III Municipalità, Geraci “mancano bagni disabili, istituzioni diano l’esempio”

L’argomento tocca molti in società. Ogni giorno ci si scontra con le diffusissime “barriere architettoniche” che impediscono il normale svolgimento delle attività a chi ha difficoltà motorie. A mettere il focus a quello che costituisce un reale problema e una violazione dei diritti, il vicepresidente della III Municipalità di Messina, Alessandro Geraci. Al segretario generale del Comune scrive per sapere a che punto sia la richiesta inoltrata dopo l’ultimo sopralluogo. Il monito è: “Cominciamo a dare l’esempio nelle sedi istituzionali, applicando le normative vigenti”.

“Come è possibile che una sede distaccata del Comune di Messina contravvenga alle normative vigenti?”. È la domanda retorica di Geraci. Dopo un anno dal sopralluogo di controllo e verifica a tutela degli impiegati e dei tantissimi utenti – che ogni giorno si recano presso gli uffici di Via suor Maria Giannetto – ci si chiede come mai le criticità già riscontrate nella sede della Circoscrizione sussistano ancora. In particolare, la mancanza di sanitari per disabili.

“Come previsto dal Decreto ministeriale del 14/6/1989 n. 236, che disciplina e obbliga tutti i locali aperti al pubblico, in base alla tipologia, ad avere almeno un servizio igienico accessibile, quindi un bagno disabili obbligatorio – spiega – avevo inoltrato formale richiesta all’amministrazione ed al dipartimento competente, chiedendo la modifica o la realizzazione ex-novo dello stesso. Da allora abbiamo avuto solo delle interlocuzioni verbali, ma senza un vero e proprio impegno formale, malgrado sia stata riconosciuta e accertata la necessità di intervenire. Per questo ho deciso di scrivere al segretario generale per sapere a che punto sia la richiesta inoltrata e come intenda procedere il Comune di Messina”.

“Viviamo in una società piena di barriere architettoniche e Messina purtroppo non è da meno, a causa delle tante carenze infrastrutturali e della mancanza di civiltà e di rispetto da parte di molti cittadini. Eppure, per comprendere meglio il disagio che vivono migliaia di persone, basterebbe mettersi per un attimo nei loro panni. Non è tollerabile che in mancanza di bagni accessibili venga precluso un diritto fondamentale, a maggior ragione in un luogo pubblico che rappresenta un punto di riferimento nevralgico per un intero quartiere, il più popoloso della città. Cominciamo a dare l’esempio nelle sedi istituzionali, applicando quanto previsto dalla legge”, conclude.

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