Vara e Don Giovanni, esclusiva Messinaora.it: l’Assessore Enzo Caruso risponde alle critiche

Enzo Caruso

di Michele Bruno – A seguito del nostro servizio (qui) sulla questione che ha riguardato la mancata organizzazione della Vara quest’anno a seguito dei rischi legati al Covid 19 e le dichiarazioni che noi abbiamo riportato (qui) del Consigliere M5S Cristina Cannistrà e la versione dei fatti offertaci da Marco Grassi, docente e studioso e addetto stampa del Comitato Vara, l’Assessore Enzo Caruso ha voluto replicare e si è reso disponibile per un’intervista.

Ha anche colto l’occasione per replicare alle dichiarazioni rilasciate dal Consigliere comunale di Ora Messina (centrodestra) Salvatore Sorbello, il quale aveva chiesto all’Amministrazione di provvedere ad esporre la Vara intera al pubblico messinese in quanto riteneva ciò non in contrasto con le misure anti-Covid previste dalle disposizioni statali, e che, come il consigliere Cannistrà, aveva espresso dei dubbi sull’organizzazione della rievocazione  storica dello sbarco del Don Giovanni d’Austria, in particolare lo stanziamento di fondi per questo evento.

Sulla questione del Don Giovanni D’Austria, Caruso ha spiegato a Messinaora.it la sua versione dei fatti:

“Le note di Cannistrà e Sorbello sono chiaramente un attacco strumentale, se si leggono le carte… Parliamo della  Delibera di Giunta n.365 31 luglio 2020 (clicca qui). Il Comune ha partecipato come lo scorso anno, su proposta dell’Associazione Aurora e del Tourism Bureau (Organo legato alla Città Metropolitana e all’Università), al Bando del Ministero dei Beni Culturali per le Rievocazioni Storiche. Lo si è potuto fare perché esisteva una rievocazione storica: Lo Sbarco di Don Giovanni, evento che si svolge a Messina dal 2009.

C’erano diversi concorrenti e Messina è stata selezionata nella graduatoria nazionale. L’anno scorso questa rievocazione ha portato circa 6000/7000 persone in città, tra cui anche figuranti provenienti da Venezia, da Roma, da Nicosia, Catania, Belpasso, e poi Associazioni, Enti ed Istituzioni. La Nave Scuola Palinuro che è stata concessa dalla Marina Militare che patrocina l’evento sin dalla prima edizione. Se si dovesse quantificare il costo di realizzazione di una rievocazione di questa portata servirebbero non meno di 200/300mila euro”.

Ma come è nato questo evento?

“La prima edizione di Don Giovanni è nata con 4 barchette, ma grazie ai patrocini di Ministeri della Difesa e Beni Culturali, della Marina Militare, del Museo Marittimo di Barcellona, del Comune Greco di Lepanto (ndr dove è rievocata la battaglia), delle Isole Canarie, è cresciuta moltissimo. Si pensi che la Marina insieme a Carabinieri e altre forze armate e imbarcazioni civili, hanno contribuito a realizzare l’unico Corteo Navale del Mediterraneo a beneficio di una straordinaria promozione della Città…

Da quel momento, non è più l’evento dell’associazione Aurora che l’ha inventato ma qualcosa di più importante. Per sostenere le spese vive, ogni anno sponsor e istituzioni intervengono con piccole cifre a sostegno dell’organizzazione: il primo anno 3mila euro, fino ad un massimo di 18mila, in funzione delle quali l’evento ha avuto sempre più ampio respiro”.

Ma come è finanziato il progetto?

“La partecipazione al Bando Ministeriale per il 2020 impone, come tutti i bandi, una quota parte in denaro o in servizi del soggetto proponente. Il finanziamento dello scorso anno, necessario alla copertura delle spese di aereo, ospitalità, promozione, pagamento di artisti e lavoratori dello spettacolo, e altri servizi”.

Quali vantaggi ha Messina da questo evento?

“Eventi come Don Giovanni, ma lo stesso vale per i grandi eventi, muovono un’importante economia indotta; lavorano alberghi, ristoranti, operatori dello spettacolo, musicisti, fornitori di servizi, medaglie, tipografie, e altri… Personalmente, mi sento orgoglioso di avere inventato dodici anni fa un evento turistico che dà lavoro alla gente. Quante volte abbiamo sentito il ritornello ‘Messina potrebbe vivere di Turismo’. E come? Pensare di boicottare Don Giovanni significa fare del male alla Città, specialmente in un periodo come questo Post-COVID19”.

Ma le critiche riguardo al ruolo avuto nell’Associazione Aurora?

“Dovremmo far crescere gli eventi, senza illazioni, complottismi e discussioni sterili. Sfido chiunque a dimostrare che io abbia potuto ricevere benefici economici.

Per correttezza, un anno fa mi sono dimesso dall’Associazione Aurora, ma non mi vergogno di continuare, da Assessore, un  evento sostenuto dalle varie Amministrazioni che mi hanno preceduto dalla Giunta Buzzanca in poi”.

“Quest’anno – ha proseguito – abbiamo riprovato a partecipare al bando, l’anno scorso la Giunta De Luca aveva chiesto 120mila euro e ne hanno concessi dal Ministero 50mila, il Comune in quota parte ne ha messi 10mila; a tutt’oggi il Ministero non ha ancora erogato la cifra con grande disagio per coloro che hanno già effettuato le prestazioni. La quota parte del Comune viene erogata a presentazione di fatture di servizi non offerti dall’Associazione Aurora o dal Tourism Bureau”.

E le voci per il rimborso di questi servizi sono documentate?

“Negli allegati della delibera sono tutti rendicontati.  Quest’anno tra l’altro è stato un evento ridotto a causa del Covid. Chi ha letto in malafede la cifra di 9.100 euro sappia che solo 3mila euro sono in denaro e 6.100 quantificati in servizi a supporto dell’organizzazione che non vanno all’Associazione Aurora e al Tourism Bureau, che, va chiarito, sono comunque soggetti proponenti ed attuatori. In ogni caso la delibera è a supporto della partecipazione al bando che non è detto che si vinca. Nessuna cifra è stata attualmente erogata”.

L’Assessore ha voluto chiarire

“Questi soldi non sono stati sottratti alla Vara per la quale esiste un budget di 50mila euro. poiché quest’anno non saranno spesi,  saranno destinati al restauro del Carro Votivo e per rifare gli stendardi. Riccobono proponeva, non potendosi svolgere la processione, di mettere nel tradizionale percorso in Città gli stendardi, ma questi sono ridotti malissimo, scoloriti e strappati, era impossibile esporli… Adesso ripartiamo dall’anno prossimo, iniziando a lavorare già da Settembre”.

In merito alle richieste fatte dal Comitato Vara di esporre i vari pezzi al pubblico all’interno di Palazzo Zanca, Caruso ha chiarito:

“Il Comitato Vara aveva fatto delle proposte che il Sindaco non si sente di prendere in considerazione per un semplice motivo: l’esposizione di pezzi della Vara a Palazzo Zanca comporterebbe l’afflusso di molta gente; così ci vorrebbe il controllo della temperatura, dei flussi, che vanno contingentati, e di personale appositamente dedicato. Per questo e visti i recenti nuovi focolai in città, riteniamo di evitare qualunque rischio possa essere addebitato a chi organizza”.

E per esporla in Piazza Duomo come chiede Sorbello?

“Non sono il Sindaco e l’assessore Caruso che non hanno voluto montare in piazza Duomo la Vara, ma è stata una decisione congiunta presa in una riunione in Prefettura, a cui è seguito un comunicato congiunto di Comune, Prefettura, Questura, Curia, massime autorità di vertice.

Esporre la Vara in Piazza Duomo era stata la mia idea originaria sin dal mese di giugno; avevo proposto di porla nella stessa posizione in cui veniva messa nel Rinascimento, rivolta verso il Portale del Duomo. Ma dopo la riunione in Prefettura si è ritenuto che tutto ciò che sarebbe stato motivo di attrazione doveva essere opportunamente evitato:  maxi-schermi, fuochi d’artificio, esposizione  dei Giganti; qualcuno avrebbe detto, ‘perchè la Vara NO e i Giganti SI?’ “.

Perché allora si è potuto realizzare invece l’evento del Don Giovanni”? Uno dei rilievi mossi dagli esponenti politici è stata una eventuale disparità di trattamento tra i due eventi.

“Il Don Giovanni si svolge sul mare, con un corteo navale che reca tanti visitatori sul Porto. Per evitare questo, non si è fatto. E’ stato annullato anche il Palio; Ma come già abbiamo detto, c’è un Bando a cui noi abbiamo partecipato che richiede la continuità della manifestazione. La Rete internazionale promotrice di cui fanno parte le Isole Canarie, il Comune di Lepanto, la Spagna, la Grecia e la Germania, Gaeta, Venezia, S. Severo, Nicosia, l’Associazione Aurora e il Bureau del Turismo ha proposto all’Amministrazione di non interrompere la manifestazione e di realizzare una rappresentazione scenica dentro il Forte San Salvatore, con due delegati della stessa, prevedendo il contingentamento delle presenze tra cui attori e figuranti, e trasmettendo via streaming l’evento. Una bella promozione nel Mediterraneo di Messina.

Un evento di piccole dimensioni, con rischi ridotti, a fronte di un pubblico televisivo e di visibilità sul web…  insomma ci guadagna la Città, cosa si vuole che siano 3mila euro in cambio dei vantaggi che se ne ricavano?”

E ha aggiunto “Da messinese non metterei mai il Don Giovanni al primo posto davanti alla Vara… l’unico modo che abbiamo avuto per permettere quantomeno ai fedeli di rendere omaggio alla Vara è stato quello di esporre in Cattedrale il Cristo che sorregge la Vergine, la parte sommitale del carro votivo (vedi qui).

Domenica scorsa, al termine delle Messe, una gran quantità di fedeli si è soffermata a pregare, fotografare e ammirare da vicino, per la prima volta, il gruppo statuario”.

Alle critiche di assenza di dialogo da parte dell’Assessore nei confronti del Comitato e dei suoi membri e in particolare del prof. Riccobono, Caruso risponde:

“Nelle feste patronali dei paesi il responsabile è il Parroco, che delega l’organizzazione a un Comitato che raccoglie le somme necessarie. A Messina i soldi li mette il Comune, la Vara la tirano i tiratori, la Protezione Civile è competenza comunale, le autorizzazioni le danno Questura e Comune, ecc. Il Comitato è nato per fornire una consulenza o organizzare eventi collaterali. In passato le Amministrazioni con una delibera preferivano delegare l’organizzazione ad una Commissione Storico Scientifica, di cui facevano parte gli studiosi più accreditati, affiancata da una Commissione tecnica che si occupava della Manovra. Negli anni sono successi diversi avvenimenti, tra defezioni, dimissioni ecc. e mi trovo oggi a mettere un po’ di ordine”.

Franz Riccobono

Si dice che sia stato preferito il gruppo dei tiratori che hanno creato un Comitato autonomo

“Il Comitato Vara negli anni non ha avuto più compiti assegnati da una determina dell’Amministrazione, perciò hanno continuato a fare semplicemente i cultori. Dal momento che la Questura chiede di conoscere i nomi dei responsabili della manovra, cioè i tiratori, essi si sono costituiti in Associazione, hanno presentato il proprio casellario giudiziario, e sono stati individuati come responsabili della manovra. Dopodiché io ho deciso di farmi affiancare da consulenti, i migliori sul campo: l’architetto Nino Principato e il dott. Franz Riccobono. Ho detto a Riccobono ‘tu raccogli le proposte del tuo gruppo e le porti al tavolo’; in questo modo la procedura diventa molto più snella. Riccobono invece mi fa convocare dai 5 stelle in Commissione. Ero un po’ perplesso… è vero che non avevo ancora nominato ufficialmente Riccobono, ma eravamo d’accordo sulla nomina. In Commissione ho spiegato quanto ho appena detto qui; poi ha preso la parola l’Assessore Minutoli e Riccobono ad alta voce rivolge a Minutoli degli epiteti molto pesanti, in dialetto messinese.

Di Bernardo e altri esponenti del Comitato hanno rivolto più volte nei miei confronti tutta una serie di epiteti, anche sul web, e io sono in possesso di tutte queste dichiarazioni. Da parte mia c’è sempre stata apertura …  Per me i rapporti personali sono alla base di tutto; lei non troverà mai una mia dichiarazione offensiva o ingiuriosa nei confronti dei miei detrattori. Finora sono stato aperto al dialogo… questo non sia scambiato per debolezza. Se riceverò altre offese come queste, querelerò i loro autori per diffamazione”.

Abbiamo infine cambiato argomento e chiesto all’Assessore di farci un suo personale bilancio dell’attività svolta finora da quando si è insediato:

“Sono stato nominato a Ottobre scorso; prima di me la delega alla Cultura era assegnata all’Assessore Trimarchi. Quasi subito dopo si è verificata l’emergenza sanitaria ed è stato stabilito il lockdown; molte iniziative che avevo in mente sono state interrotte. Però è sotto gli occhi di tutti il “bagno di umiltà” nel rivolgere le mie attenzioni chiamando a raccolta tutti gli operatori culturali e turistici e le associazioni, per avere da loro suggerimenti. Abbiamo inoltre aperto un info-point  turistico (vedi qui) che offre informazioni turistiche anche in inglese. Siamo ancora all’inizio di un percorso. Ma adesso c’è un inizio”.

L’Assessore alla Cultura, Vincenzo Caruso

A conclusione dell’intervista ha poi lasciato questo pensiero che rappresenta lo spirito con cui intende svolgere l’incarico assegnatogli e coinvolge i suoi ricordi e le sue esperienze di vita passata.

“A volte mia moglie mi chiede: ma vale la pena trascurare la famiglia subendo tutte queste cattiverie? Io rispondo: quello che sto facendo è per il bene di Messina, e perché vorrei lasciare una traccia. Non so quanti assessori sono ancora ricordati per quanto hanno fatto durante il loro mandato. Io ne ricordo solo uno, Gaetano Giunta, Assessore della Giunta Provvidenti. Mi sono formato nel mondo dello scoutismo e del volontariato; ho avuto esperienze dirette nel mondo della ricerca scientifica, dell’insegnamento ai giovani liceali, della musica e dello sport; ho dei valori, cioè la trasparenza, la lealtà e spero che di questo mi sia dato atto”.

 

 

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