Mafia, tentato omicidio dei cugini Ferrara: arrestato il secondo autore

Era l’11 gennaio del 2016, quando due giovani, i cugini Francesco Ferrara e Gabriele Ferrara, nipote e figlio dell’ex collaboratore Iano Ferrara, sono stati attinti da colpi di arma da fuoco, che li hanno costretti a ricorrere ai sanitari del Pronto Soccorso, che hanno attivato gli organi di polizia.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’agguato è avvenuto all’incrocio tra le vie Dell’Essenza e Pietro da Messina, al villaggio Cep, mentre i due giovani si accingevano a salire sull’auto dello zio, Carmelo FERRARA, vero obiettivo dei killer.

In due, viaggiavano a bordo di uno scooter e con il volto coperto dal casco: il passeggero del motociclo, armato di pistola, ha sparato diversi colpi all’indirizzo del conducente del mezzo che stava prendendo a bordo i due giovani. Carmelo Ferrara è riuscito a defilarsi abbandonando l’auto e i colpi dell’arma esplosi hanno ferito i giovani che intanto erano saliti in auto.

Le indagini, a suo tempo attivate dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, hanno charito il movente: un attrito sorto a causa di una relazione non gradita tra Iano FERRARA ed una parente di Tommaso FERRO; rapporto energicamente osteggiato da quest’ultimo, ma approvato e difeso dal Carmelo FERRARA.

E’ nel corso del dibattito del processo a carico di Tommaso Ferro, arrestato nell’aprile 2019 per tentato omicidio mafioso, a far riaprire delle indagini da parte della Squadra Mobile e della Direzione Distrettuale Antimafia. Per il tentato omicidio mafioso, sono emersi indizi anche a carico di Massimiliano Campagna, oggi 31enne e all’epoca dell’azione 27enne. Era lui uno degli esecutori materiali.

Campagna è stato rintracciato e tratto in arresto nel pomeriggio di ieri dagli investigatori della Squadra Mobile.

Al CAMPAGNA, la Direzione Distrettuale Antimafia di Messina ha contestato le ipotesi di reato del tentato omicidio e del porto abusivo di arma da fuoco con l’aggravante di cui all’art. 416 bis .1 del codice penale. Del resto, e come evidenziato nel provvedimento cautelare, al di là delle ragioni sentimentali che avevano animato il FERRO, la compagine malavitosa di riferimento di quest’ultimo, operante nel territorio di Santa Lucia sopra Contesse avrebbe acquistato potere, facendo sparare ad uno dei componenti della menzionata famiglia FERRARA che sul CEP esercitava la propria influenza.

 

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