Sinistre di Opposizione, lettera aperta ad Asp, Regione e Sindaci di Messina e Milazzo su emergenza sanitaria

Il Coordinamento Unitario delle Sinistre d’Opposizione invia una Lettera aperta all’ASP 5, all’ordine dei medici di base di Messina, all’assessore regionale della sanità, alla protezione civile regionale e provinciale, al presidente della regione, al prefetto di Messina, al sindaco di Milazzo e di Messina, riguardo all’emergenza sanitaria conseguente all’epidemia Covid 19.

Di fronte alle tristi e preoccupanti notizie che provengono in particolare da Messina città circa la presenza di diversi focolai di infezioni da Coronavirus in note cliniche private della città e all’aumento esponenziale dei contagiati, ribadiamo come coordinamento unitario delle sinistre d’opposizione alcune richieste alle autorità competenti.

Ma chiediamo: ”esiste a Messina un’Unità di Crisi tra Prefettura, ASP 5, Protezione civile, Comune e tutti gli enti preposti ad intervenire in questa delicata situazione di grave emergenza sanitaria?” Se esiste, che tipo di interventi si sono fatti per munire gli operatori sanitari, tutta la cittadinanza e le forze dell’ordine di dispositivi sanitari minimi (mascherine, amuchina gel, guanti, e disinfettanti utili), che al momento non si trovano ne’ in alcuni luoghi di lavoro ne’ nelle farmacie? E i servizi di assistenza domiciliare per i non ospedalizzati a che punto sono? Chiediamo alle autorità competenti risposte precise ed utili a maggior ragione in un momento in cui la Sicilia rischia il blocco del servizio di emergenza sanitaria, in quanto gli operatori sanitari del 118 e i loro sindacati ritengono che i dispositivi medici fornitigli dalla regione non proteggono l’operatore da possibili contagi, per cui minacciano già di rifiutare le uscite se non forniti adeguatamente dei DPI conformi.

Altresì ci chiediamo preoccupati se risponde al vero la notizia diffusa da un giornale, secondo cui una proposta di forniture sanitarie provenienti dalla Cina, inoltrata via Pec per tramite di un imprenditore locale al Comune di Messina ed alla Protezione civile regionale, sia stata ignorata. Tale fornitura consisteva nella disponibilità di invio ai predetti di 500mila mascherine del tipo Fpp3 e di 300mila test portatili: tamponi faringei a risposta quasi immediata di 15 minuti per l’accertamento di un contagio. Contro i 2/3 giorni ad oggi necessari per conoscere l’esito di un tampone. Nel frattempo continuano a mancare i tamponi, i letti e i reparti per le terapie intensive, le mascherine, i medici e gli infermieri.

E ancora sindaci come De Luca, che demagogicamente tuona contro la realtà della sanità a Messina e afferma che sono insufficienti le strutture essenziali, perché non ha compiuto un gesto forte, chiedendo a Stato e regioni di requisire i reparti di terapia intensiva delle strutture private? E la cordata dei sindaci guidata dal primo cittadino di Milazzo insieme ad altri 20 tra cui alcuni della Valle del Mela, Taormina e Giardini Naxos, che sobillano i cittadini a chiedere che Messina venga decretata zona rossa, piuttosto che fare demagogia e scatenare la caccia agli “ untori ”, perché non inneschino una procedura di controllo sanitario nei confronti delle attività produttive locali come l’indotto della Raffineria di Milazzo, e la stessa RAM, per verificare se ci sono condizioni di sicurezza sanitaria nei luoghi di lavoro, a maggior ragione all’indomani del contagio dell’operaio di Pace del Mela????

E’ più facile sobillare gli animi esasperati delle popolazioni, come fa il sindaco di Milazzo, proponendo che i lavoratori messinesi dell’indotto della Raffineria non entrino nel territorio del comune di Milazzo, piuttosto che imporre tramite gli organi competenti la salubrità dei luoghi di lavoro (fabbriche, uffici, trasporti), financo il blocco delle attività produttive non essenziali, se non ci sono condizioni certe di agibilità sanitaria delle fabbriche e nelle attività produttive in genere. Blocco temporaneo delle attività produttive non essenziali, con garanzia di reddito per i lavoratori occupati e al contempo blocco dei licenziamenti.

Come coordinamento unitario delle sinistre d’opposizione pensiamo responsabilmente che le giuste e severe regole nei comportamenti individuali per contrastare l’espansione dell’infezione da Coronavirus hanno efficacia solo se le autorità competenti e la classe politica dirigente a livello locale, nazionale e regionale potenziano la sanità pubblica devastata in questi anni dai tagli effettuati da tutti i governi classisti di centrodestra e centrosinistra che si sono succeduti. Pertanto ribadiamo le nostre proposte operative:

Requisizione sul nostro territorio di cliniche private e laboratori privati per fronteggiare l’emergenza, l’utilizzo di laboratori anche privati permetterebbe un uso massiccio e mirato dei tamponi, per evitare una propagazione incontrollata del contagio. Da un punto di vista operativo, suggeriamo la requisizione e la riattivazione della clinica Santa Rita sul Viale Giostra, al fine di trasformare il plesso in un presidio essenziale e strategico. E’ assolutamente urgente aumentare posti letto dedicati a pazienti con quadri clinici non particolarmente gravi. La vicenda della Casa di Riposo di via primo settembre è emblematica.

Rifiutiamo altresì l’idea di allestire le scuole per le persone in quarantena. Per le scuole si proceda invece alla sanificazione, soprattutto per quelle adibite all’emergenza abitativa.

E’ fondamentale che si requisiscano, anche “in danno”, strutture pubbliche o private che siano disponibili e abitabili nell’immediato. Ossia che prevedano pochi lavori per l’attivazione, dato anche il fatto che non risultano immobili comunali attualmente abitabili. In subordine alle altre strutture che il Sindaco o il Prefetto potranno individuare, da parte nostra suggeriamo i seguenti edifici: – la Caserma dei Carabinieri di Piazza San Vincenzo, composta da alloggi precedentemente utilizzati dai militari e da uffici. Si tratta di una struttura occupata da dodici famiglie nel 2015, rimasta ancora inconcepibilmente vuota. – la caserma della Guardia di finanza a Torre Faro, anch’essa chiusa.

No alla trasformazione dell’ospedale Piemonte in covid-hospital. Nuovi presidi sanitari sul territorio per gestire questo intervento straordinario, a partire dalle terapie intensive.

In un momento di così grave crisi sociale che impoverisce ancor di più i settori sociali più sfruttati e fragili economicamente, ribadiamo la necessità di un blocco della riscossione dei tributi e dei mutui, e la tassazione straordinaria (almeno al 10%) dei grandi patrimoni (sopra i 2 milioni individuali o i 4 familiari) per finanziare queste misure, da accompagnare con un drastico taglio delle spese militari.

Invece il governo Conte si mostra solo formalmente vicino alle esigenze drammatiche dei cittadini. A livello europeo è incapace di opporsi all’eventualità di un ulteriore indebitamento, nel caso volesse accedere ai prestiti usurai del MES, mascherati da “aiuti” da parte dell’U.E. Per aiuti autentici si debbono intendere semmai delle concessioni senza impegno di restituzione, quale segno tangibile della solidarietà tra gli Stati membri. In caso contrario il popolo italiano sarebbe destinato ad andare verso lo stesso impoverimento subito, per una simile politica, dalla Grecia. Il governo Conte si limita ancora oggi a fare annunci di contributi elargiti ai Comuni (contributi per nulla straordinari, bensì previsti in bilancio). L’unico trasferimento irrisorio destinato ai comuni per il sostegno alle fasce più deboli è rappresentato dai 300 milioni che la Protezione Civile suddividerà per gli 8100 comuni presenti sul territorio. La beffa continua ai danni di chi si aspetta un aiuto concreto dallo Stato nell’attuale situazione di grave emergenza.

Coordinamneto Unitario delle Sinistre di Opposizione:

Giacomo Di Leo, per il Partito Comunista dei Lavoratori (ME)

Alfonso Calabrese, per il Partito Comunista Italiano (ME)

Nicola Balestri, per Sinistra Anticapitalista (ME)

Ivan Calì, per Potere al Popolo (ME)

Antonio Bertuccelli, per il Fronte di resistenza comunista (ME)

Cristoforo Tramontana, per il circolo comunista “ventunounoventuno” di Milazzo

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