Archiviato il caso di Viviana e Gioele, per i giudici nessun depistaggio

Viviana Parisi, 43 anni, e il figlio di 4 anni. (Ansa)

Sono state archiviate le indagini sulla morte di Viviana Parisi e del figlio Gioele Mondello. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Patti Eugenio Aliquò, all’esito dell’udienza dello scorso 22 ottobre, ha sciolto la riserva e formalizzato il decreto di archiviazione del fascicolo contro ignoti così come richiesto dalla Procura della Repubblica di Patti.

Non va a buon fine quindi l’istanza di opposizione alla richiesta di archiviazione formulata dalla famiglia di Daniele Mondello, rappresentata dagli avvocato Pietro Venuti e Claudio Mondello. Gli avvocati della famiglia avevano espresso, tra le motivazioni del ricorso, il rischio di avvenuti depistaggi.

La Procura della Repubblica ritiene più attendibile, a seguito dei riscontri delle analisi e degli esami svolti dagli specialisti e dai periti, era stata quella del suicidio di Viviana, che si sarebbe gettata dal traliccio dell’alta tensione nelle campagne di contrada Sorba a Caronia. Riguardo alla morte del piccolo Gioele, di ricostruzione più complessa, gli inquirenti vedono come più probabile una morte a seguito di un avvenimento traumatico, come potrebbe essere, più probabilmente, L’omicidio commesso dalla stessa madre, che si sarebbe poi suicidata.

Dalle risultanze delle testimonianze e delle intercettazioni telefoniche invece i giudici sono giunti, riguardo al perché mamma e figlio si trovassero a Caronia, alla conclusione che i disturbi psicotici di cui Viviana soffriva, che non sarebbero stati curati a dovere, l’avrebbero portata a questa tragica fine. Sono esclusi i depistaggi.

La famiglia non è convinta dalla tesi sostenuta dalla Procura e validata dal Gip. Da sempre ha negato e respinto la teoria dell’omicidio-suicidio e, attraverso le analisi di una squadra di periti di parte, era giunta alle conclusioni che fosse stato messo in atto da parte di ignoti un depistaggio per nascondere le reali motivazioni dei due decessi.

«Siamo consapevoli di aver fatto tutto quanto possibile per evitare l’archiviazione, e rimaniamo convinti che ci siano stati degli errori di valutazione. Quando avremo tutte le pagine dell’archiviazione del Gip, valuteremo eventuali altre azioni, al momento non conoscendone il contenuto non possiamo sbilanciarci».

Questa la posizione espressa dall’avvocato della famiglia Pietro Venuti, che assieme a Claudio Mondello seguiva il caso.

Non è quindi escluso il ricorso in Cassazione da parte della famiglia.

«Il Gip ha sostanzialmente confermato quanto da noi affermato nella richiesta di archiviazione e in particolare ha sottolineato che il quadro complessivo che è emerso: quello di una donna fragile che aveva più volte dato segnali pericolosi sottovalutati dai familiari, in particolare dal marito Daniele Mondello».

Così si è espresso in merito alla sentenza il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, commentando l’archiviazione.

Cavallo ha aggiunto: «Spero che ora si metta la parola fine a questa vicenda dopo che anche il Gip ha rilevato come effettivamente fossero fantasiose le tesi della famiglia e dei legali di questa. E questo lo dice un giudice terzo come richiesto da loro e spero che quindi agiscano di conseguenza».

 

 

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