Caro treni in Sicilia: i biglietti aumentano, le proteste pure

di Luana Spanò – Dal 1 gennaio 2020, Trenitalia ha  aumentato del 10% di biglietti e abbonamenti.

“Le nuove tariffe – ha dichiarato l’assessore ai Trasporti Marco Falcone – sono inevitabili. Nel 2019 infatti abbiamo scongiurato un aumento del 7%. Oggi, a fronte di un miglioramento del servizio e lavori alla rete ferroviaria, il 10% in più credo sia sopportabile dall’utenza”.

Non è dello stesso avviso Il comitato dei  pendolari siciliani (Ciufer) secondo cui i treni siciliani, al contrario di quanto afferma l’Assessore ai Trasporti siciliano, sarebbero in perenne ritardo.

Il comitato pendolari, ha monitorato 9 linee, conteggiando 40.636 minuti di ritardo. È quanto emerge dall’analisi di circa 11mila treni in esercizio lungo la Messina-Catania-Siracusa, Catania-Palermo, Palermo-Trapani, Messina-Palermo, Messina-Sant’Agata di Militello-Palermo, Agrigento-Palermo, Modica-Ragusa-Caltanissetta, Siracusa-Ragusa-Gela e Catania-Caltagirone. Nel dettaglio, dei 749 treni monitorati sulla Catania-Palermo 180 risultano essere arrivati a destinazione in anticipo sull’orario previsto, 32 in orario, 266 con un ritardo entro i 5 minuti, 94 in ritardo di 10 minuti, 63 in ritardo di 20 minuti e 98 oltre i 20 minuti. A ciò si aggiungano 18 treni soppressi e 11 parzialmente soppressi, per complessivi 3.994 treni-chilometro cancellati e 6.581 minuti di ritardo.

E sui social si possono leggere i primi commenti dei viaggiatori, come quello di Monia Ben R’houma, dal cui post è tratta la foto e che scrive così: 

“Barcellona pozzo di gotto-Messina 45km.
Ora, il problema non sono i 40 centesimi in più aggiunti così a sorpresa per augurarci un buon anno, fossero almeno meritati!!
Treno in ritardo, guasto, treni degli anni dei dinosauri che con la puzza che ci trovi ti senti in una stalla del presepevivente.
Una fermata che dura un’ora, perché per o ritardi si devono coordinare e aspettare altri treni, e chi più ne ha più ne metta.
Un viaggio che con la macchina si può fare in 30 minuti si sta trasformando in un viaggio della speranza.
Quando accompagno mia nonna all’aeroporto di Palermo arriva prima lei in Tunisia che io a Messina.
Per arrivare a Catania, un’ora di macchina, devo fare mille cambi, perdo treni per 3 minuti di ritardo e arrivo dopo 3 ore.
Figuriamoci da Messina a Trapani, devo partire un giorno prima dell’impegno preso, non si sa mai i guasti, i ritardi, i cambi, le mucche e gli asinelli che mi tocca prendere.
Questa, signori, è la Sicilia, questa è l’Italia e il servizio trasporti dell’Italia.
Viviamo di rimanenze di treni, vagoni che hanno fatto la storia e servizi pessimi.
Poi si chiedono come fanno i giovani ad andarsene, come fanno a voler cercare altro.
Signori, non si vive solo di sole, mare e arancini.
Siamo stanchi di tutto questo.
Grazie Trenitalia, grazie Italia!”

 

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