di Michele Bruno – Arrivano le reazioni per la morte, avvenuta ieri, del 67enne forestale Paolo Todaro, lavoratore precario e stagionale, avvenuta mentre si recava con il mezzo di servizio a spegnere un incendio a San Filippo Superiore, cadendo, a quanto è emerso, da un dirupo. Sono molto risentite quelle dei sindacati. Uil e Cisl hanno ricordato Todaro, denunciando la situazione di grave precarietà vissuta dai lavoratori forestali.
“Il contatore dei caduti sul lavoro non si ferma ed aumenta drammaticamente nell’assurdo silenzio di chi ha precise responsabilità per fermare questa orribile mattanza. La morte di Paolo Todaro urla giustizia e necessita chiarezza e verità. In tal senso, auspichiamo indagini accurate che possano celermente chiarire le dinamiche del tragico evento. A nostro avviso, è inammissibile che un forestale 67enne, a pochi mesi dalla pensione e ancora precario, debba perire nell’espletamento del dovere e di un servizio che dimostra l’abnegazione di una categoria, quella dei lavoratori forestali, quotidianamente vituperata e oltraggiata, costretta a pagare un nuovo tributo di morte” lo ha affermato Ivan Tripodi, Segretario generale di Uil Messina.
“In questo momento di strazio e di dolore la Uil Messina esprime alla famiglia di Paolo Todaro le più sentite condoglianze e la piena vicinanza nell’assoluta consapevolezza che questa vicenda non debba cadere nel dimenticatoio” ha concluso Tripodi.
si rammarica anche Giovanni Cavallaro, dirigente responsabile dell’Ispettorato ripartimentale forestale di Messina “Paolo era un lavoratore instancabile e pur dovendo andare in pensione a settembre, voleva lavorare sempre sul campo e non in un ufficio. La politica dovrebbe interrogarsi anche sulla demonizzazione che spesso è stata fatta sui forestali e sul loro lavoro. Ad esempio Paolo ancora a 67 anni era come la maggior parte dei forestali precario perché era centounista, cioè lavorava 101 giorni l’anno”
Secondo Cavallaro “Questa situazione esiste perché molti politici hanno fatto campagne elettorali e hanno convinto l’opinione pubblica che il nostro lavoro non è indispensabile e che noi eravamo parassiti. In verità il nostro lavoro è fondamentale per l’ecosistema e per salvare molte vite umane. Sarebbe opportuno si rivedessero questi giudizi e la politica dovrebbe intervenire per stabilizzare tanti lavoratori come Paolo”.