Teatro dei 3 mestieri: “Scene con fermate”, una risata vi seppellirà…a suon di blues

Di Clarissa Comunale – Continua la rassegna teatrale estiva del Teatro dei 3 Mestieri, per il cartellone “Fuori Scena”, con lo spettacolo Scene con fermate – dialoghi all’indomani dell’oggi nell’impossibilità di essere ancora ieri, di Domenico Loddo, con Silvana Luppino, Milena Bartolone, Paride Acacia, Tino Calabrò, Stefano Cutrupi, Domenico Canale, per la regia di Christian Maria Parisi, produzione Teatro Primo.

È una macchina del tempo verso il passato, tinteggiata dai toni dell’arcobaleno, guidata dallo scienziato Darwin, ad irrompere sulla scena, che, tra eccessi della memoria, paradossi e strani giochi logici, che sembrano quasi giochi alla maniera di Zenone, vanno alla ricerca di una donna, la “prima donna”, Lucy, la stessa Lucy cantata dai Beatles in Lucy in the sky with diamonds, l’animale meraviglioso che ci mostra come siamo diventati.
Ma quale evoluzione viene raccontata allo spettatore? Attraverso quattro episodi, stazioni di una irriverente e sarcastica via crucis, il testo di Domenico Loddo rivela non solo il gioco del tempo, ma anche ciò che l’umanità ha evitato accuratamente di di costruire. E mentre si fermano le lancette dell’orologio, cominciano vorticosamente a comparire luoghi e personaggi di epoche remote, per assimilare in un unico arco temporale, il presente, passato e futuro.
Compare Maria Antonietta, atterrita dal popolo francese che insorge e la minaccia di morte, con la perenne paura di essere stata una regina. Si rifugia a casa di una casalinga borbonica, che è riuscita a frequentare la scuola fino alla 5° elementare, “senza essere mai bocciata”, con l’immagine della rivoluzione francese raccontata dall’anime giapponese Lady Oscar. Insoddisfatte del loro marito, le due donne condividono l’amore malato e vuoto, ma non la morte, quella ghigliottina a cui la casalinga sarebbe pronta a prestarsi per morire da regina “dopo una vita da serva”.
Ci sono Michelangelo, un’artista asservito al suo committente Gesù Cristo, uomo divino dai mirabili poteri, e Socrate, il filosofo greco che appare sulla scena come un grillo parlante, sempre più assetato di conoscenza, quella stessa sete che poi lo condurrà a bere la cicuta.
Ci sono la manzoniana Lucia e la shakespeariana Giulietta, unite da un amore fisico e spirituale da difendere, unite dal desiderio di urlare la loro femminilità contro un maschilismo impotente e, a volte, troppo smielato, come quello dei corrispettivi Renzo e Romeo. Il progetto di un matrimonio lesbo che non può essere esaudito da un “cuor di leone” come Don Abbondio/don Vito Corleone, con un cellulare in mano al posto del breviario, che difende i delinquenti e i mafiosi, ma che non può celebrare un’unione dello stesso sesso.
Ma le porte del paradiso rimangono sbarrate per il teorico dell’evoluzione, Darwin. La sua teoria è accusata dell’immane omissione sulla creazione divina e ciò che il marxismo ha iniziato, fino al progetto utopico comunista e anarchico, non ammette alcun perdono e, quindi, alcun accesso edenico. Per la scienza, “illusione” effimera, antinomica alla fede, non rimane che il “futuro inarrivabile” a colui che è “un uomo del futuro senza più futuro”.
Cosa lega questa umanità? Sotto quale sfondo queste scene, che sembrano scollegate e atemporali, aprono e chiudono i loro battenti sul mondo? È proprio un Dio che, a suon di blues, si diverte e si prende gioco dell’essere umano, un Dio che, a dispetto dell’annunciazione nietzscheana della sua morte, è vivo ed è tra la gente, pronto a mischiare le carte e a ridere di ciò che la sua stessa creatura, l’uomo, è diventata.

Scene con fermate andrà ancora una volta sul palco del Teatro 3 Mestieri in replica stasera alle ore 21.30

Il cartellone “Fuori Scena” proseguirà con giovedì 19 luglio con Appunti di (dis)educazione sentimentale con Maria Pia Rizzo e Stefania Pecora, prodotto da Teatro dei Naviganti.

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