L’ELICOTTERO PRECIPITATO A GIAMMORO: SI INDAGA SUI SOLITI IGNOTI

Indagini prorogate e il rischio che nessuno paghi. O peggio, che tutte le responsabilità siano addebitabili al pilota morto. Il disastro aviatorio di Giammoro che il 12 agosto del 2010 è costato la vita a quattro persone (il pilota Domenico Messina, 37 anni di Barcellona, Davide Taranto 34 anni e  Giuseppe Adige 54 anni di Milazzo, Vincenzo Fricia 19 anni di Priolo) resta ancora pieno di incognite: al nuovo magistrato inquirente, il sostituto procuratore Mirko Piloni, il compito di individuare responsabilità che vanno oltre il fatto tecnico. Le indagini seguite nel corso di un anno dalla procura della repubblica di Barcellona sono state infatti da subito indirizzate a stabilire la causa della caduta dell’elicottero:  in un primo momento l’eccessivo peso del trasporto. Adesso si indaga sui criteri di approvvigionamento del carburante. Ma nessun nome compare nel registro degli indagati. Restano alcune domande a cui la magistratura dovrà rispondere: infatti, se è stato accertato che il veicolo veniva utilizzato per voli “commerciali” e privati, sia dalla società Airon Italia srl, proprietaria al 67% della ditta che noleggiava l’elicottero, che dalla “Nuova Cometra”, dal cui piazzale è partito, resta da accertare chi ha avuto la responsabilità di consentire all’elicottero di utilizzare un piazzale privato. Il lavoro degli investigatori punta su quelle società e sui rispettivi responsabili che hanno avuto in uso, a qualsiasi titolo, l’elicottero precipitato.

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