Comitato l’Ospedale di Lipari non si tocca: “Salute e questione ospedale non possono e non devono più essere strumentalizzati”. L’intervista

di Luana Spanò – Abbiamo intervistato Anna Spinella uno dei promotori del comitato “l’Ospedale di Lipari non si tocca”. Un lungo dibattito che pone l’accento sull’importanza di vivere in un territorio che abbia un ospedale che funzioni: “Come si può pensare di creare una famiglia, crescere dei figli, far invecchiare i propri genitori in un posto senza ospedale? Come si può scegliere di vivere in un posto del genere? È proprio questo pensiero che ci ha uniti, che ci ha portato a riunirci e a fondare il comitato”.
Durante la prima riunione per l’istituzione del comitato la presenza in termini numerici dei cittadini è stata straordinaria. Lipari nonostante tutte le promesse disattese da più parterre politici è nuovamente pronta a dare fiducia. Quando altrove e sotto bandiera politica ha deciso di non presenziare a chiamate pubbliche. Questa è una grande responsabilità.
“Per un lungo periodo, per più di un paio di anni, è passato il messaggio: Mah si, tanto l’ospedale non funziona, se lo chiudono è anche meglio.
Ma come si può vivere su un territorio senza un ospedale che funzioni, mi domando. La voglia di non rassegnarci, di non farci più abbindolare dalle coalizioni politiche di turno, la voglia di non accontentarci e di lottare per la tutela del nostro diritto alla salute, diritto di tutti, la voglia di lottare per salvaguardare il nostro ospedale. Questa è una battaglia che non deve assolutamente avere colori politici o padrini, questa deve essere la battaglia di tutti gli Eoliani e degli amanti del territorio Eoliano. Ricordiamoci che l’argomento salute e la questione ospedale non possono e non devono più essere strumentalizzati. Una cosa è certa, il sistema sanitario dipende direttamente dalla politica, e la politica (a tutti i livelli) deve assumersi le proprie responsabilità e assolvere ad esse, dando delle risposte concrete, è questo il ruolo della politica, della buona politica.
La nostra battaglia riguarda l’ospedale di Lipari, più in generale puntiamo proprio alla difesa della sanità pubblica, soprattutto oggi, che la pandemia ha messo in luce gli effetti disastrosi dell’applicazione alla salute delle logiche di mercato. Stiamo infatti seguendo le attività di un comitato nazionale che sta organizzando una campagna referendaria, alla quale pensiamo di aderire, per la riforma del sistema sanitario e per il ritorno al sistema universalistico.
Aggiungo che, non appena sarà possibile, intendiamo organizzare la seconda assemblea pubblica, perché il comitato è costituito dalla gente Eoliana, è la gente che va coinvolta, ed è alla gente che bisogna dar voce.”
Sembra che il Comitato e l’amministrazione nell’ultimo periodo abbiano smesso di comunicare, se non attraverso mezzo stampa e post. È solo una sensazione avvertita dall’esterno?
“I post sui social ed i comunicati stampa, stanno ormai diventando una consuetudine, sono immediati e alla portata di tutti. Probabilmente sono anche uno strascico del recente lock down. Risultano comunque uno strumento veloce e trasparente, rendono pubbliche le interlocuzioni, sia tra le istituzioni stesse che nel nostro caso tra comitato ed istituzioni. È giusto che le comunicazioni siano visibili e conosciute da tutti, vogliamo che la nostra attività si svolga alla luce del sole. Le interlocuzioni sui social o a mezzo stampa, sono anche fondamentali, perché permettono di non nascondersi tra carte e scartoffie, qui ci si mette la faccia. La gente deve sapere quello che accade. Ricordiamo che la conoscenza rende liberi!”
Al momento all’ospedale di Lipari è possibile prenotare ed effettuare la morfologica? Se è no, ne conoscete le ragioni?
“Purtroppo ad oggi Domenica 21 giugno 2020 ancora no, e a dire il vero non ne conosciamo il motivo. Al di là dei facili proclami, sembra che ancora ci siano problemi burocratici da risolvere. Abbiamo chiesto pubblicamente lumi, e siamo in attesa di risposte.”
Al momento anche all’ospedale di Lipari, come da disposizioni nazionali, non è possibile effettuare visite cardiologiche che non hanno la priorità, a causa dell’emergenza Covid. Il centro unico prenotazioni visto il sovraccarico ha smesso di prendere appuntamenti, rimandando la procedura per tutte le visite o ecografie cardiache ai primi di luglio. Si prospettano quindi tempi lunghissimi per riuscire a fare una visita cardiologica. 
“Quello che posso dire è che ci sono giunte diverse segnalazioni del genere, ma al contempo anche segnalazioni ben diverse. Ad esempio infatti, alcune persone ci hanno comunicato che prenotando la visita cardiologica al CUP con la dicitura B (priorità della prestazione Breve) , è stato dato appuntamento dopo solo una settimana. Questo è un segnale positivo. Vorremmo proprio far chiarezza su questo argomento, il nostro obiettivo è poi quello di chiedere che agli Eoliani venga riservato un numero apposito al quale rivolgersi per prenotare direttamente tutte le visite che si possono effettuare presso il nostro nosocomio.
È per questo che stiamo preparando un vademecum con tutti i servizi che l’ospedale può offrire. Vogliamo ripartire da qui.”
Non si può più nascere a Lipari, la battaglia è persa?
“Persa proprio non direi, semmai la battaglia è appena iniziata. Sin dal primo mese di vita del comitato abbiamo iniziato a spulciare la normativa di riferimento, in modo da capire di cosa stavamo parlando. In questi mesi abbiamo intrapreso la lotta per poter effettuare la morfologica presso il nostro Ospedale, affinché venga dunque garantito un percorso nascita sicuro e completo. Il passo successivo sarà quello di fare squadra con altri territori che vivono le nostre stesse difficoltà, per fare fronte comune e riottenere personale, attrezzature, e autorizzazioni per poter di nuovo partorire qui a Lipari. Vogliamo sottolineare che Lipari rientra a pieno titolo nelle zone disagiate per cui il decreto balduzzi del 2015 ha previsto la possibilità di ottenere la riapertura del punto nascita in deroga al requisito dei 500 parti l’anno, su richiesta dell’assessore regionale alla sanità. Vogliamo capire perché questa deroga non sia stata chiesta e quali ancora oggi siano gli ostacoli.”

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