Cimiteri aperti in tutta la Sicilia: a Messina il Sindaco si mette di traverso

A Messina all’emergenza Covid si è aggiunta un’emergenza democratica, una sciagura chiamata Cateno De Luca. In molti oggi aspettavano dopo questo lungo periodo di limitazioni e chiusure, di distanze tra i vivi e di divieti di onorare i morti, di poter riprendersi un pizzico di normalità. Come quella di andare a trovare un caro defunto, una mamma, una moglie, un papà, un marito. Eppure nonostante la riapertura è prevista dall’art. 7 dell’ordinanza n° 18 del 30 aprile 2020 del Presidente della Regione Sicilia a Messina vige il terrore di Cateno De Luca, che usa interpretare i DPCM a convenienza. Infatti come spiega bene il consigliere Rizzo, “per i giuristi da tastiera e di Palazzo Zanca: vero è che il DPCM non prevede espressamente l’apertura dei cimiteri ma non la vieta e, dunque, è consentito riaprire in virtù dell’ordinanza regionale. Si tratta di una quelle maglie che il Governo ha lasciato larghe per consentire interventi su base regionale. Ma questo, in ogni caso, non dovrebbe riguardare il Comune di Messina che, come noto ai più, fa parte della Regione Sicilia. O no?”.

Intanto in Regione la vita è più tranquilla: a Palermo “Il sindaco, Leoluca Orlando, ha disposto l’apertura dei cimiteri comunali, a partire da lunedì 4 maggio e sino a nuova disposizione, in applicazione a quanto previsto dall’Ordinanza Contingibile e urgente Presidente Regione Siciliana, n. 18 del 30 aprile scorso.”

A Catania “Il sindaco, Salvo Pogliese, con una propria ordinanza ha disposto da martedì 5 maggio, la riapertura al pubblico dei cimiteri comunali Acquicella e San Giovanni Galermo con una suddivisione giornaliera degli ingressi per ordine alfabetico, di quanti si recano per la visita di defunti. L’ingresso verrà consentito dalle ore 7 alle ore 18“.

Riapertura anche per i cimiteri di Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Trapani, Enna ed Agrigento.

A Messina, invece, cimiteri chiusi.

E analogo discorso si verifica per le ville comunali: aperte in 8 provincie siciliane su 9. A Messina occorre attendere venerdi perché bisogna effettuare interventi di manutenzione e pulizia. Manutenzione che evidentemente non era stata programmata tra una diretta e l’altra. A discapito di tutti i cittadini che non potranno usufruirne, come accade nel resto dell’isola e dei comuni della nostra provincia.

Nel suo “decisionismo” bipolare, De Luca in questa Fase 2 replica ciò che era avvenuto per ferramenta, ottiche e negozi di abbigliamento per bambini: aperti in tutta Italia, chiusi a Messina.

“Nella Repubblica indipendente ed autonoma di Messina – ironizza amaramente Rizzo –  poi, c’è una chicca giuridica che farà giurisprudenza. Mentre nel resto della Sicilia chi lo vorrà potrà giocare a tennis (rispettando le normali regole prudenziali) a Messina tale attività sportiva resta vietata per possibile rischio contagio da top spin.

Kant diceva che “Il diritto non deve mai adeguarsi alla politica, ma è la politica che in ogni tempo deve adeguarsi al diritto.”
Ma Kant, probabilmente, non conosceva la Repubblica indipendente ed autonoma di Messina”.

Stamattina abbiamo raggiunto il Cimitero di Granatari nella zona nord: dalle 10 alle 10,30 abbiamo incontrato sei persone che consideravano la possibilità di accedere visto quanto prevede l’ordinanza regionale. Alcune di loro le abbiamo ascoltate in diretta:

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