De Luca contro la variante al piano regolatore:”lebbrosario urbano serve partenariato pubblico-privato”

Ormai è all’ordine del giorno lo scontro relativo alle procedure/iter relative al P.R.G.. Molte sono le perplessità e critiche sollevate da più parti (Ordini professionali, associazioni di categoria, cittadini) circa le scelte adottate dagli “attori principali” redattori della variante del P.R.G. la cosiddetta “salvacolline”. Tale procedura, è poco comprensibile soprattutto in considerazione del fatto che contestualmente si sta procedendo alla revisione complessiva del P.R.G.. Perché non procedere direttamente con la stesura del P.R.G.? Probabilmente si è pensato che, attraverso una variante che mediaticamente è stata fatta passare come “ambientale – salvacolline”, si potessero raggiungere “risultati” più rapidi rispetto ad una revisione totale del P.R.G.. Sono trascorsi 5 anni e anche per la cosiddetta variante, indipendentemente dalla reale utilità, non si è ancora concluso niente”.

A dirlo il candidato sindaco di Messina Cateno De Luca durante una conferenza stampa nella sua sede elettorale. “Anche in questo caso, – prosegue De Luca – è da sottolineare l’insipienza amministrativa e tecnica dell’Amministrazione in carica (criticità sollevate dal Genio Civile, problemi legati alla VAS, ecc.)”.

RISANAMENTO: Per quanto riguarda i piani di risanamento della città peloritana De Luca aggiunge: “Qui a Messina da decenni non si è concluso nulla, i piani di risanamento sono stati solo un piano per illudere migliaia di persone e rilegarle in un vero e proprio piano di isolamento i residenti cioe’ un ‘lebbrosario’ urbano. Anni di promesse e di soldi sprecati per mera volontà politica”. Se di alcune proposte è possibile forse rilevare delle debolezze non è al contrario confutabile la portata che questi progetti hanno avuto”. “Riguardo i “programmi complessi – spiega ancora De Luca – che in altre realtà d’Italia ha consentito interventi di riqualificazione importanti. Si è superata la criticità tipica degli strumenti canonici (P.R.G. in primis e strumenti attuativi a seguire) privi di coperture finanziarie e si è avviata una fase concertativa importante tra pubblico e privato. L’attività della Amministrazione Accorinti risulta totalmente sbilanciata sul tema del sociale per pochi intimi, evidentemente gli “esperti” del Comune non hanno dato peso alle molteplici criticità e tematiche che caratterizzano la città di Messina. Senza una idea di città (conoscendo le reali criticità ed individuando le conseguenti strategie) e senza una griglia progettuale solida di riferimento, è impossibile poter ipotizzare la partecipazione a qualsiasi bando. È necessario innescare un circolo virtuoso che permetta alla città.

PIANO URBANISTICO- “Sul piano urbanistico De Luca aggiunge: “C’è stato un mancato coordinamento con una visione clientelare del territorio quale causa principale della mancata integrazione delle innumerevoli discipline delle dinamiche urbane. Le opzioni di governo urbano si esercitano soprattutto nella gestione dei reali problemi, che ci sono e sono tanti: perché la città non è cresciuta esattamente come i piani prevedevano, perché ha molte zone realizzate in maniera spontanea (abusive), e perché non è dotata da tutti i servizi e le infrastrutture che nella cultura del piano si pensava invece di inserire. Esiste dunque un’asimmetria profonda non solo tra la città che c’è e il piano che voleva realizzarla, ma anche tra la città che c’è e quella che comunque desidereremmo. Il declino dell’idea di progetto unitario per l’intera città connessa con il piano urbanistico è avvenuto non perché non fosse affascinante pensare a un progetto unico, che dettagliasse ogni aspetto dell’organismo urbano, ma perché e si tratta oggettivamente di declino causato dalle molte frammentazioni che il governo urbano, e meno che mai il piano urbanistico, stentano a contrastare“.

NUOVO PALAZZO MUNICIPALE –Indubbiamente – conclude De Luca – l’individuazione di un nuovo palazzo municipale rappresenta un forte cambio di rotta rispetto a quanto è stato fino ad ora. Infatti appare evidente che non è più pensabile avere una miriade di uffici dispersi in tutto il territorio. Occorre centralizzare le funzioni. Palazzo Zanca comunque è un edificio che non si presta alla funzione che attualmente ospita, inoltre per la sua conformazione architettonica e per le sue condizioni manutentive è un fabbricato tra i più energivori del patrimonio comunale. Lo stesso andrebbe riutilizzato quale museo, quale polo di attrattività per i croceristi e perché no quale sede del “Casinò del Mediterraneo e nel brand urbano”.

PON METRO: Sui progetti di edilizia sociale presentati dall’amministrazione Accorinti – spiega Carlotta Previti l’assessore designato al piano strategico  e finanziati nell’ambito del PON metro 2014-2020: il riepilogo dei progetti mostra come la quasi totalità degli interventi di edilizia sociale previsti nel PON METRO e finanziati con un importo di 30.466.356,74 milioni di euro prevedono per la maggior parte ristrutturazione di vecchi edifici da adibire a Centri Sociali, Cittadelle del Sociale, Centri servizi per erogazione di servizi sociali, Mercati solidali, Centri per lo sviluppo di start Up e imprese giovanili. Il progetto Capacity finanziato nell’ambito del ‘Bando periferie’ per un importo di 18 mln di euro non prevede nessun progetto di risanamento nelle zone degradate dei rioni Taormina, Camaro, Giostra etc.,  ma interventi di assegnazioni di case in uno spirito di co- housing per Fondo Saccà e fondo Fucile dove alcune famiglie dovranno condividere spazi comuni orti, solidali, tempi e servizi che sono prerogative della cultura e della convivenza scandinava che non ci appartengono”.

NUOVE POLITICHE URBANE – “La nuova fase di politiche urbane per la città di Messina – spiega l’assessore alle Infrastrutture Salvatore Mondello – dovrà essere caratterizzata da una forte componente di coesione, intesa in senso lato (fisica, economica, sociale, culturale, ecc.). Il convincimento di questo gruppo è che, non esiste attuazione senza strategia (interventi piccoli, medi o grandi che siano) non esiste filo strategico senza singole, continuative azioni attuative. Da un lato, si apre una prospettiva legata alla sperimentazione cauta e affidabile che, evitando la tentazione di formulare nuovi modelli, si impegna a mettere in “esercizio” indirizzi e strumenti di innovazione secondo le condizioni di contesto (normativa di riferimento, partecipazione ai bandi proposti dalla Comunità Europea, ecc.); dall’altro invece la possibilità di invertire la rotta sin qui mantenuta, cioè definire delle buone pratiche che possano mettere in atto quanto pianificato affidandosi non all’improvvisazione ma alla sapiente e scientifica cultura del “saper fare”. Sarà necessario adeguare procedure e tecniche (modi di fare degli uffici del Comune) ed essere più precisi in ciò che si richiede, seguendo anche le linee già tracciate da tempo dalla UE; sarà però altrettanto indispensabile introdurre un’altra serie di elementi (contenuti, procedure più avanzate, ecc.) relativi soprattutto a temi ancora poco o male esplorati e sperimentati, come la partecipazione, la condivisione di responsabilità, l’ambiente, l’uso attento delle risorse sul medio-lungo periodo. Ciò può servire ad avviare un nuovo ciclo virtuoso di apprendimento, di elaborazioni e risposte locali, di innovazioni. Nell’ambito di governo del territorio “l’educazione continuativa” è oggi un’esigenza fondamentale per tutte le figure coinvolte in un tale complesso processo”.

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