PNRR, quanti fondi arrivano a Messina e per fare cosa?

Duomo di Messina

di Michele Bruno – Ad inizio Novembre si è entrati nel vivo dei discorsi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), in sostanza il piano che il Governo italiano sta predisponendo per intercettare i fondi in arrivo dall’Unione Europea, previsti dal programma di aiuti agli stati colpiti dalla pandemia di Covid-19, definito Next-Generation EU (o anche noto come Recovery Fund).

Il decreto legge relativo al piano (6 novembre 2021 n. 152), già in vigore, è nella fase del suo iter parlamentare alla Camera dei Deputati ed è stato assegnato alla Commissione Bilancio della Camera lo scorso 8 Novembre.

In questi ultimi giorni sono arrivate notizie riguardo ai diversi fondi che saranno previsti per Messina e Provincia.

L’art. 21 del decreto, ad esempio, prevede i “Piani integrati” che assegnano alla Città Metropolitana di Messina un finanziamento di oltre 132 milioni di euro, dal 2021 fino al 2026.

La Citta’ metropolitana di Messina dovrà provvedere ad individuare progetti finanziabili entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, tenendo conto delle idee e dei progetti espressi anche dai comuni appartenenti all’area dell’Ex Provincia. La citta’ metropolitana può avvalersi delle strutture amministrative del Comune di Messina che, in tal caso diviene soggetto attuatore.

Il costo totale dei progetti non puo’ essere inferiore a 50 milioni di euro.

Gli ambiti interessati devono riguardare la manutenzione per il riuso e la rifunzionalizzazione ecosostenibile di aree pubbliche e di strutture edilizie pubbliche esistenti per finalita’ di interesse pubblico, il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, con particolare riferimento allo sviluppo e potenziamento dei servizi sociali e culturali e alla promozione delle attivita’ culturali e sportive, nonché interventi finalizzati a sostenere progetti legati alle smart cities, con particolare riferimento ai trasporti ed al consumo energetico.

I Comuni o le Città Metropolitane, in veste di attuatori, devono inoltre assicurare, con i loro progetti, l’equilibrio tra zone edificate e zone verdi, potenziare l’autonomia delle persone con disabilita’ e l’inclusione sociale attraverso la promozione di servizi sociali e sanitari a livello locale eliminando, laddove possibile, gli ostacoli all’accesso agli alloggi e alle opportunità di lavoro tenendo conto anche delle nuove possibilità offerte dalle tecnologie.

Entro 150 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, con un nuovo decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono definitivamente assegnate le risorse ai soggetti attuatori (Comuni o Città Metropolitana) per ciascun progetto e per i singoli interventi che ne fanno parte e viene siglato uno specifico “atto di adesione ed obbligo” contenente i criteri, indirizzi ed i relativi obblighi che regolano il rapporto tra lo Stato e i soggetti attuatori.

Entro marzo 2026 si dovranno completare i lavori. Le somme destinate alla Città metropolitana di Messina, assegnate in base ad un calcolo ponderato sul numero della popolazione residente, saranno inviate in più stanziamenti, tra il 2021 e il 2026.
Questa è la suddivisione: 2021 (3 milioni 910mila euro); 2022 (10 milioni 56mila euro); 2023 (7 milioni 612mila euro); 2024 (31 milioni 899mila euro); 2025 (41 milioni 795mila euro); 2026 (36 milioni 878mila euro).

Sono previsti poi fondi per le così definite Zone Economiche Speciali (Zes). Vengono individuati 630 milioni di euro da ripartire tra le Zes per realizzare interventi volti a favorire la competitività e lo sviluppo economico delle aree interessate. In particolare, si prevede la realizzazione dell’ultimo miglio ferroviario o stradale per rendere più efficienti i collegamenti tra le aree portuali e industriali e la rete di trasporto principale; la digitalizzazione e il potenziamento della logistica; lavori di efficientamento energetico e ambientale nelle aree retroportuali e in quelle industriali appartenenti alle Zes; il potenziamento della resilienza e della sicurezza dell’infrastruttura per l’accesso ai porti.

Per rispettare i termini previsti dal Pnrr, l’inizio dei lavori avverrà entro il 31 dicembre 2023 e la loro conclusione entro il 30 giugno 2026. Alla Zes Sicilia orientale sono stati assegnati 61,4 milioni, alla Zes Sicilia Occidentale 56,8 milioni.

Nel decreto viene evidenziato che i soggetti attuatori (Anas, Rfi, le Autorità di Sistema Portuale) e i commissari straordinari di ogni Zes devono inviare agli uffici competenti del Mims l’analisi ambientale delle opere secondo il principio di ‘non arrecare danni significativi all’ambiente’ e comunicare le iniziative che intendono adottare per favorire l’inclusione di giovani e donne nella progettazione e nella realizzazione degli interventi.

In particolare, nell’ambito di questi stanziamenti, il deputato messinese del MoVimento 5 Stelle Francesco D’Uva ha dato notizia di avere presentato un emendamento specifico per l’istituzione della Zes di Messina.

«Ho presentato anche al decreto attuativo del PNRR l’emendamento per istituire una zona economica speciale per Messina. Continua il nostro impegno su questo tema, centrale per tutta la comunità messinese e per le imprese insediate in quel territorio. La Zes, infatti, rappresenta un’opportunità importante per la città metropolitana di Messina e per l’Adsp dello Stretto. E proprio in virtù di questa importanza, lavorerò con la collega Grazia D’Angelo affinché l’emendamento venga presentato anche in occasione della prossima legge di bilancio e in ogni altro provvedimento futuro utile, fin quando il risultato prefissato non sarà raggiunto». 

«La norma – spiega D’Uva – ha un obiettivo chiaro: costituire un comitato di indirizzo interamente dedicato al territorio peloritano. Sono convinto che ogni autorità portuale debba avere la possibilità di usufruire di un regime economico agevolato favorendo la ripresa, supportando le imprese già insediate e attirando nuovi investitori».

Al momento non sappiamo se a seguito di questa nuova istituzione potranno arrivare nuovi fondi attraverso il PNRR, ma sicuramente l’obiettivo è far arrivare a Messina nuovi finanziamenti in futuro, sia statali che privati.

In arrivo anche fondi per la bonifica di 270 siti potenzialmente contaminati in Italia, definiti anche come “siti orfani” tra cui 8 aree industriali e discariche dismesse di Messina e provincia.

«Non è una misura scontata ma si tratta di un importante risultato, frutto dell’intenso lavoro portato avanti dal MoVimento 5 Stelle in questi anni al Governo. Nello scorso dicembre, infatti, grazie al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa sono stati stanziati i primi 106 milioni di euro. A questi si aggiungono ulteriori 500 milioni di euro stanziati grazie all’impegno della nostra Sottosegretaria al Ministero per la Transizione Ecologica Ilaria Fontana».

Così spiegano fonti del M5S, che hanno dato tra i primi la notizia.

 Le aree di Messina e provincia a beneficiare di queste risorse sono:

 


Area produttiva industriale dismessa in Zona Falcata del Porto di Messina (Messina);

Area produttiva industriale dismessa ex “W. Sanderson” (Messina);

Discarica dismessa per rifiuti Vallone Guidari (Messina);
Discarica dismessa C.da Formaggiara (Tripi);
Discarica dismessa Località Piano Ciaddo (Nizza di Sicilia);
Discarica dismessa C.da S. Giuseppe (Merì);
Discarica dismessa C.da Torrente Abramo (Santa Teresa di Riva);
Discarica dismessa C.da Zuppà (Mazzarà Sant’Andrea).
  Parliamo anche più in generale della Sicilia. E’ in arrivo più di mezzo miliardo di euro, ad esempio, per la realizzazione di asili nido, scuole per l’infanzia, mense, palestre, scuole innovative e per la messa in sicurezza dei plessi scolastici.

 

Ecco interventi e relativi importi:

Costruzione di nuove scuole innovative, € 66.033.693,77.

Asili fascia 0-2, € 276.497.798,61.

Scuola dell’infanzia, € 55.357.453,38.

Tempo pieno e mense l’importo, € 80.577.198,37.

Palestre, € 37.808.185,51.

Messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole, € 47.875.325,58.

Totale: 564.149.655,22 di euro.

Infine il bando del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, con l’obiettivo di ridurre la dispersione di acqua nel Mezzogiorno, rendere più efficienti le reti idriche di distribuzione nei territori delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e colmare il divario territoriale in un settore di vitale importanza per i cittadini.

Entro 45 giorni dall’emissione del bando, gli enti d’ambito delle cinque Regioni del Sud potranno presentare progetti volti a migliorare la qualità e la gestione del servizio, anche attraverso l’impiego delle migliori tecnologie digitali per il monitoraggio delle reti e il miglioramento della resilienza, tenendo conto dei principi e gli indirizzi europei, della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.

Il bando ha un valore di 313 milioni di euro: risorse europee del programma React Eu messe a disposizione dal Ministro per il Sud e la Coesione territoriale e gestite dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si tratta di fondi europei del Pon Infrastrutture e Reti 2014-2021.

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