Disinnescato con successo l’ordigno bellico nel porto di Messina

E’ stata conclusa oggi con successo l’operazione di bonifica che dal 28 marzo al 15 aprile 2019 ha impegnato i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (Comsubin), distaccati presso il Nucleo SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di Augusta, protagonisti di una delicata operazione nel porto di Messina tesa a rimuovere e neutralizzare una bomba d’aereo rinvenuta a soli 100 metri dalla banchina della Sezione Velica della Base Navale.

L’intervento d’urgenza del Nucleo SDAI è stato richiesto dalla locale Prefettura, a seguito della segnalazione dell’Autorità Marittima dello Stretto di Messina circa il rinvenimento da parte del 3° Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera di un grande manufatto, riconducibile ad un ordigno esplosivo, individuato all’interno del porto a 30 metri di profondità.

Le preliminari operazioni subacquee, condotte il 28 marzo dai Palombari del Comsubin, hanno permesso di riconoscere l’ordigno come una bomba d’aereo americana da 1.000 libbre risalente alla seconda guerra mondiale. Vista la vicinanza del luogo di rinvenimento alle infrastrutture portuali, la Prefettura di Messina ha coordinato le operazioni di bonifica affinché iniziassero nella primissima mattinata del 15 aprile, nell’ambito di un dedicato bando d’interdizione alla navigazione ed al traffico veicolare.

L’intervento si è concluso alle 09.10 quando, raggiunta una zona di sicurezza, individuata dalla locale Autorità Marittima, la bomba è stata distrutta attraverso le consolidate procedure tese a preservare l’ecosistema marino.

Al termine dell’operazione, il comandante del Nucleo S.D.A.I. di Augusta, Tenente di Vascello Marco Presti, ha dichiarato: “Il rinvenimento di questo ordigno, così vicino alla Base Navale, ha imposto di applicare una rigida procedura d’intervento a causa della situazione di pericolo per la pubblica incolumità. Pertanto, a seguito della riunione di coordinamento in Prefettura, abbiamo redatto un dedicato piano di sicurezza che prevedesse l’inizio delle nostre operazioni all’alba per arrecare meno disagio possibile alla città . Solo nell’ultimo mese abbiamo rinvenuto a Lampedusa un’altra grande bomba d’aereo e numerosi proiettili di medio calibro, pertanto, mi preme raccomandare a chiunque dovesse imbattersi in oggetti simili, che questi manufatti possono essere molto pericolosi e quindi non devono essere toccati o manomessi in alcun modo. È opportuno invece denunciarne immediatamente il ritrovamento alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri, così da consentire l’intervento dei Palombari del Comsubin per rispristinare le condizioni di sicurezza del nostro mare”.

Gli interventi della Marina Militare

Questi interventi rappresentano una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal Decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione a favore della collettività.

Chiunque dovesse imbattersi in oggetti con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, non deve in alcun modo toccarli o manometterli, denunciandone il ritrovamento, il prima possibile, alle autorità di polizia competenti.

Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e bonificato oltre 44.000 ordigni esplosivi di origine bellica, mentre dal 1° gennaio 2019 sono già 2.987 i manufatti esplosivi rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani, senza contare i 8.895 proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm.

Con una storia di 170 anni alle spalle, i Palombari del Comsubin rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.

Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di COMSUBIN che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.

 

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