Articolo Uno sull’ Operazione Market Place: “Politica assente, serve welfare e promozione della comunità”

Domenico Siracusano e Maria Flavia Timbro, rispettivamente Segretario Provinciale della Federazione Articolo Uno Messina e Responsabile Nazionale lotta alle mafie di Articolo Uno, sono intervenuti a seguito dell’operazione Market Place, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina e condotta dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato, con l’impiego di circa 350 operatori, sgominando una vera e propria organizzazione dedita al traffico e alla vendita di stupefacenti nella nostra città.

“52 sono le misure cautelari emesse, svariati i provvedimenti di sequestro di beni mobili, immobili ed altre utilità economiche, l’operazione “Market Place” colpisce ancora una volta al cuore il popoloso quartiere di Giostra. Dentro le palazzine fatiscenti di Via Seminario Estivo, si consumava l’intensissima attività di organizzazione e smistamento della droga.

Il lavoro instancabile di magistratura e forze dell’ordine – scrivono Siracusano e Timbro –  ancora una volta, da’ un colpo pesantissimo ad un imponente e consolidata organizzazione economica e criminale ma – come abbiamo già evidenziato da tempo – senza un piano coordinato di interventi socio-educativi e di riqualificazione ambientale è impensabile immaginare un reale riscatto delle aree più degradate della nostra città.

Dentro quella che è stata definita la “Scampia” di Messina, le istituzioni dello Stato hanno messo in campo il necessario intervento di carattere repressivo e sanzionatorio che però come ha detto, giustamente, il procuratore De Lucia, da solo, è insufficiente.

Infatti, se lo Stato è presente con la magistratura e le forza dell’ordine è totalmente assente nell’attività di prevenzione e di costruzione di condizioni minime di vivibilità.

La politica e le amministrazioni locali, comunali e regionali, facciano sentire la propria voce e soprattutto la loro presenza: si mettano in campo misure urgenti e continuative di welfare condiviso, percorsi reali di educazione e formazione che sensibilizzino non solo alla cultura della legalità ma soprattutto all’aspirazione alla giustizia sociale, contro logiche di predominio e prepotenza.

Se non sarà così, il lavoro encomiabile di magistratura e forze dell’ordine sarà vano, e il futuro di questa città e delle sue giovani generazioni rimarrà schiacciato dal cemento e affogato nel degrado di alcune periferie”.

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