Operazione Vecchia Maniera: condannati Bisognano e Marino

I due erano accusati di intestazione fittizia di beni in relazione alla creazione della società “Ldm Costruzioni srl” e Bisognano anche di tentata estorsione nei confronti della Torre Srl, impresa di Terme Vigliatore, che opera nel settore del movimento terra e dei calcestruzzi

di Carmelo Catania – Nel troncone dell’Operazione Vecchia Maniera del 25 maggio 2016, relativa ai reati di intestazione fittizia di beni e tentata estorsione a Giuseppe Torre, titolare della Torre Srl (secondo l’accusa Bisognano avrebbe costretto il Torre a cedergli dei lavori minacciandolo di coinvolgere suoi familiari rilasciando dichiarazioni accusatorie, ndr) il collegio penale del Tribunale di Barcellona, presieduto dal giudice Fabio Processo ha condannato a 5 anni il collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano, a cui è stata contestata la continuazione del reato e a 2 anni l’imprenditore Tindaro Marino.

Il pubblico ministero Federica Paiola, in forza alla Procura di Barcellona P.G., al termine della sua requisitoria aveva chiesto la condanna a 6 anni per Bisognano ed a 4 anni e sei mesi per Marino, essendo emersa la prova del reato di attribuzione fittizia della titolarità della società Ldm Costruzioni Srl, costituita dallo stesso Bisognano attraverso dei prestanome nel 2013.

Dalle intercettazioni era emerso che l’effettivo proprietario della società era Carmelo Bisognano il quale, non potendo figurare in prima persona nell’assetto societario a causa dei suoi trascorsi giudiziari e dell’attuale status di collaboratore di giustizia, al fine di sottrarre beni nella sua disponibilità a provvedimenti di sequestro, si era occupato personalmente di occultare la effettiva titolarità avvalendosi della fattiva collaborazione di Tindaro Marino.

Quest’ultimo aveva corrisposto somme di denaro e consegnato veicoli per lo svolgimento delle attività della società, in alcuni casi sollecitato direttamente da Bisognano che, nelle conversazioni intercettate, gli aveva ricordato gli impegni assunti e da lui mantenuti con le dichiarazioni rese in suo favore.

La società “ era di fatto gestita dai due con la fattiva collaborazione di Angelo Lorisco.

In particolare, il Bisognano e il Marino erano “le teste pensanti” della società, coloro che ne decidevano le sorti e il destino, e ciò anche in ragione della loro “competenza specifica” in materia.

A Bisognano era stato contestato anche il reato di tentata estorsione commesso, nel mese di febbraio 2016, in danno della Torre Srl di Terme Vigliatore.

Bisognano, attraverso Lorisco, già condannato in precedenza a tre anni con il rito abbreviato, avrebbero tentato di imporre alla Torre Srl l’utilizzo di mezzi di lavoro nella propria disponibilità. L’intenzione era di ottenere detti lavori con la minaccia ai titolari della società in questione, veicolata dal Lorisco, di rendere dichiarazioni che avrebbero pregiudicato la posizione degli imprenditori, e quindi delle società da costoro gestite. E ciò a differenza di quanto avvenuto nel passato, allorquando, invece, egli avrebbe omesso di riferire all’Autorità Giudiziaria fatti e circostanze aventi rilievo penale sul conto dei predetti.

Mentre per il pactum sceleris con l’imprenditore Tindaro Marino, attraverso il quale Bisognano, come collaboratore di giustizia, si era impegnato a rilasciare dichiarazioni più favorevoli nei confronti di Marino, rispetto a quelle in precedenza rese nell’ambito dei vari procedimenti che lo riguardavano, il Gip ha ordinato l’imputazione coatta per il reato di “False dichiarazioni al difensore rilasciate nell’ambito delle investigazioni difensive”, respingendo la richiesta di archiviazione della alla Procura, rappresentata dai sostituti Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio.

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