Il consiglio comunale ha approvato il Bilancio di previsione 2018

di Marina Pagliaro – Con 23 voti favorevoli 4 astenuti (Claudio Cardile, Antonella Russo, Felice Calabrò e Gaetano Gennaro del PD), è stato approvato il Bilancio di previsione 2018 questo pomeriggio in consiglio comunale. Un bilancio che l’attuale amministrazione ha ereditato dall’Amministrazione Accorinti. Il sì dell’aula, già nell’aria durante il primo consiglio comunale in cui era stato discusso nel suo contenuto ma non votato, è stato accolto dallo stesso primo cittadino come “scelta di responsabilità ma non politica – ha detto – prendiamo le distanze dal contenuto di un bilancio con numerosi limiti”. Oltre al bilancio è stato dato voto favorevole sempre dalla stessa percentuale di consiglieri anche al programma triennale delle opere pubbliche 2018-2020.

Oltre agli emendamenti presentati dal Sindaco per interventi urgenti legati all’edilizia scolastica, all’emergenza alberi e a lavori di manutenzione del patrimonio immobiliare comunale, nessun gruppo consiliare ha presentato richieste di modifiche. Dura la posizione dei quattro consiglieri del PD che hanno deciso di non appoggiare un bilancio non proveniente dalla Giunta De Luca. “Il nostro sindaco è come un dittatore bulgaro – ha commentato Felice Calabrò a nome dei quattro – Abbiamo votato tutti gli emendamenti. Ma il PD si astiene perché vedremo come sta operando il sindaco solo quando presenterà il suo bilancio”. Azione questa che la nuova Amministrazione è tenuta a presentare e discutere in aula entro dicembre di quest’anno per quanto riguarda il bilancio del 2019.

Il piano triennale

Ulteriore documento ereditato dalla Giunta Accorinti, il programma triennale delle opere pubbliche 2018-2020, è stato il primo a essere votato dall’aula in quanto propedeutico all’approvazione del Bilancio di previsione. Sono stati cinque gli emendamenti presentati dal Sindaco De Luca sono stati cinque riguardanti tutti somme destinate a interventi urgenti. Innanzitutto 850 milioni di euro per il 2018 5.034.750 milioni per il 2019 serviranno per  lavori di adeguamento e messa a norma delle scuole Cannizzaro-Galatti, villa Lina, Lombardo Radice, Ettore Castronovo e Pajno. Oltre 2 milioni e 30 mila euro saranno destinati alla ristrutturazione del centro diurno per anziani di via Cadorna e altri interventi nella parrocchia Santa Maria Incoronata, per i prospetti della Chiesa di S.Maria delle Grazie e per il recupero degli immobili delle Figlie del Divino Zelo. Altri 800 mila euro saranno investiti invece per la manutenzione straordinaria di tutti i cimiteri della città. Ancora per la manutenzione straordinaria degli immobili del patrimonio comunale sono stati previsti 274 mila euro di investimenti e, infine, 3 milioni 305 mila per per il 2019 e 3 milioni 245 mila euro per il 2020 da destinare alla risoluzione del problema della manutenzione degli alberi e delle piante pericolose. “Questo non è un piano triennale e non merita analisi percentuali perché abbiamo già detto in altre occasioni che c’è la summa di tutta una serie di previsioni del consiglio comunale precedente che non si sono tradotte in progetti di livello definitivo – ha commentato Cateno De Luca ribadendo di aver portato in aula la proposta senza sposarne le ragioni politiche del documento – Stiamo facendo un lavoro di accertamento di tutti i progetti cantierabili: certamente quelli di questo piano arrivano al 5% di quelli proposti”.

Il bilancio di previsione 2018 

“Questo bilancio è malato perché le entrate del comune sono per il 60% provenienti da proventi derivati e per il 40% da entrate dirette“. Ha esordito così il sindaco di Messina nel ripresentare brevemente un bilancio di previsione da cui già l’Amministrazione De Luca aveva preso le distanze. Ma non è questo l’unico dato allarmante che emerge dall’analisi delle entrate e delle uscite di Palazzo Zanca. La spesa più ingente che il comune di Messina si trova a dover pagare è quella dei debiti fuori bilancio che, insieme al costo del personale, eliminano quasi il 40% delle uscite.

sei emendamenti al bilancio presentati da De Luca, approvati sempre da 23 consiglieri comunali su 27 con l’astensione del PD (eccetto Libero Gioveni) hanno introdotto investimenti per la manutenzione delle scuole (anche con i fondi provenienti dal MIUR), i fondi del Masteplan (circa 60.990 mila euro per il 2018 e 548.910 mila euro per il 2019 da investire in rilievi per la mitigazione del rischio sismico) e altri investimenti per la manutenzione degli immobili del patrimonio comunale (2 milioni e 36 mila euro provenienti dall’Assessorato regionale alle infrastrutture).

Il Sindaco e il consiglio comunale: pace fatta 

Ancora una volta clima di distensione in aula fra il primo cittadino e i consiglieri comunali. “Sono tanti gli elementi che mi fanno arrabbiare di questo bilancio – ha aggiunto ancora De Luca – Ma io sono abituato ad assumermi le mie responsabilità perché sono il Sindaco di Messina. Stiamo continuando a lavorare insieme e spero che la diffidenza reciproca possa venir meno sempre più: in quest’aula siamo tutti persone per bene che devono lavorare per il bene della città”. Nonostante il voto favorevole della maggioranza del consiglio comunale, tuttavia, non sono mancate da parte dei consiglieri comunali alcune note di distacco e distanza dalla politica del bilancio di previsione, ormai diventato consuntivo.

Se Libero Gioveni (PD) è stato l’unico consigliere del PD a essere favorevole ai documenti approvati, ha sottolineato comunque la necessità di dover riorganizzare il personale e i dirigenti dei dipartimenti. Benedetto Vaccarino (Forza Italia) ha focalizzato l’attenzione sul problema dello sport, in assenza di un regolamento per l’assegnazione della gestione degli impianti sportivi. Pietro La Tona (Sicilia Futura) ha definito il bilancio “inutile, tardivo, inefficace e inefficiente”, nonostante lo abbia votato in aula. E se non si sono lasciati andare a commenti radicali i consiglieri Nicoletta D’Angelo (OraMessina), Salvatore Sorbello (Gruppo Misto), Salvatore Scavello (Bramanti Sindaco – Lega), Nino Interdonato (Sicilia Futura), Biagio Bonfiglio (LiberaME) e Andrea Argento (M5S), a sollevare il problema delle spese per le società partecipate la consigliera astensionista del PD Antonella Russo. “Idealmente vorrei rivolgermi a Renato Accorinti visto che è il padre del bilancio, ma non è qui – ha spiegato – Molte entrate sono una vergogna: solo 200 mila euro provenienti dalle tasse di soggiorno30 mila euro dalle ihnfissioni. Ma mi preoccupano le entrate dell’AMAM, per esempio. Soprattutto mi fa riflettere che per la manutenzione ordinaria delle scuole sono stati spesi 50 mila euro: se leggo questo dato e leggo che i costi delle elezioni sono 25 volte maggiori rispetto alle scuole e cioè 1 milione e 290 mila euro le chiedo di non dimettersi”. Sottolinea l’ingente spesa che il comune affronta per i debiti fuori bilancio il consigliere Massimo Rizzo (LiberaMe) che ha spiegato di aver votato a favore soltanto per senso di responsabilità. Un plauso al lavoro rapido del consiglio comunale viene dato da Biagio Bonfiglio (LiberaMe), mentre ha mantenuto la sua posizione critica Felice Calabrò (PD) portavoce dei motivi dell’astensione dei quattro consiglieri del PD in aula. “Quando la giunta De Luca riorganizzerà la macchina amministrativa rendendola efficiente allora vedremo come sta operando il nostro sindaco – ha detto – Oggi l’apertura del PD è l’astensione: ne riparliamo quando nel 2019 avremo il bilancio politico della nuova amministrazione e saremo aperti al confronto con questa”.

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