Il 21 settembre “Partecipate!”, l’Assemblea cittadina contro la privatizzazione delle partecipate

L’annuncio di voler indire una assemblea cittadina contro la privatizzazione dell’ATM, dell’AMAM e della MessinaServizi Bene Comune era stato dato dal gruppo CMdb a luglio, quando gli esponenti presentarono alla città il loro programma d’azione riguardo le partecipate. Il 21 settembre al Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca alle 17.30 sono tutti invitati a partecipare all’Assemblea cittadina generale con l’obiettivo di far squadra per mantenere pubbliche le aziende erogatrici di servizi essenziali.

“Nel referendum del 2011 – si legge sul manifesto – circa 27 milioni di italiani votarono contro l’obbligo della privatizzazione della gestione dell’acqua e dei servizi pubblici essenziali (trasporti, rifiuti). Anche in Sicilia ed a Messina moltissimi cittadini votarono contro la privatizzazione e l’attuale situazione delle nostre società partecipate è figlia di quel referendum: AMAM, ATM e Messinaservizi bene comune sono al 100% controllate dal Comune di Messina», prosegue la nota, che elenca i cambiamenti portati avanti negli ultimi 5 anni per rendere le tre principali società partecipate più adeguate ai bisogni dei cittadini, fra i quali la stipula di contratti di servizio, la nomina di nuovi direttori generali con avviso pubblico e l’avvio delle procedure per nuovi piani industriali e la riorganizzazione dell’organigramma. Nonostante i concreti risultati ottenuti (aumento autobus in circolazione, forte incremento della raccolta differenziata e avvio del porta a porta, rilancio del servizio idrico) – scrivono gli attivisti -assistiamo ad un progressivo smantellamento delle principali società partecipate da parte della nuova amministrazione, con dichiarazioni ed atti che indicano nella privatizzazione la migliore soluzione per rilanciare i servizi pubblici. Che senso ha smantellare proprio ora le partecipate comunali e minacciarne la privatizzazione quando si è finalmente imboccata la strada giusta per garantire servizi ed occupazione stabile? Perché offrire su di un piatto d’argento ai privati società che sono sulla strada del rilancio? Quali vantaggi dovrebbero portare i privati nella gestione delle società partecipate? In tutta Italia nelle grandi città i servizi pubblici essenziali sono gestiti da società pubbliche perché non è vero che le gestioni private dei servizi sono più efficienti. I privati – conclude la nota – non sono enti di beneficenza e gestiranno i servizi per avere un profitto che sarà pagato dai cittadini con probabili aumenti del prezzo di servizio e probabili tagli del personale”.

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