Un “Barrile” di pressioni sulla Presidenza del Consiglio: dalla richiesta di dimissioni al muro di silenzio

Dopo la “lunga notte” della fiducia, anche il prossimo appuntamento del 28 febbario in aula si appresta un momento politico dai toni accesi, viste le polemiche che anticipano la ricomposizione della Presidenza del Consiglio, vacante dei vice-presidenti e con Emilia Barrile col fiato sul collo di chi, a destra, alza muri e chiede dimissioni.

Prima il gruppo dei Centristi per la Sicilia diffonde una nota per bollare la cattiva gestione della seduta aperta durante il voto sulla mozione di sfiducia, a cui la presidente genovesiana, traghettata a Forza Italia sulle orme del suo leader, risponde di aver operato nel rispetto del regolamento del Palazzo municipale, rammaricandosi “per il modo inusuale e non perfettamente corretto dal punto di vista isituzionale, non avendo avuto preavviso e interlocuzione istituzionale”. Rispedisce al mittente le accuse dei centristi di D’alia sottoinenado la loro inosservanza degli articoli 15 e 21 del Regolamento del Consiglio comunale.

Ma in serata a “sfidare” la “sanguigna” presidente del consiglio è Daniela Faranda, capogruppo di Ncd -Ap. “Dopo l’addio di Interdonato e Crisafi – scrive la consigliera legata al deputato Germanà –  è Emilia Barrile a costituire l’unico elemento di continuità, la stessa che ha dimostrato ampiamente di non mantenere una terzietà rispetto al proprio ruolo. Già in passato avevamo ravvisato la necessità di una riflessione attenta sull’opportunità di mantenere inalterato l’ufficio di Presidenza, nonostante gli equilibri politici all’interno del civico consesso fossero cambiati, per questo avevamo avanzato la proposta di azzerare tutte le cariche, anche in seno alle Commissioni consiliari. Oggi, più che mai, sarebbe opportuno che Emilia Barrile facesse un passo indietro senza costringere altri a chiederne le dimissioni”. (@Pal.Ma)

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