Scuole al freddo: disposta la chiusura, ma alcuni presidi hanno detto no. Interventi del Codacons e di Daniela Faranda (Ncd)

Il provvedimento sindacale con cui è stata disposta la chiusura di 34 plessi scolastici di 15 istituti, ha generato confusione per l’arbitrio lasciato ai singoli presidi.

I bambini della primaria Tommaseo, ad esempio, sono comunque entrati in classe, su sollecitazione della dirigente Schirò, lasciando quindi ai genitori la responsabilità della scelta finale.

Diverse scuole hanno provveduto a darne comunicazione nei rispettivi siti istituzionali, per qualche altro plesso è rimasta l’incognita fino ad oggi, generando una gran confusione e sollevando critiche. Persino una denuncia che  il Codacons, a seguito delle tante proteste ricevute, ha annunciato con la presentazione di un esposto alla magistratura siciliana chiedendo di indagare per reato di interruzione di pubblico servizio.

«L’impossibilità di frequentare gli istituti scolastici a causa delle temperature proibitive delle aule – dice il segretario nazionale, Francesco Tanasi – configura l’interruzione di un servizio pubblico quale è l’istruzione. Occorre individuare i responsabili di tale situazione e indagare su ciò che è stato fatto per prevenire un disservizio così grave».

Sulla questione è intervenuta anche la capogruppo Ncd Daniela Faranda che evidenzia il danno subìto da centinaia di alunni rimasti al gelo per giorni. «È questo l’effetto della approssimazione di una giunta che ci ha abituato a colpi di scena  che hanno dell’incredibile. Non riuscire nemmeno a garantire i più elementari servizi ai cittadini è l’evidente segno di una città alla deriva e della più totale assenza di una solida guida e, mentre assistiamo all’esultanza di Accorinti per i grandi risultati ottenuti, dal Masterplan ai bandi di concorso, dai bilanci in “attivo” alla raccolta differenziata, ai nostri ragazzi è negato il diritto allo studio ed alle famiglie la certezza  di poter contare sulla scuola. Il sindaco dedichi il suo tempo a Messina, verifichi attentamente l’efficacia della sua azione di governo, si interroghi e, soprattutto, dia risposte perché la città non è più disposta ad aspettare.

 

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