrica de Arte Cubano, a cui ci accomuna una consonanza di filosofia e approcci che nasce dalla scelta di analizzare molteplici linguaggi artistici, di concentrarci sugli scambi tra arti e culture diverse. Il dialogo con Cuba sarà stabile, non sarà legato esclusivamente a questo momento storico di transizione per l’isola, di cui riteniamo fondamentale discutere».

«Il programma culturale dell’Horcynus Festival 2016 contribuisce a costruire una relazione organica e strutturale con Cuba – aggiunge il segretario generale della Fondazione di Comunità di Messina Gaetano Giunta – che anticipa la metamorfosi della Fondazione e di tutto il Distretto Sociale Evoluto, di cui la Fondazione Horcynus Orca fa parte. La Fondazione di Comunità di Messina si sta trasformando nella Fondazione delle comunità delle periferie del mondo. Periferie esistenziali e geografiche dove risulta vitale sperimentare nuovi paradigmi integrati di sviluppo economico e umano che declinano il bisogno irrisolto di libertà, eguaglianza, giustizia e rispetto dell’ambiente di cui ha sete gran parte dell’umanità. Nel dettaglio, la Fondazione di Comunità di Messina si riorganizzerà come un cluster di fondi che nascono per gemmazione. L’importanza di scegliere territori con economie e società in transizione come Cuba, come alcune aree del nord del Brasile. è evidente. Ciascun fondo mirerà a promuovere sui territori di competenza o sugli ambiti esistenziali individuati, sviluppo umano favorendo la creazione di interconnessioni feconde fra sistema di welfare, sistema culturale, sistema produttivo, programmi di ricerca e di trasferimento tecnologico finalizzati al potenziamento di economie civili inclusive, azioni mirate all’attrazione di talenti creativi e scientifici. Contestualmente, la nuova fondazione delle periferie favorirà l’apertura dei sistemi locali, promuovendo scambi di conoscenze, di risorse umane ed economiche fra i differenti territori e ambiti, sostenendo così processi di internazionalizzazione che vadano nella direzione di considerare il pianeta la terra / patria di tutti».

 

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