Navarra (PD): “l’Ex Sindaco ha calato solo pacchi all’Università di Messina”

Qualche giorno addietro, l’ex Sindaco ‘in fantozziana fuga’ dalle promesse non mantenute e dalle bugie spacciate per verità cercava di spiegare il buon giudizio espresso dal Rettore Cuzzocrea nei confronti della sua Amministrazione e accusava me di non comprendere le sinergie tra Comune e Università. Nel farlo, però, ha continuato a mistificare la realtà attribuendosi meriti non suoi e, preso dalla sua consueta foga, confessando gli inesorabili ‘pacchi’ che ha tirato all’Ateneo.

Infatti, ha dimenticato di dire che molti tra i diversi progetti che la sua Amministrazione avrebbe avviato con l’Università di Messina negli ultimi tre anni – vedi per esempio MeSmart e Agorà – erano stati già inseriti dalla precedente amministrazione nel Masterplan e che altri ancora non sono altro che una rimodulazione di risorse del Masterplan o del Pon Metro che l’ex Sindaco De Luca ha trovato nel bilancio del Comune già al suo insediamento. A parte le scelte di sapore elettoralistico e del tutto inutili rispetto agli obiettivi che l’amministrazione si poneva – vedi per esempio il progetto ‘estate addosso’ – alcune altre decisioni sono state sciagurate per le prospettive di sviluppo della Città: vedi, per esempio, l’azzeramento dell’hub intermodale dei trasporti.

De Luca, inoltre, sarà ricordato come uno dei più memorabili ‘cala pacchi’ all’Università di Messina. Uso i due esempi che egli stesso cita per vantarsi della proficua collaborazione tra i due Enti: la vendita dell’hotel Riviera da parte del Comune all’Università e l’affidamento della gestione degli impianti sportivi comunali alla società sportiva dilettantistica (SSD) dell’Ateneo.

Nel primo caso il ‘pacco’ è integrale. L’Università ha, infatti, acquistato dal Comune l’ex albergo Riviera alla modica cifra di 3,6 milioni di euro. Si tratta di un immobile di circa 8000 metri quadrati di superfici coperte e circa 1000 mq di superfici esterne del tutto inagibile e in totale stato di abbandono e degrado. Nel contempo, però, la Città Metropolitana ha acquistato al prezzo di 3,5 milioni di euro la ‘Citta del ragazzo’: un immobile in pieno centro di circa 9000 metri quadri di spazi coperti largamente agibili con annessi circa 200.000 metri quadrati di terreno. Da queste poche, ma estremamente indicative informazioni, non è affatto difficile comprendere come i conti non tornino e risulta del tutto evidente chi sia il destinatario del ‘pacco’.

Il secondo caso è a dir poco paradossale. Nel mese di dicembre scorso Comune e Università condividono una convenzione (non mi è noto se sia poi stata mai firmata) che prevede l’affidamento di alcuni impianti sportivi comunali – la piscina ‘Cappuccini’, il campo di atletica e il campo da calcio ‘Bonanno’ – in gestione alla SSD UniMe, società interamente partecipata dall’Università. A parte il fatto che questa decisione conferma l’assoluta incapacità di gestione dell’impiantistica sportiva da parte del Comune – probabilmente la vera motivazione dell’accordo tra i due Enti –, l’iniziativa nasconde tre insidie o, per meglio dire, tre ‘pacchi’. Due per l’Università e il terzo per gli sportivi messinesi.

Il primo ‘pacco’ riguarda la piscina ‘Cappuccini’. Sulla gestione del plesso natatorio, infatti, pende un contenzioso tra il Comune e la ASD Waterpolo al Consiglio di Giustizia Amministrativa, la cui trattazione è prevista nel mese di aprile 2022. Pertanto, l’accordo tra Comune e Università sbandierato dall’ex Sindaco de Luca ‘cala pacchi’ è ad oggi indeterminato poiché il Comune si impegnerebbe a dare all’Università qualcosa di cui non dispone. Il secondo ‘pacco’ si riferisce al fatto che l’accordo implica la realizzazione di investimenti per l’ammodernamento e efficientamento degli impianti con interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria con oneri evidentemente a carico dell’Ateneo o della SSD. Tuttavia, l’art. 8 della convenzione confezionata dall’infallibile De Luca contiene la seguente condizione capestro per l’Ateneo: “ciascuna delle parti potrà recedere dal presente atto con un preavviso da comunicarsi almeno tre mesi prima, tramite PEC, senza la corresponsione di risarcimenti o indennizzi a carico delle stesse e salvo il completamento delle attività sportive già programmate”. Senza la corresponsione di risarcimenti o indennizzi? Quindi, qualsiasi eventuale investimento e/o ristrutturazione degli impianti da parte dell’Università e della SSD rischierebbe di non essere in alcun modo riconosciuto dal Comune che, con un preavviso di tre mesi, potrebbe ritornare in possesso degli impianti ristrutturati a spese dell’Ateneo. Meno male che in Senato Accademico qualcuno ha fatto notare il ‘pacco’ ai vertici accademici assai distratti e sembrerebbe che sia stata chiesta la doverosa modifica della convenzione.

La terza dose di ‘pacco’, infine, l’ex Sindaco De Luca l’ha riservata ai messinesi. L’affidamento della gestione degli impianti sportivi comunali a una società interamente partecipata dell’Ateneo che opera in regime di esclusiva per l’Università – in house providing – determina la drastica riduzione dei servizi per l’utenza cittadina (per legge non più del 20%). In un colpo solo, pertanto, la città si è vista sottrarre l’80% dell’utilizzo dei suoi impianti sportivi e si è spogliata della loro gestione.

Ecco la filosofia che ha ispirato i rapporti tra Comune e Università durante l’amministrazione De Luca: bugie, ‘pacchi’, strafottenza e auto-attribuzione di meriti di altri. Anche su questo versante, quindi, l’ex Sindaco in fuga dalle sue responsabilità non si smentisce.

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