Traffico di droga a Santa Lucia sopra Contesse: 9 condanne per l’operazione Knock Down

Si è chiuso con la condanna per nove imputati il processo in primo grado scaturito dall’operazione antidroga Knock Down eseguita lo scorso luglio sullo spaccio di sostanze stupefacenti in mano al clan di Santa Lucia sopra Contesse. Dai 22 ai 2 anni di reclusione  le condanne inflitte dal gup Maria Militello, a carico dei nove imputati che hanno  chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato.

Nel dettaglio Carmelo Alati è stato condannato a 8 anni, Antonino Aloisi a 17 anni e 10 mesi, Salvatore Arena a 21 anni, 6 mesi e 10 giorni, Angelo Arrigo a 2 anni, Matteo Fiore a 22 anni e 4 mesi, Roberto Rizzo a 2 anni e 4 mesi, Domenico Romano a 6 anni 11 mesi e 10 giorni, Daniele Settimo a 7 anni, 4 mesi e 20 giorni, Nicola Marra a 7 anni e 6 mesi.

Il gup ha deciso anche alcune assoluzioni parziali per Fiore, Arena, Aloisi, Arrigo, Marra e Rizzo; e poi l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e l’interdizione legale per la durata della pena per Alati, Aloisi, Arena, Fiore, Romano, Settimo e Marra, applicando ancora la libertà vigilata per 3 anni a carico di Aloisi, Arena e Fiore. Disposta quindi la confisca e la distruzione di tutto lo stupefacente a suo tempo sequestrato dalla Polizia. Per Angelo Arrigo ha sostituito la misura della custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari.

Impegnati nella difesa i legali Salvatore Silvestro, Giuseppe Bonavita, Antonio Bongiorno, Nino Cacia, Carmelo Picciotto, Giuseppe Lipera, Rosa Guglielmo e Antonio Bongiorno.

Le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia e condotte dalla Squadra mobile ebbero inizio a seguito del violento pestaggio di un giovane avvenuto nel novembre del 2018.

In quella occasione, gli investigatori della Mobile sono intervenuti al pronto soccorso del Policlinico per la segnalazione del ricovero di un giovane, in prognosi riservata, con un vasto trauma cranico. Era stato selvaggiamente picchiato da più persone. Fin da subito le indagini si sono indirizzate sul gruppo di Santa Lucia sopra Contesse e si sono sviluppate scandagliando le dinamiche criminali soprattutto nell’ambito del traffico degli stupefacenti. Gli investigatori si sono resi subito conto che l’aggressione ai danni del ragazzo era scaturita da un debito contratto per il mancato pagamento di un quantitativo di sostanza stupefacente, debito di appena 200 euro. Così dall’estrapolazione dei filmati dei sistemi di videosorveglianza installati in ospedale è stato possibile risalire ai soggetti che avevano accompagnato la vittima al pronto soccorso, ed è scattata una imponente azione d’approfondimento investigativo condotta dalla Mobile e coordinata dalla Procura retta da Maurizio de Lucia.

Le indagini, oltre a consentire di fare luce sul pestaggio del giovane, che lo stesso gip Fabio Pagana ha definito nell’ordinanza di custodia cautelare un vero “massacro”, hanno restituito molti spunti per delineare un intenso traffico di sostanze stupefacenti gestito dal gruppo criminale.

 

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