Gonciaruk mette a nudo le eroine di Sheakespeare e il ruolo della donna nella società

di Michele Bruno – Ancora una volta uno spettacolo in movimento per il Festival Sheakespeariano dello Stretto di Daniele Gonciaruk, in tre repliche quasi contemporanee a partire dalle 20:40, e ancora una volta un cambio di location.

La scorsa volta la suggestiva cornice della Zona Falcata, stavolta gli spazi dell’Accademia di Belle Arti di Messina, che si trasforma per l’occasione in un obitorio, le cui stanze vengono visitate dagli spettatori, che partecipano in questo modo allo spettacolo, accompagnati dal ‘personale sanitario’ (Marco Piccolo, Giuseppe Sgrò, Claudio Iannello).

 

Non un obitorio qualunque, ma un luogo dove sono custoditi, in ciascuna stanza, i corpi senza vita delle eroine sheakespeariane, protagoniste dello spettacolo. Donne che si risvegliano dal proprio torpore eterno per raccontare agli ospiti della ‘struttura’ la propria storia.

Donne appunto, perché è uno spettacolo incentrato sulla figura femminile nella società contemporanea. Infatti Gonciaruk non si limita a far raccontare alle sue attrici la storia nota delle protagoniste di Sheakespeare, ma a decontestualizzarla e ricontestualizzarla.

Vengono trasformate in donne che vivono nella società di oggi, alle prese con le difficoltà e gli ostacoli che frappone al genere femminile, estremizzandoli, rappresentando casi al limite, di emarginate, violentate (come Cordelia, Giusi Piccione), costrette a vivere una vita non loro, o prese dalla follia.

 

Così ad esempio la barbara Tamora (Antonella Francica) diventa una donna indotta a rinunciare al suo amore e sposare un mafioso e prenderne il posto. Desdemona (Melania Caratozzolo) un’aspirante attrice preda delle gelosie del compagno e alle invidie della sorella. Ofelia (Daniela Orlando) una donna ingenua che diventa oggetto del padre e del marito. Giulietta (Alessandra Mancuso) una ragazza appartenente a un gruppo nomade che deve rinunciare al suo amore per Rocco. Gertrude (Stella Policastro) che viene ingannata dal compagno e poi perde l’amore del figlio.

 

 

Si parla però anche di donne ambiziose e che vogliono emergere come Cleopatra (Vivina Guerra) e Leda Maccabei, che dimostra la fragilità della grande diva che deve rinunciare alla maternità e abortire (Mara Giannetto), come spiegherà il medico (Sergio Foscarini).

 

I temi trattati mettono al centro il problema dell’autodeterminazione della donna in una società fatta per gli uomini, tema oggi al centro del dibattito pubblico. Le donne appaiono costrette a districarsi tra gli ostacoli che gli uomini stessi o la famiglia cercano loro di porre, o come nel caso di Desdemona condannate a non essere capite nemmeno dalle altre donne.

Sicuramente i personaggi trattati sono degli estremi, delle esagerazioni, ma riportano elementi che troviamo in fatti di cronaca realmente accaduti, che tutti ascoltiamo quando si arriva a parlare di casi di violenza di genere.

Ecco, questo spettacolo si chiama forse Nudo Sheakespeariano non soltanto perché mette a nudo i personaggi rappresentati, ma forse anche perché mette a nudo una certa visione della società e la contesta, semplicemente mostrandola.

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