A nove anni dalla frana di San Fratello resta l’amore per la propria terra

di Frà Giuseppe Maggiore – Oggi in ogni angolo della terra si festeggia San Valentino, la festa degli innamorati. Credo che ognuno di noi è innamorato di qualcuno, credo che quel qualcuno non necessariamente deve essere una persona fisica, può essere anche un luogo.

Francesco d’Assisi oltre ad essere innamorato follemente di una persona, Gesù, era innamorato del creato: chiama sorella la luna, le stelle, l’acqua… la morte e fratello il fuoco, il vento, il sole… È innamorato del creato e delle creature immagine del Creatore. Innamorato di sora madre terra…Oggi riflettevo proprio su questo, sull’amore per la terra, anche quella che trema, che si squarcia… che frana. Perché quella terra è un luogo dove siamo nati, cresciuti e dove abbiamo le nostre radici. Terra dove abbiamo un Passato che ci permette di capire chi siamo, terra che ci ha ospitati per tanti secoli, dove abbiamo costruito il nostro presente e che per molti rappresenta il passato perché costretti andare via. Mi invadono la mente i volti di uomini e donne che hanno trascorso la loro giovinezza all’estero per potersi costruire una casa nella loro amata terra, San Fratello. Ho ancora impresso nel cuore il dolore di chi quella domenica 14 febbraio del 2010 si è trovato senza nulla dopo una vita di sacrifici, di rinunce e di stenti. Molti sono andati via, molti non sono ritornati, altri non hanno mai abbandonato la loro Terra.

Terra gonfia di acque, offesa, maltrattata, terra che si ribella, ma è la nostra Terra.

Solo l’amore, il senso di appartenenza ha reso possibile trovare un equilibrio che permette agli amanti di quella piccola porzione di terra dove sorge uno dei borghi più belli della provincia di Messina di ritrovare la normalità.

Come non ricordare la reazione dei giovani che hanno lottato per ricostruire la squadra di Calcio, o l’animazione del carnevale, o il Palio, le sagre e tantissime altre attività, anche imprenditoriali e commerciali, che sono il segno tangibile di una comunità che non è rimasta sotto le macerie ma che pian piano si rialza, risorge, come quel Cristo che primeggia la piazza dove sorgeva la bellissima chiesa di San Nicolò che tutti ci auguriamo che sia ricostruita.

“Non si può negare la vicinanza dello Stato e della Regione Sicilia, ieri con l’ingegnere Lo Monaco oggi con l’ingegnere Foti della Protezione Civile” – afferma il Sindaco dottor Salvatore Sidoti che quel giorno di 9 anni fa, (giorno del suo compleanno) era sindaco.

I lavori continuano, alcune case sono ancora in fase di demolizione, proseguono i lavori di qualificazione urbana: infatti dove sorgevano le scuole elementari sarà costruito un campetto di calcio con la tribuna e un centro polifunzionale con una palestra per le scuole.

Il sindaco inoltre in un’intervista asserisce che gli interventi sinora effettuati hanno esplicato la loro efficacia e i frequenti collaudi attestano che non ci sono movimenti.

I soldi spesi per San Fratello sono davvero tanti. Ne vale la pena?

Non si può cancellare dalla cartina geografica un paese che ha resistito a ben tre frane, non ci sono riusciti gli eventi naturali non può farlo l’uomo.

San Fratello ha una storia millenaria, ha le sue tradizioni, la sua lingua, i suoi cavalli e i suoi boschi… ha il suo Santo.

Lasciatelo scrivere con profonda fede ma con fierezza: San Fratello non molla perché è protetto, custodito e amato dal suo San Benedetto il Moro a cui ha dato i natali. Con cognizione di causa dico che una delle componenti di un ritorno alla normalità del popolo sanfratellano è la fede.

Chi ha vissuto quei drammatici giorni non scorderà mai quel crocifisso steso sulle spalle di tantissimi giovani che facevano a gara per portare quello che per loro non è un semplice pezzo di legno ma è il Salvatore del mondo. Un mio carissimo e fraterno amico a mo’ di scherzo, ma con tono convinto, disse che il vero capo della protezione Civile era Colui che stavano portando per le vie del paese accompagnato da singhiozzi e lacrime che si trasformavano in preghiera e salivano dritte al cielo come profumo di incenso.

La vera frana è l’inefficienza, l’incompetenza nel portare avanti le responsabilità, l’indifferenza o il menefreghismo. La ricostruzione è affidata solo a chi ha il senso di appartenenza e sa amare senza pensare quale sarà la ricompensa.

A tutti i Sanfratellani che amano la loro terra la loro Rocca Forte, buon San Valentino.

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