Processo Salvini: il parere del costituzionalista Lucarella

di Salvatore Di Bartolo  – È iniziata ieri nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo l’udienza preliminare del processo a carico dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. L’udienza era stata fissata per decidere se rinviare o prosciogliere il leader leghista dalle accuse di sequestro di persona ed omissione di atti di ufficio per la vicenda “Open Arms”, tuttavia, il gup di Palermo Lorenzo Jannelli ha disposto il proseguimento della stessa per il prossimo 20 marzo al fine di concedere più tempo alle parti per produrre eventuali “prove contrarie” alla produzione difensiva già presentata .

Abbiamo voluto approfondire la vicenda “Open Arms” con l’avvocato Angelo Lucarella. Costituzionalista e Vice Presidente della Commissione Giustizia del Ministero dello Sviluppo Economico, Lucarella è anche Direttore del dipartimento di Studi politici, costituzionali e tributari dell’Università Federiciana, Cultore di Diritto Costituzionale all’università di Bari, saggista e analista per riviste nazionali in ambito politico e costituzionale.

A Palermo ha avuto inizio l’udienza preliminare del processo Salvini per la vicenda “Open Arms”. Crede che, come nel caso della Diciotti, si possa prefigurare una violazione dell’art. 13 della Costituzione o si tratta, come sostiene lo stesso Salvini, di un mero atto politico? Sul piano giudiziario ed in merito alla eventuale responsabilità penale o meno dell’ex Ministro Salvini sarebbe improvvido dire se colpevole o meno. Occorre attendere che il dibattimento possa far chiarezza, in contradditorio, sul caso. Non è mio costume esprimermi se non conosco bene una questione, soprattutto, per rispetto del mio ruolo in Commissione Giustizia al MISE. Di certo, però, un dato storico c’è: sul piano politico occorre ricordare che l’ex Governo gialloverde ha strutturato l’intero rapporto su un accordo negoziale e cioè il famoso “Contratto di Governo”. La chiave di lettura iniziale è, ovviamente, questa. Sul piano giuridico, in merito all’ipotesi di violazione dell’art. 13 della Cost., credo sia una domanda la cui riposta corretta sia impossibile proprio per quanto appena detto.

Da un punto di vista giuridico la posizione di Salvini può essere equiparata a quella del premier Conte e dell’allora ministro delle infrastrutture Toninelli? Intanto si consideri che sul piano giuridico la nostra Costituzione prevede una responsabilità sia collegiale che individuale dei Ministri della Repubblica; chiaramente a seconda di competenze e/o altre dinamiche. Gli articoli 95 e 96, in particolare, perimetrano il tutto. Tuttavia nella prima della due disposizioni citate c’è, espressamente, l’inquadramento della c.d. “competenza dicasteriale” tanto da enunciare che “I Ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei Ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri”. Per rispondere alla domanda, prima di ogni cosa, c’è da stabilire se le condotte attribuite all’ex Ministro Salvini siano in effetti derivanti da un’azione comunemente concertata o meno oppure se, nell’ambito delle competenze attribuite dalla legge, vi fosse esclusiva riconducibilità solo al menzionato ex Ministro. Sul piano giudiziario, si ribadisce, la giustizia farà luce, ma non è da escludersi che essendo solo imputato Salvini ci si possa trovare davanti ad un bivio inedito sul fronte giuridico: l’assoluzione piena o la condanna unica atteso che non vi sono imputati in concorso dell’ex Governo.

Da un punto di vista costituzionale ritiene che nei casi sopracitati, Salvini abbia abusato dei propri poteri da Ministro dell’interno? Esistono il codice penale e le norme speciali incriminatrici nel nostro ordinamento giuridico. Lungi da me dire se l’ex Ministro possa aver violato la Costituzione o meno anche perché non sono un Giudice. Da studioso, tuttavia, già in altra intervista dell’anno scorso ebbi a precisare un aneddoto politico-giuridico che mi colpì del famoso Contratto di Governo tra Lega e Movimento 5 Stelle: nel codice etico di quest’atto era stabilito che non potevano far parte del governo soggetti sotto processo per reati gravi. Ad agosto 2019 il processo in sé non era partito; quindi il requisito di non far parte del governo non era venuto meno per effetto dell’accordo negoziale. 4. Quali potrebbero essere i risvolti sul piano politico di un’eventuale condanna di Salvini? La politica va avanti nonostante le vicende personali. Certo, quella di Salvini è una vicenda che involge il paese interamente su tanti fronti: specie in termini di assetti ed equilibri politici europei ed internazionali. Il risvolto politico-nazionale, invece, si è già concretizzato: Salvini non è più al Governo della Repubblica. Il resto conterà poco o poco più. D’altronde c’è la nostra Costituzione che detta le dinamiche semmai si volesse prevedere un altro inedito risvolto. Un fatto è certo: siamo tutti uguali difronte alla legge.

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