Incidente M/N Sansovino: Caronte&Tourist, “carenze non gravi, sui morti inutili sciacallaggi”

In una nota la società Caronte&Tourist torna a parlare del grave incidente in cui hanno perso la vita tre marittimi al lavoro sulla M/N Sansovino, rispondendo ad alcuni dubbi emersi da una recente inchiesta di Repubblica, in merito agli standard internazionali di prevenzione dell’inquinamento e dei morti sul lavoro.

“La Sansovino è in bandiera cipriota da anni – scrive la società –  Come SNS se ne chiese immediatamente l’iscrizione al registro italiano e Caronte & Tourist sta proseguendo nell’operazione, che tuttavia si presenta lunghissima e complessa e solo da poco se ne intravede la possibile conclusione. Va però precisato che – pur non essendovi obbligata – C&T applica le normative e il CCNL italiani e soprattutto versa la contribuzione INPS e assicura i marittimi all’INAIL come se la nave battesse già bandiera italiana. La nave peraltro è sotto la sorveglianza del RINA come tutte le altre della flotta ex Siremar. La Sansovino è stata sottoposta a Port State Control (un’ispezione operata su navi battenti bandiera estera, corrispondente alle visite di controllo effettuate su quelle del registro nazionale) il 14 aprile 2016, e cioè meno di 48 ore dopo essere transitata, con tutto il “compendio Siremar”, alla SNS .

Le condizioni della nave, dunque – sottolineano gli armatori –  dipendevano dalla gestione precedente a quella della joint venture tra Caronte & Tourist e Ustica Lines.

All’esito della visita, comunque, l’Autoritá Marittima di Porto Empedocle riscontrò sei “deficienze” formali, carenze non gravi e comunque tali da non richiedere il fermo della nave: dal mancato aggiornamento del nome del nuovo armatore, alla bassa leggibilità dei pescaggi fuoribordo, al malfunzionamento di alcuni smoke detector, alla prescrizione di effettuare un audit interno entro tre mesi sull’ISM Code. A tutti i rilievi fu data immediata soluzione.

Chi conosce anche solo superficialmente la materia marinaresca – continua la società di navigazione –  sa che le “deficienze” non sono “non conformità “, e che quelle segnalate dalla Capitaneria di Porto Empedocle sono tra le meno rilevanti. Ma sa, soprattutto, che il rigore dei PSC è addirittura superiore a quello già ferreo delle ispezioni periodiche effettuate su navi in bandiera italiana.

La sicurezza sul lavoro è un valore che è nel codice genetico del gruppo Caronte & Tourist, si concretizza in investimenti sulla formazione, sulle infrastrutture e sui dispositivi di produzione individuale e trova fondamento nel rispetto rigoroso delle regole.

Su ciò che è accaduto farà luce la magistratura – concludono gli armatori –  nella cui azione riponiamo una fiducia non formale. Ce lo impone il rispetto per il dolore delle famiglie delle vittime che non meritano inutili sciacallaggi”.

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