Lipari, bufera sulla sanità assessore si dimette: “Voglio continuare a camminare a testa alta”. Le reazioni

di Luana Spanò – Durante l’ultimo Consiglio Comunale a Lipari, senza alcun preavviso, a sei mesi dalle elezioni, l’assessore Tiziana De Luca si è dimessa in segno di protesta. Tante le battaglie perseguite per denunciare le condizioni in cui versa la sanità eoliana, alcune delle quali le sono costate anche una denuncia. Prima di lasciare il consiglio si rivolge anche ai Comuni di Salina che secondo la De Luca sul tema sanità hanno lasciato da solo il Comune di Lipari.

Per il consigliere Gesuele Fonti si dovrebbe dimettere anche dell’intera giunta e l’intero consiglio comunale.

Interviene anche il presidente Giacomo Biviano: “Di queste dimissioni ne ho viste tante in passato e purtroppo non abbiamo ottenuto grandi risultati. Domattina non riapriranno o potenzieranno l’ospedale di Lipari. Questo è il momento più sbagliato per le dimissioni, c’è anche il problema Vulcano. Invito l’assessore De Luca a riflettere”. Poi si rivolge a Fonti: “Bisogna chiedere a chi ci governa a livello regionale di dimettersi, cioè all’assessore Razza e al presidente Musumeci”.

Il vicesindaco Orto aggiunge: “A Palermo ci deridono”.

“Le dimissioni dell’Assessore alla sanità del Comune di Lipari – afferma Del Bono, Federalberghi – ,  danno l’avvilente misura di come le iniziative della pubblica amministrazione locale, dei comitati cittadini e delle associazioni, in questi anni, siano rimbalzate contro il muro di gomma di una politica disattenta e miope e di un’amministrazione regionale che non è stata in grado di garantire in modo adeguato il diritto alla salute ai cittadini eoliani”.

Anche il segretario provinciale Ugl Sanità , Giuseppe Mobilia e rappresentante di CittadinanzAttiva , si mostra dispiaciuto per le dimissioni da parte dell’assessore con la quale stava lavorando ad una iniziativa, alternativa, per dotare l’ospedale di Lipari dei medici necessari.

Non arresta la marcia neanche il Comitato dell’ospedale: “Gli Eoliani non vogliono più essere presi in giro e chiedono azioni forti e tangibili”.

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