Moltopiùdizan, Liberazione Queer e la Comunità Lgbtqi+ scendono in piazza

Giorno 5 Novembre sarà organizzata da Liberazione Queer+ una nuova manifestazione con il titolo “Moltopiùdizan”, a Piazza Municipio, per rispondere al voto contrario dell’aula del Senato riguardo alla disegno di legge Zan contro l’omolesbobitransfobia.

Questo è l’appello del movimento per i diritti Lgbtqi alla comunità:

«Mercoledì scorso il Senato ha votato contro il DDL Zan. La votazione segreta si è conclusa con la maggior parte dei Senatori a favore del ‘non passaggio degli articoli’. Il disegno di legge, di per sé già manchevole, è stato affossato: la discussione viene rimandata di mesi, se mai ci sarà. In questo modo sarà succube a ulteriori azioni di falciatura. La tutela dell’identità di genere, che è stata quella più colpita dalle mistificazioni della destra, potrebbe essere uno dei primi concetti a essere rimosso. E poi..?

Se questo non bastasse, metà del Senato ha reagito alla notizia di affossamento del disegno di legge con urla di giubilo e applausi. Non c’è una legge che tuteli le persone LGBTQIA+ in questo paese, non si pensa minimamente a tutelarci dalle aggressioni o a fare in modo che la nostra esistenza sia considerata dai servizi sanitari, educativi, politici. Però si esulta se questi diritti ci vengono negati.

Quelle stesse persone dovranno guardarsi bene dallo strumentalizzare un’aggressione di matrice omolesbobifobica o abilista per il proprio tornaconto elettorale. Non dovranno strumentalizzare i dati sulla violenza di genere per promuovere le loro politiche xenofobe.
Siamo molto arrabiatǝ; è inconcepibile che quello che è successo non abbia conseguenze. Per questo in questi giorni molte persone hanno riempito le piazze per protestare. Noi abbiamo deciso di chiamare una manifestazione venerdì 5 novembre, a piazza Municipio, alle ore 16.

Invitiamo tuttu a venire e portare con sé bandiere arcobaleno o bandiere di altre identità della comunità.

Alleatu, questo è il momento per farci sentire il vostro appoggio, venite in piazza è ascoltate quello che abbiamo da dire».

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