Angela Manca scrive alla vedova di Provenzano, “ci aiuti a dire la verità su Attilio”

Si dice “fiduciosa” e si rivolge da madre a madre alla vedova di Provenzano, il boss deceduto nel 2016 a 83 anni, che Attilio Manca avrebbe operato a Marsiglia durante la sua latitanza e per questo fatto uccidere.

angela mancaCosì Angela Manca fa appello a Saveria Benedetta Palazzolo:

 

“Signora Saveria Benedetta Palazzolo, mi rivolgo a lei da madre a madre .
Lei, in qualità di moglie di Bernardo Provenzano, è l’unica persona che ci potrebbe aiutare a cristallizzare la verità sulla morte di nostro figlio .
Suo marito era in procinto di parlare, ma è stato selvaggiamente picchiato e messo a tacere per sempre; quindi la esorto a continuare lei la collaborazione del marito. Lo faccia per i suoi figli, per la sua coscienza, per chi da più di un decennio aspetta un briciolo di verità .
Signora noi stiamo lottando con tutte le nostre forze per ridare dignità a nostro figlio; quella dignità che hanno cercato di togliergli assieme alla vita ; e proprio per questa nostra lotta continuiamo ad essere facile bersaglio da parte di esseri meschini ,vili , senza dignità .
Basterebbero poche parole da parte sua: Attilio Manca ha visitato mio marito Bernardo Provenzano. Le sue parole rafforzerebbero le dichiarazioni di ben quattro pentiti : Giuseppe Setola, Stefano Lo Verso, Carmelo D’Amico e Giuseppe Campo che hanno dichiarato che Attilio è stato ucciso per aver assistito Provenzano nella sua malattia.
Io sono fiduciosa. Confido nel suo cuore di madre ,che sicuramente comprenderà il dolore che ho per la perdita di un figlio ,ma soprattutto l’impotenza di potergli rendere la giustizia che merita .
Un cordiale saluto
Angela Gentile Manca”

Sul caso Manca la Procura capitolina diretta da Giuseppe Pignatone  ha aperto un fascicolo (nelle mani del procuratore aggiunto Prestipino e del sostituto Palaia). I magistrati romani dovranno vagliare i riscontri delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che associano la morte di Attilio Manca ad un omicidio dietro il quale si muovono servizi segreti, massoneria e quella rete di protezione “istituzionale” eretta attorno a Provenzano.

Intanto continua la raccolta delle firme (già oltre 30 mila) in calce alla petizione, rivolta alla Procura di Roma, affinchè non si archivi il caso giudiziario e si continuano le indagini alla ricerca della verità.

 

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