Streaming vietato a Messinaora: ci chiedono la “rettifica” ma noi non possiamo, e vi spieghiamo perchè

di Palmira Mancuso – Dall’ufficio di presidenza del Consiglio Comunale di Messina, nelle persone del Presidente Facente Funzione Nino Interdonato e della Vice Presidente Serena Giannetto, leggiamo (pubblicata dall’ufficio stampa del Comune) una nota che riportiamo:

“In riferimento ad un articolo stampa apparso nelle scorse ore, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale, composto dal Presidente f.f. Nino Interdonato e dalla Vice Presidente Serena Giannetto, precisa quanto segue: “Quando la disinformazione e lo sciacallaggio regnano sovrani. Ci duole il cuore leggere certi articoli, – si legge nella nota – soprattutto se fatti da una giornalista professionista. Come Ufficio di Presidenza siamo esterrefatti per l’articolo pubblicato dal giornale MessinaOra, falso e pretestuoso. Sin dall’inizio si era precisato in fase di accreditamento di tutte le testate giornalistiche che, trattandosi di una seduta ‘sperimentale’ anche dal punto di vista tecnico, non sarebbero state autorizzate dirette social, per non compromettere la stabilità della rete. Nonostante i ripetuti ammonimenti da parte della presidenza, MessinaOra continuava imperterrita la diretta Facebook, assumendo anche un atteggiamento scorretto nei confronti delle altre testate giornalistiche, che hanno seguito alla regola la seduta del Consiglio Comunale. In questo momento per tutti delicato, ove prevale il bisogno di unità e di non alimentare il caos, sarebbe opportuno dire le cose come effettivamente sono andate. Il professionista si vede anche da questi momenti. Non si può predicare bene e razzolare male. Ci auspichiamo una rettifica da parte della redazione di MessinaOra, certi che tali atteggiamenti scarsamente professionali non si replicheranno in futuro”.

Rimaniamo costernati da quanto è stato descritto e dal linguaggio usato da due rappresentanti delle istituzioni nei confronti di una testata giornalistica.

Ricostruiamo i fatti che sono sotto gli occhi di tutti, quindi non vi è alcun motivo di fare rettifiche.

Dopo un mese e mezzo dall’inizio dell’emergenza covid, in cui da giornalisti abbiamo sempre segnalato il problema dell’accesso alle informazioni ufficiali, con l’assenza di conferenze stampa sui dati comunali dell’emergenza, siamo stati ben lieti di ricevere la comunicazione della convocazione della seduta straordinaria del consiglio comunale e il relativo link di accesso.

Nelle email che abbiamo ricevuto per la richiesta di accredito non vi era alcun riferimento a trasmettere o meno lo streaming: ovviamente ci era stato chiesto di chiudere microfono e video, perchè giustamente non potevamo certo interrompere o intervenire su un consiglio comunale (generalmente i giornalisti e le testate hanno uno spazio riservato in Aula). Vi era anche fatta richiesta di non cedere il nostro link di ingresso alla piattaforma a terzi. Quindi niente di tutto questo è stato fatto.

Siamo stati accreditati. E il consiglio comunale è pubblico. Ed essendo noi una testata multimediale, nessuno può sindacare sul mezzo usato per seguire il consiglio comunale.

Non volendo pensare che sia un problema di qualsivoglia natura politica (anche se non capiamo cosa si voglia intendere sui giudizi di merito da parte di un organo istituzionale circa il “predicare bene e razzolare male”) vi chiariamo che non vi era alcun motivo TECNICO per escluderci due volte dalla seduta.

Noi eravamo collegati come lo erano tutti i partecipanti. Non usavamo il server del comune, ne del consigliere Interdonato, ma attraverso l’accesso personale dalla nostra postazione ribaltavamo sulla pagina fb del nostro giornale il segnale senza appesantire la linea di nessuno. Come era facile comprendere dal momento che stavamo trasmettendo senza che ci fosse alcun problema tecnico.

Dichiarare che saremmo stati scorretti nei confronti delle altre testate, perchè? Messinaora è una testata multimediale e da anni utilizziamo le dirette facebook con mezzi professionali, e ogni giorno da quando è iniziata la emergenza covid19 abbiamo continuato con una piattaforma creata per le viodeochiamate di grandi gruppi, a tenere informata la città creando spazi di confronto anche politico sui temi principali. Lo facciamo avvalendoci della professionalità e competenza della 5G Produzioni che ci consente di fare lo streaming in diretta fb e contemporaneamente sul nostro sito www.messinaora.it

Siamo un giornale indipendente non perchè non abbiamo una linea editoriale, ma perchè nessuno ci paga per sostenere i nostri valori che sono anzitutto quelli costituzionali: dall’articolo 21 della Costituzione alla legge sulla stampa che garantisce i giornalisti e i lettori. Pertanto non vi è nulla da rettificare circa la volontà di seguire il consiglio comunale e contestualmente farlo seguire ai nostri lettori.

Volevamo sopperire in pieno spirito di servizio ad una mancanza che evidentemente è del Palazzo che non si è mai adeguato ad un criterio di trasparenza in merito ad una diretta streaming dei lavori d’Aula. Tanto che in tempi di non emergenza sono diverse le testate che trasmettono in diretta i consigli comunali, ciascuno con i propri strumenti.

Ieri volevamo continuare a fare quello che sappiamo fare. E ci è stato impedito. Nonostante avessimo spiegato che tecnicamente non stavamo “sovraccaricando” il segnale di nessuno.

Invitiamo piuttosto i due rappresentanti del consiglio comunale ad un confronto sereno. Lo sciacallaggio da vocabolario  indica ” lo sfruttamento scandalistico di informazioni riservate allo scopo di danneggiare l’immagine di un avversario, spec. politico.” Di riservato in un consiglio comunale non vi è nulla, quindi restituiamo al mittente certo linguaggio che non ci appartiene e che evidentemente caratterizza questo periodo buio per la democrazia in città.

Vorremmo piuttosto che a Messina venisse valorizzata la professionalità di chi investe sul territorio, con le proprie idee e le proprie risorse. In qualunque campo.

A margine di quello che ci è apparso ieri, rispetto a delle telefonate che ci chiedevano di sospendere  la diretta e rispetto a quanto anche oggi dichiarato nella nota di Interdonato e Giannetto, sembra quasi doverci giustificare nei confronti delle altre testate che tecnicamente non sono state messe in grado dal Comune di fornire una diretta streaming.

Ecco quello che secondo noi è il vero problema: se il Consiglio Comunale avesse fornito lo streaming tutte le testate che lo ritenevano opportuno lo avrebbero potuto diffondere. Si è preferito invece organizzare una call conference invitando i giornalisti a partecipare per un “resoconto”. Ma le modalità per diffondere le notizie spettano a ciascun giornalista secondo i propri mezzi. Quindi intervenire sugli strumenti del giornalista non è corretto ne giustificato. Inoltre alcune testate presenti ieri avevano scelto di mandare in diretta lo streaming del sindaco, quindi anche tecnicamente erano impossibilitate a fare quello contemporaneo del consiglio comunale.

Si è anche voluto sottolineare che si trattava di un “esperimento”: ma, posto che il metodo delle call conference è in uso da anni con valore giuridico per tutte le riunioni di amministrazioni, il consiglio comunale era pienamente valido così come tutte le implicazioni del caso, quindi anche il diritto di cronaca.

Non abbiamo dunque nulla da rettificare, anzi approfittiamo per poter fare un pubblico confronto e chiarire ancora una volta, se ce ne fosse il bisogno dopo questo articolo, un fraintendimento che segna un conflitto tra la libertà di cronaca e l’uso delle nuove tecnologie.

 

 

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