Case dei cocchieri vincolate, possono essere ristrutturate a costo zero

di Michele Bruno – Abbiamo verificato noi stessi le dichiarazioni della Ditta Di Bartolo Immobiliare Srl facendo una ricerca attraverso il Piano Regolatore Generale (PRG) vigente e abbiamo verificato che si, l’edificio, che è noto come “Case dei cocchieri” è vincolato in quanto ricade in zona A1.

Cosa significa? La zona A1 corrisponde a un vincolo di piano regolatore, più debole rispetto al vincolo monumentale, ma che comunque limita gli interventi possibili sulla struttura.

Rientrano in questa tipologia urbanistica i beni di cui è accertato un certo interesse storico e/o artistico e di cui si impedisce la totale demolizione delle parti di interesse specifico per il loro valore.

Soltanto le parti ormai rovinate o inesistenti possono essere sostituite e ristrutturate. Più semplicemente, il prospetto dell’edificio e le sue parti architettoniche sono conservate in discreto stato e non possono essere demolite o modificate, ma l’interno invece sarebbe del tutto da rifare, basta guardare il tetto, completamente sguarnito, tanto che si intravede il cielo.

Altra ottima notizia ce la da poi l’Ing. Sergio Bruno, che ci ha spiegato che

“secondo le norme vigenti, attraverso il Superbonus 110%, i costi di ristrutturazione, intesi quale ricostruzione di un nuovo corpo di fabbrica interno al perimetro (quest’ultimo da mantenere) rientrerebbero nel Superbonus 110%, inserito nel Decreto rilancio, e in quanto tali sarebbero interamente oggetto di agevolazione attraverso lo ‘sconto in fattura’. Così la proprietà potrebbe recuperare il bene senza costi a suo carico, mantenendo il volume originario peraltro immodificabile a meno di piccoli aumenti per rispettare le norme igienico sanitarie, e poi metterlo sul mercato seppur vincolato all’uso abitativo, circostanza questa che non impedirebbe un riutilizzo a scopo ricettivo come b&b o ‘case per vacanze’ “. 

La stessa soluzione si può immaginare in caso di vendita, in quanto il nuovo proprietario potrebbe, a sua volta, ristrutturare il bene rispettandone il valore e le tipologie originarie, intercettando i benefici del bonus 110. Il tutto potrebbe configurare, con i giusti arredi, un “Museo dei cocchieri“ dal sapore storico, con un contributo per il rilancio turistico ed economico della zona sud e della Via del Dromo.

Collegando infatti tra loro gli altri monumenti storici di questa zona, purtroppo poco conosciuti anche ai messinesi, come Palazzo Mondio, Villino Iannelli, Villa De Pasquale, ecc., si comporrebbe un itinerario storico-artistico di tutto rispetto, cui dovrebbero partecipare i privati e la stessa Amministrazione comunale e la Regione Sicilia.

Si discute sempre di riscoprire la Storia di Messina e si dice spesso che il Turismo potrebbe da solo sostenere economicamente tutti i bisogni di Messina. Ma osservando l’incuria in cui versano questo ed altri edifici storici dimenticati della Città, viene da pensare che né noi cittadini, né la politica, ci impegniamo abbastanza per questo scopo.

Adesso manca soltanto l’acquirente…

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