Fuga in avanti di Saitta, ma le operazioni di “sartoria” non sono chiuse

“Sono con noi” ha titolato oggi la Gazzetta del Sud a sette colonne, citando Antonio Saitta , candidato sindaco del centrosinistra, che tiene anche a fare distinguo sulla sua storia accademica, in qualche modo rivendicando autonomia rispetto agli ultimi arrivati i casa Pd e vuole ricucire lo “strappo” di Alessandro Russo in primis e di Francesco Palano Quero.

Eppure anche a leggere è lo stesso Saitta a parlare più che di un fatto, di un auspicio quando si legge “hanno concordato di aggiornare il percorso poiltico nei prossimi giorni” ovvero: il confronto no solo non si è chiuso nel centro sinistra, ma potrebbe non escludere ulteriori colpi d scena.

Di certo per molti elettori e giovani vicini a Russo e Quero non basta il ticket con Maria Flavia Timbro, con Panarello che rivendica la sua quota (anche se rosa) a ridare entusiasmo, se si considera che nel 2003 Saitta perse come candidato sindaco contro Buzzanca, nel 2005 fu vicensidaco di Genovese. L’analisi tattica di queste ultime scelte politiche ci porterebbe lontani, a scenari che solo Pannella avrebbe saputo ben definire.

In queste ore, dunque, Russo e Quero sono chiamati ancora una volta a spendersi in una campagna elettorale che risente delle delusioni di camouflage di alto livello. Saranno “uomini di partito” o butteranno ago e filo per nuovi tessuti e nuove trame?

Intanto sui social alcune dichiarazioni in merito di Alessandro Russo:

“Solo per chiarire alcuni punti sulla vicenda: 1) non ho ritirato le dimissioni da vice segretario e non ho rinnovato la tessera 2018 del Pd, perché le circostanze denunciate nel mio atto di dimissioni restano tutte, ossia in sintesi la impraticabilità del dibattito e la questione generazionale;
2) Confermo che anche questa volta, come sempre nella mia vita di militante politico, ogni posizione politica cercherò di raggiungerla cercandomela coi voti, mettendoci la mia faccia, sperando in una elezione;
3) La critica politica sul PD e le sue politiche sono profondissime, la delusione è immensa, né affronteremo (se ne varrà la pena ancora) le questioni dopo giugno, tuttavia c’è in atto una valutazione sincera e per nulla interessata a posti o sottoposticini sulla responsabilità di tenere unito il centrosinistra in questa corsa elettorale; essendo tutto fuorché mercenari e non avendo mai nascosto le simpatie per un progetto di centrosinistra che guidi la città, sentiamo forte l’appello all’unità.

Discutetene pure e contestate, ovviamente nessun rancore. Ma vi prego: non descriveteci come i mercenari che cercano sottogoverni, non solo non è vero ma mai nella nostra storia ciò è avvenuto (semmai, come nel 2013, li rifiutammo), lo ritengo cattivo.
C’è un travaglio profondo nel nostro gruppo in queste ore, lacerazioni anche umane che passano da storie lunghissime di impegno e di militanza”.

 

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